Per definizione, la cristalloterapia, è una tecnica di autoguarigione energetica, solitamente svolta con il supporto di un operatore. Pratica diffusa che affonda le sue radici nella notte dei tempi: le proprietà delle pietre sono state studiate fin dall’antichità. Il cristalloterapeuta odierno – come Valentina Cocco – unisce a queste conoscenze assodate il proprio intuito. «La sperimentazione è importante – mi spiega – perché ogni operatore stabilisce un rapporto personale con le gemme e i cristalli: questi ultimi comprendono la quasi totalità dei quarzi. A ciò è correlato il rapporto che si crea, a sua volta, tra la gemma e la persona che riceve il trattamento». Valentina Cocco ha visto nascere la passione per le pietre da bambina. I minerali, soprattutto le gemme e i quarzi, la hanno sempre attratta. Alla cristalloterapia si avvicina durante l’adolescenza, «Era solo una passione, non avrei mai pensato che sarebbe diventato il mio lavoro – afferma sorridendo –. Quando capitava di ricevere in dono dei cristalli o delle gemme correvo immediatamente a informarmi delle loro proprietà curative, ma anche sulla loro storia e sulla loro formazione. Avevo una bella enciclopedia che mi offriva tutte le informazioni che mi servivano».
Da cosa ha origine l’energia delle pietre? Niente di trascendentale: si parte dal presupposto che ogni elemento chimico-fisico ha una propria energia, data dalla velocità del movimento degli elettroni che la compongono. Ogni gemma ha un’energia diversa; ciò dipende dalla quantità di minerale che la compone. Le caratteristiche tecniche da sole non bastano a spiegare i benefici del trattamento. Ho chiesto a Valentina Cocco di spiegarmi, con parole semplici, in cosa consiste un trattamento di questo tipo. Ma, parole semplici, è difficile trovarle. La cristalloterapia affonda le radici in un mondo complesso, ricco di sfaccettature: è essenziale l’intuito dell’operatore nel valutare quali pietre vadano utilizzate per ogni singolo caso; occorre svolgere un colloquio conoscitivo, capire lo stato emotivo e/o i problemi fisici – a volte invalidanti – di chi vuole sottoporsi al trattamento. Va da sé che ognuno reagisca in modo diverso, che non esistano prassi universali. «Si può dire che la cristalloterapia sia una pratica che può aiutare a recuperare la propria personale consapevolezza – continua Valentina –, in tal caso l’operatore non è che un tramite, uno strumento che dà la spinta per l’autoguarigione del corpo».
In questi tempi in cui di pratiche alternative si parla parecchio, è importante valutare con accortezza l’operatore al quale si rivolge. Distinguere un operatore affidabile da un improvvisato che fa leva sull’ingenuità e sul probabile malessere psicologico di chi, forse, “le sta provando tutte” per alleviare le proprie sofferenze, è fondamentale per non cadere in una spirale autoalimentata dalla superstizione. «Antiche credenze popolari associavano le pietre alla spiritualità – prosegue – e alla dicotomia tra energie positive ed energie negative. Oggi questo non ha molto senso, in quanto si fa riferimento ad energie a bassa o ad alta frequenza. Un tempo si pensava che gli amuleti potessero proteggere i guerrieri durante le battaglie e che i talismani servissero da scudo contro la sfortuna.» Per capire meglio come può, un trattamento di cristalloterapia, venire in aiuto di chi sta male, riporto la testimonianza diretta dell’operatrice: «Avrei molte esperienze da raccontare, ma quella più soddisfacente è stata sicuramente essere riuscita ad alleviare i dolori dovuti a una brutta artrite. Dopo un primo trattamento in presenza alla signora che si era rivolta a me per questo problema, ho deciso di prepararle un elisir di corniola (semplificando, dell’acqua in cui avevo lasciato in infusione una corniola per un certo numero di ore). Lei ne usava alcune gocce per dei maniluvi e successivamente per arricchire la sua crema per le mani. Dopo un paio di settimane è riuscita a riprendere serenamente anche le attività manuali che prima le causavano dolore e fastidio».
È essenziale chiarire che il cristalloterapeuta, per poter essere abilitato alla professione, deve avere una specifica formazione: «Ho seguito il corso di cristalloterapia online sul sito di AIOC Italia (Accademia Istruttori e Operatori Certificati) – mi dice Valentina –. Il corso è strutturato in quattro parti: cristalli e gemme, anatomia sottile, bioenergetica e marketing per operatori olistici. Si conclude con un esame e un elaborato originale su tre gemme o cristalli. Sostanzialmente, s’insegnano la formazione, la composizione e il funzionamento dei minerali, come utilizzarli sul corpo e intorno al corpo, come prepararli e mantenerli al meglio per le sedute». Altro fattore fondamentale, da tenere a mente, è che gli operatori di cristalloterapia non stilano diagnosi. Se si ha un problema di salute grave, loro stessi invitano la persona a consultare un dottore. È questione di etica e di correttezza. È possibile, invece, integrare la pratica della cristalloterapia a una terapia medica. Questo perché, conclude Valentina Cocco «la medicina convenzionale è solitamente rivolta a curare un sintomo o una malattia ignorando spesso l’interezza dell’essere umano che non è solo un corpo-macchina, ma è composto da più parti. Affiancare la cristalloterapia alle terapie mediche convenzionali significa agire sulla persona come insieme di parti interconnesse, un intero. Lavorare sul corpo, sulla mente e sullo spirito (per me energia) faciliterebbe la guarigione completa dell’individuo senza limitarsi alla cura di sintomi che potrebbero manifestarsi ancora o cambiare nel tempo».