Lo scorso 2 ottobre, a Fertilia, presso i locali dell’associazione E.GI.S., si è tenuta una conferenza stampa organizzata dal comitato Punta Giglio Libera per presentare pubblicamente, davanti ai giornalisti e a diversi esponenti del mondo ambientalista, culturale, universitario e scientifico che sostengono e appoggiano la mobilitazione, l’esposto inoltrato nei giorni scorsi alla Commissione Europea per denunciare le violazioni di norme comunitarie e nazionali in merito al progetto “rifugio di mare”, avviato a Punta Giglio, il promontorio a picco sul mare di Alghero all’interno del Parco naturale regionale di Porto Conte, dove, dal 15 marzo 2021, è in corso la realizzazione di un albergo da 20 posti letto con annesso ristorante da 80 posti a sedere e piscina da 18 mt di lunghezza che da oltre 7 mesi preclude alla cittadinanza l’accesso nel sito.
Le norme dell’UE violate citate nel documento illustrato dai portavoce del comitato Giovanni Salis, Paola Correddu, Joan Oliva, sono la Direttiva habitat 92/43 CEE e la Direttiva Uccelli 79/409/CEE sostituita dalla Direttiva 2009/147/CE; Delibera CIPE n. 57/2002, oltre al Piano di Gestione della ZPS adottato con decreto dell’Assessore della Difesa dell’Ambiente della Regione Autonoma della Sardegna N. 1077/Dec A/17 del 3.11.2020 e alla violazione delle norme europee e nazionali che regolano i contenuti dei Piani delle ZPS e SIC conseguente alla omessa citazione nel Piano approvato dalla Regione, fondato sugli elementi di conoscenza forniti dal Parco, dell’invasivo intervento privato nel compendio indicato.
Inoltre è stata annunciata la notizia che dallo scorso maggio il Ministero della Transizione Ecologica, d’intesa con la Regione Sardegna, ha reso il sito di Punta Giglio ancora più tutelato e protetto (rispetto a come era già prima con i vincoli speciali ambientali e faunistici SIC e ZPS della rete ecologica europea Natura2000), definendolo una Zona Speciale di Conservazione (ZSC) della Regione biogeografica mediterranea insistente nel Territorio della Regione Sardegna con gli obiettivi: “misure necessarie per evitare il degrado degli habitat naturali e degli habitat di specie e la perturbazione delle specie”, come indicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n.137, anno 162°, del 10 giugno 2021 contenente il Decreto del Presidente della Repubblica del 20 maggio 2021 sulla designazione di quattro nuove Zone Speciali di Conservazione.
Durante l’incontro – al quale sono intervenuti anche il professore di Storia Moderna dell’Università di Sassari Piero Sanna, l’ex sindaco di Alghero e ex consigliere regionale Carlo Sechi e la professoressa e funzionaria del Ministero degli Esteri Maria Vittoria Migaleddu – è stato presentato anche l’elenco dei professori universitari, accademici, professionisti e delle personalità della vita pubblica che hanno sottoscritto l’avallo dell’esposto presentato dal comitato per la difesa di Punta Giglio alla Commissione Europea: “Noi, cittadini europei, condividiamo le ragioni del ricorso inoltrato dal Comitato per la difesa di Punta Giglio alla Commissione Europea, e confidando nella più ampia collaborazione delle istituzioni nazionali a tutti i livelli, auspichiamo l’adozione di soluzioni rigorosamente in linea con la direttiva comunitaria “Habitat” e con gli obiettivi e le misure di conservazione ambientale recentemente confermate dal Ministero della Transizione Ecologica, che nel maggio scorso ha designato il Sito di Capo Caccia e Punta Giglio Zona Speciale di Conservazione (ZSC) appartenente alla regione biogeografica mediterranea”.
Comitato-Punta-Giglio-Libera_Denuncia-Commissione-Europea-2021-09-22