L’atrocità del Festival di Yulin si sta compiendo, di nuovo, in Cina. La pandemia globale da Covid-19 e gli avvertimenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità non sono bastati per bloccare la manifestazione nel corso della quale saranno razziati, chiusi in gabbia, squartati e macellati per finire in pentola migliaia di cani.
La strage, che prende il nome di “Yulin dog meat festival”, è iniziata il 21 giugno in concomitanza con il solstizio d’estate e proseguirà per i prossimi dieci giorni. A differenza di quanto si può pensare, non si tratta di un’antica tradizione popolare cinese ma di un festival inventato nel 2010 dalle autorità di Yulin per richiamare i turisti. In una sola settimana, quell’anno vennero uccisi e mangiati ben 15 mila cani.
Si stima che ogni anno vengano purtroppo macellati circa 10mila animali in Cina durante il Festival di Yulin. L’aumentato interesse dell’opinione pubblica internazionale e cinese sembra però finalmente aver fatto effetto. Infatti, a piccoli passi si può dire che qualcosa stia iniziando a migliorare. È stato riscontrato che lo scorso anno il numero di cani uccisi si era ridotto a 3.000. Un sondaggio ha rilevato e constatato un altro dato interessante: addirittura il 72% della popolazione di Yulin è contraria alla strage e da quest’anno il prezzo della carne di cane è aumentato tanto da far credere che meno persone saranno tentate ad acquistarla. Inoltre, dal 1° maggio 2020 in alcune grandi città del sud della Cina sono previste grosse sanzioni per chi consuma o vende carne di cane o di gatto. Le multe hanno cifre che superano di trenta volte il valore di ciò che si sta mangiando o si sta trafficando.
Nonostante questi dati abbastanza positivi, i macelli sono ancora attivi nella città cinese. È stato documentato dalle immagini scattate e diffuse in rete dagli attivisti che combattono perché sia garantita la protezione degli animali. Foto che mostrano tutta la crudeltà di questa iniziativa culinaria dedicata alla carne di cane. Ciò che tristemente vediamo sono cani, e anche gatti, rinchiusi in gabbie molto strette in attesta di essere macellati, carcasse esposte sulle bancarelle, sangue. Come denunciato dall’associazione attivista Humane Society International, gli animali vengono uccisi sul posto del festival ma le bestialità che devono subire iniziano fin dal momento del trasporto che avviene in condizioni indecenti.
Oltre a Humane Society International, sono tante le associazioni animaliste che hanno lanciato degli appelli da tutto il mondo per fermare una volta per tutte questa atrocità che continua ad essere ripetuta ogni anno. Diversi attivisti si trovano in questi giorni sul posto per tentare di salvare gli animali dal macello. Tra questi, i volontari di Humane Society International hanno pianificato una serie di posti di controllo sulle autostrade che conducono a Yulin e, grazie a questa organizzazione, è stato bloccato un camion carico di cani. Ben 68 sono stati sottratti al loro terribile destino. “Il loro comportamento quando li abbiamo liberati ci ha fatto capire che si tratta di animali abituati al contatto con l’uomo, dovevano essere stati rubati in giro per la Cina dai fornitori del Festival”, ha dichiarato uno dei membri. L’associazione è anche riuscita a raccogliere oltre 6000 euro che saranno destinati alle cure dei cani che son stati messi in salvo. Buone notizie arrivano anche dall’attivista italiano di Action Project Animal, Davide Acito, che è riuscito nell’intento di salvare altri animali dal macello.
Non solo le associazioni animaliste ma anche le persone comuni si stanno impegnando in modo attivo per chiedere alle autorità cinesi che le stragi vengano annullate per sempre. Stragi che purtroppo in passato hanno richiamato grandi quantità di turisti provenienti da ogni parte del mondo, compresi quelli occidentali. Il governo cinese ha risposto a tutte queste mobilitazioni che “si tratta di un’abitudine che piace ai locali” e Pechino continua a non pronunciarsi e a non esporsi.
Anche se il Festival di Yulin è il più conosciuto a livello mondiale, l’abitudine atroce di macellare animali domestici come cani e gatti è largamente diffusa anche in altre aree del Paese, dalle periferie delle grandi città ai piccoli paesi tra nord e sud della Cina. È stimato che i due terzi vengono ammazzati e poi mangiati in Cina, il restante invece viene macellato in Corea, Cambogia, Vietnam, Laos e in alcune aree dell’India e della Thailandia, in cui il consumo di carne di cane è ancora reputato normale e sano.