Roma. Le trame vaticane, la banda della Magliana, i servizi segreti, il sindacato polacco Solidarnosc, l’attentato di Ali Agca ai danni di Papa Giovanni Paolo II, le accuse di pedofilia, le telefonate dell’americano, i presunti dossier.
Un gran filone di ipotesi da sempre accompagna la sparizione a Roma di Emanuela Orlandi, avvenuta il 22 giugno del 1983, nei pressi della scuola di musica in piazza Sant’Apollinare.
A distanza di quasi quarant’anni Netflix produce la docu-serie “Vatican girl” sulla cittadina vaticana, e la città si tappezza degli stessi manifesti che il fratello maggiore Pietro fece stampare per denunciarne la scomparsa.
Stavolta, sotto la famosa foto, con le domande di questi anni: “Emanuela Orlandi è scomparsa perché vittima di un gioco di potere?” o “per tenere nascosto un segreto Vaticano?”.
Fonte Agenzia DIRE.it