“Il coordinamento di Agrinsieme è in prima linea per contribuire al raggiungimento degli obiettivi comunitari in materia di sostenibilità ed è pronto a impegnarsi ulteriormente, indirizzando il proprio operato verso una strategia di sviluppo che aiuti il settore agroalimentare a crescere sempre di più in termini di rispetto ambientale, a condizione però che tale strategia non vada ad inficiare il valore aggiunto dell’agricoltura e non comprometta il lavoro e la redditività del primario”. Lo ha sottolineato il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, intervenendo in audizione davanti alla Commissione Agricoltura della Camera nell’ambito dell’esame della strategia europea “Dal produttore al consumatore” per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente.
Ad avviso di Agrinsieme, “per attuare gli obiettivi della strategia europea ‘Dal produttore al consumatore’ o ‘Farm to Fork’, il piano decennale della Commissione Europea che è parte integrante del nuovo Green Deal e che è stato messo a punto per favorire e promuovere la transizione verso un sistema agroalimentare più sostenibile, bisogna evitare di mettere mano alle risorse della PAC, le quali risultano già consistentemente ridotte rispetto alla precedente programmazione”.
“Va, inoltre, scongiurato il rischio di una diminuzione quantitativa della produzione agricola comunitaria con conseguenze dannose per i produttori agricoli e le loro cooperative, nonché una possibile contrazione dei consumi su prodotti comunitari ad alto valore aggiunto a vantaggio di produzioni extraeuropee più economiche ma meno performanti sotto il profilo della salubrità e degli standard ambientali”, ha aggiunto il Coordinamento.
“Per questo si ritiene necessaria una seria e attenta valutazione di impatto delle politiche che la Commissione UE intende perseguire; allo stesso tempo, è importante garantire una maggiore uniformità nell’applicazione delle disposizioni previste, che al momento risultano essere maggiormente vincolanti per gli agricoltori che per il resto della filiera, con il concreto rischio di andare ad acuire ulteriormente le asimmetrie contrattuali sulla catena del valore e di scaricare il peso della transizione ecologica sulle spalle dei produttori agricoli”, ha osservato Agrinsieme.
“Inoltre, condividendo l’esigenza di fornire maggiore trasparenza al consumatore, rigettiamo l’utilizzo di sistemi di etichettatura che rischiano di penalizzare prodotti di alta qualità come quelli a indicazione geografica, peraltro ricchi di importanti nutrienti”, ha rimarcato il Coordinamento.
“Si segnala, inoltre, la necessità di puntare con sempre maggiore decisione sulla ricerca e sull’innovazione tecnologica, che rappresentano delle leve fondamentali per lo sviluppo del primario e per la promozione di una transizione ecologica; basti pensare, in tal senso, alle numerose applicazioni dell’agricoltura di precisione e alle infinite possibilità offerte dalla cisgenetica”, ha concluso Agrinsieme.