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Il complesso di Santa Lucia a San Gavino Monreale: un viaggio nella storia tra monaci e culti antichi

Dal monastero greco-bizantino all’università francescana, un luogo ricco di fascino e mistero nel cuore del Medio Campidano

di Chiara Medinas
27 Aprile 2024
in Itinerari
🕓 4 MINUTI DI LETTURA
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Complesso di Santa Lucia a San Gavino Monreale. ? NAlife

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Fin dalla preistoria, la Sardegna è stata teatro di dinamiche storiche intense, che si sono fatte strada fino a giungere a influenzare anche i nostri giorni. Un interessante intreccio tra passato e presente che caratterizza anche il comune di San Gavino Monreale (SU), variopinto centro del Medio Campidano che nel tempo è diventato luogo di testimonianze trasudanti un’identità affascinante. Che siano architettoniche o meno, ancora oggi esse fanno parte di un corredo importante, che anche il convento e la chiesa di Santa Lucia contribuiscono a creare.

Sito ai confini dell’odierno abitato, il complesso di Santa Lucia denota una storia costruttiva abbastanza articolata, che prese piede presumibilmente tra IX e X secolo d.C. Stando ad alcuni ritrovamenti, in tale frangente esso pare fosse infatti abitato da monaci Basiliani, ossia ispirati alla regola di San Basilio e per la maggior parte fedeli a riti in lingua greca. Trascorso circa un secolo, convento e chiesa furono abbandonati dai Basiliani passando prima ai monaci benedettini – la cui presenza risulta attestabile già dal 1200 d.C. – e poi ai Francescani, giunti a San Gavino nella seconda metà del ‘500. Proprio sotto la loro direzione il 10 febbraio 1581 la chiesa fu ufficialmente benedetta e consacrata a Lucia, Santa protettrice della vista.

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Oltre all’attuazione di un ampliamento della chiesa, fin da subito i monaci francescani furono zelanti anche nella gestione del convento di Santa Lucia, fino a farlo diventare nel 1657 sede dell’Università di Teologia e Lettere. Cuore culturale del centro, il polo universitario non solo fu dotato di una ricca biblioteca, ma rappresentò per i frati stessi un modo per rafforzare il proprio ruolo nella società sangavinese. In vari studi storici, infatti, non è stato difficile imbattersi in lasciti e testamenti a favore del convento, che inoltre metteva a disposizione le cosiddette “buttegheddas de guventu”, spazi di soggiorno per i fedeli durante i festeggiamenti per Santa Lucia.

Un fervido impegno da parte dei monaci, grazie ai quali la chiesa assunse l’impianto che tutt’oggi è possibile ammirare. Databile al 1700, tale intervento architettonico rivela una struttura con corpo centrale – detto navata – più 4 cappelle e fu forse ottenuta con l’uso di materiali di un’area cimiteriale limitrofa. Un elemento attestato in particolare da alcune lapidi recanti scritte gotiche e tutt’ora visibili nella chiesa stessa.

Ancora più affascinanti risultano le vicissitudini del convento, dotato in origine di un pianoterra con 13 ambienti e una sezione superiore con 6 stanze a nord-est più 8 a sud-est. Dal punto di vista storico, si ritiene infatti che esso possa essere sorto su precedenti resti nuragici, sui quali poi i Basiliani eressero un edificio per il loro culto. Questioni che sembrano trovare conferme nel rinvenimento di una sorgente coperta – potenzialmente riconducibile al culto nuragico delle acque – e in tracce di una cupola con foglie di vite in rilievo, considerate di matrice greco-bizantina.

Al di là dei richiami antichissimi, l’istanza greco-bizantina sembra ulteriormente rinforzata da altre testimonianze che hanno permesso una graduale ricostruzione della vita de “su Guventu”. Oltre, ad esempio, a documenti che rivelano come alcuni Santi venerati fossero legati ai bizantini – tra cui San Michele, San Gabriele e San Raffaele Arcangelo – altra riprova emergerebbe anche dal pozzo al centro del chiostro, zona del convento ancora presente. Scoperto durante i restauri del 1939, esso potrebbe collegarsi al rito bizantino dell’aghiasma, basato sull’immergere malati in una piscina ritenuta sacra e quindi fonte di guarigione.

Il convento e la chiesa di Santa Lucia si trovano in via Convento 119, a San Gavino Monreale (SU). Una volta giunti in paese, per arrivare sarà necessario procedere verso piazza Marconi e continuare poi lungo la Strada Provinciale 4.9 per circa 950 metri, dopo i quali si dovrà svoltare a sinistra in via Convento. Da qui proseguendo per altri 350 metri si troverà la destinazione sulla destra. Attualmente il convento non è visitabile a causa di lavori di restauro, mentre la chiesa è aperta durante le celebrazioni religiose programmate.

Per ulteriori informazioni è possibile chiamare al numero 070.9375570 oppure consultare il profilo Facebook “Parrocchie Unità Pastorale – San Gavino Monreale”.

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Tags: instanewsitinerariSan Gavino MonrealeSanta Lucia
Chiara Medinas

Chiara Medinas

Assidua frequentatrice di musei e grande amante delle pardule, la curiosità è la mia musa ispiratrice. Se è vero che la bellezza sta negli occhi di chi guarda, credo non ci sia sensazione migliore che provare stupore per le piccole cose.

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📰 Leggi l’articolo completo di Raffaella Piras su SHmag.it  📷 Sardegna Artigianato |  Pierluigi Dessì Confinivisivi
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