Un paradiso di natura incontaminata, dove il mare incontra la terra in uno dei tratti più suggestivi del Mediterraneo. Questo angolo di meraviglia, situato all’estremità nord-occidentale della Sardegna, a circa 50 chilometri da Sassari, e affacciato sul Golfo dell’Asinara, è il borgo marinaro di Stintino.
Proprio dall’Asinara prende avvio la storia di questa località. Era il 22 giugno 1885 quando il Regno d’Italia decise di istituire sull’isola una colonia penale agricola e un lazzaretto destinato alla quarantena sanitaria, rendendo necessario lo sgombero degli abitanti, tra cui 45 famiglie di pescatori liguri e agricoltori sardi. I residenti, organizzati nell’Unione dei 45, trattarono con il Governo, ottenendo 750 lire a famiglia e la possibilità di insediarsi sul promontorio di Capo Falcone, in uno stretto istmo di terra situato tra due bracci di mare, chiamati “Isthintini” proprio per la conformazione del territorio, dando vita ad un nuovo centro abitato. Era il 14 agosto 1885, nacque così Stintino.
Il nome del paese, che inizialmente sarebbe dovuto essere “Cala Savoia”, deriverebbe invece dalla sua posizione geografica: nel dialetto sassarese, il termine “isthintinu” significa budello o intestino. Da qui, l’evoluzione del toponimo in “Sthintini” e, infine, in “Stintino”.
Le due insenature che lambiscono l’abitato sono bagnate a ovest dal cosiddetto “mare di fuori” e a est dal “mare di dentro”, ossia la parte interna del golfo. Lungo queste sponde sorgono i due porticcioli del paese: il Porto Vecchio e il Porto Nuovo (o Porto Mannu), che accolgono imbarcazioni da pesca e da diporto.
In origine, Stintino era un paesino di pescatori, con case modeste che ricordavano quelle lasciate sull’Asinara, tinteggiate con colori tenui e impreziosite da menta e basilico. L’economia era incentrata sulla pesca, in particolare, sulla lavorazione del tonno, grazie alla storica Tonnara Saline.
Nei primi anni del Novecento arrivò anche il turismo. Il borgo cominciò ad ospitare importanti famiglie della borghesia sassarese, come i Berlinguer e i Segni. Tuttavia, fu negli anni Sessanta che il paese divenne una rinomata località di vacanze, quando i Moratti acquistarono alcuni terreni per costruire ville e alberghi, rendendo Stintino e le sue spiagge famosi in tutto il mondo.
Ancora oggi, la pesca continua a rappresentare il cuore della tradizione gastronomica locale. Frutti di mare e pescato del giorno sono protagonisti di piatti tipici, come il polpo alla stintinese o la zuppa d’aragosta, da gustare nei ristorantini del borgo e lungo la costa.
Alla Tonnara, rimasta attiva fino agli anni Settanta, è oggi dedicato il MUT – Museo della Tonnara, inaugurato nel 2016. Attraverso un percorso multimediale, l’esposizione di documenti d’epoca, abiti, attrezzi e una riproduzione di imbarcazioni e della stessa tonnara, il museo racconta la tecnica tradizionale di pesca del tonno nel Golfo dell’Asinara e restituisce voce alle storie degli uomini di mare, custodendo e tramandando i valori e la cultura del territorio.




A testimonianza del legame con il mare, sopravvive la tradizione dei gozzi in legno a vela latina, la vela triangolare che veniva utilizzata sulle imbarcazioni in epoca medievale. Ormeggiate nel Porto Vecchio, queste barche sono protagoniste di regate tradizionali che ogni anno richiamano equipaggi da tutta la Sardegna e dal resto d’Italia. Tra queste, spicca la storica Regata della Vela Latina, nata a Stintino nel 1983. Non a caso, il giornalista Mario Marzari ha definito il paese “la capitale della vela latina”.
Oggi Stintino è conosciuta principalmente per la sua spiaggia capolavoro che quasi sfiora l’Asinara, La Pelosa. Questo arenile, considerato uno dei più belli d’Europa, è caratterizzato da una sabbia candida e da un mare che raggiunge tutte le tonalità dell’azzurro, con un fondale limpido e bassissimo, chiuso da stupende dune, disegnate dal vento, che contrastano con le rocce scure circostanti. Subito dopo si trova la spiaggia de La Pelosetta, a pochissima distanza da un isolotto sovrastato dalla Torre della Pelosa, costruita dagli aragonesi nel XVI secolo.
A ovest, le due spiagge sono protette dalle falesie a picco sul mare del promontorio di Capo Falcone, con pareti rocciose alte oltre 100 metri, dove nidifica il falco pellegrino. Sulla sommità si erge la Torre del Falcone, che dà il nome al promontorio, costruita per difendere la costa dalle incursioni dei pirati saraceni. Più a sud si aprono suggestive calette rocciose, tra cui Coscia di Donna e Cala del Vapore, amate dai subacquei per i loro fondali e accessibili soprattutto via mare. A est, invece, si estende il lungo litorale de Le Saline ed Ezzi Mannu.
Da semplice luogo di esilio, dopo essere stato per ben 103 anni una frazione del comune di Sassari, Stintino ha conquistato la propria autonomia amministrativa l’8 agosto 1988, diventando ufficialmente un comune a sé. Oggi resta viva la sua storia fatta di mare, forza e bellezza, tanto da essere considerato la perla del nord Sardegna, nonché punto d’imbarco più vicino per esplorare il Parco Nazionale dell’Asinara, cui è legato fin dalle origini.
































