Una Donna forte, affermata, conosciuta e apprezzata in tutto il Paese, e non solo, racconta la vicenda straordinaria di un’altra Donna, coraggiosa, tenace, capace di rispondere concretamente alle difficoltà della vita e per questo modello al quale ispirarsi. Tiziana Ferrario racconta Lydia Franceschi, nata a Odessa ma italiana nell’anima, partigiana, risoluta e ostinata anche dopo le tante tragedie che ha dovuto affrontare.
Lydia è ancora fervidamente viva nel ricordo di chi l’ha conosciuta e anche di chi ha “solo” sentito raccontare la sua vicenda. E visto che tanti, troppi, ancora non ne hanno avuto occasione, avranno modo di farlo ora leggendo il libro di Tiziana Ferrario. La giornalista e scrittrice, per anni anchorwomen di punta del Tg1 Rai, sarà ad Assemini per presentare il suo “La bambina di Odessa” venerdì 1° dicembre alle 18:30.
“L’Amministrazione comunale è sempre stata attenta alla promozione delle letture, con diversi eventi promossi e con altri in programmazione – spiega l’Assessora comunale alle Politiche culturali Jessica Mostallino -. In quest’ottica è con grande entusiasmo e interesse che attendiamo la presentazione del libro di Tiziana Ferrario. La scelta dell’autrice e del testo non sono casuali; parliamo di un fatto di cronaca realmente accaduto e di una donna straordinaria, combattiva e coraggiosa ai più sconosciuta. Riteniamo sia necessario raccontare queste storie, dare il giusto riconoscimento a donne come Lydia Franceschi, cristallizzare la loro esistenza. L’auspicio è quindi offrire alla comunità un evento di rilievo e la possibilità di conoscere una storia eccezionale”.
In Rai dal 1979 presso la sede regionale della Lombardia, Tiziana Ferrario pochi anni dopo è già al Tg1, dove alterna la conduzione del telegiornale alla realizzazione di programmi di informazione e al lavoro di inviata di politica estera. Si occupa dei conflitti in Afghanistan e Iraq, realizza numerosi reportage dal Medio Oriente seguendo gli sviluppi della guerra al terrorismo e intervistando i protagonisti della scena internazionale, tra cui il presidente iraniano Ahmadinejad, il presidente afgano Karzai, il presidente pachistano Musharraf e il leader palestinese Abu Mazen.
Realizza numerose dirette e approfondimenti dagli Stati Uniti, raccontando l’elezione di due presidenti americani, George W. Bush e Barack Obama. Segue le più importanti emergenze umanitarie internazionali, dalla piaga dell’AIDS nell’Africa subsahariana alla guerra in Darfur, dal conflitto del Nord Uganda alle tensioni in Kashmir. Per il suo lavoro dal fronte della guerra afgana e irachena ha ricevuto numerosi premi ed è stata insignita del riconoscimento di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per l’impegno civile come giornalista inviata in aree di guerra.
È anche autrice di numerose pubblicazioni, tra le quali “Il vento di Kabul” (Baldini Castoldi Dalai 2006) e, per Chiarelettere, “Orgoglio e pregiudizi” (2017), “Uomini, è ora di giocare senza falli!” (2020) e “La principessa afghana e il giardino delle giovani ribelli” (2021). L’ultimo lavoro, edito quest’anno, è appunto “La bambina di Odessa”. “Lungo la strada della vita si incontrano tante persone, alcune non lasciano nessun segno, altre ci prendono per mano e ci guidano per farci capire da che parte sta il male e per che cosa vale davvero la pena lottare. Sono stata fortunata a incontrare Lydia Franceschi quando ero all’inizio del mio cammino nella vita. È stata un esempio. Non finirò mai di ringraziarla” ha spiegato la scrittrice.
La bambina di Odessa è infatti la storia di una donna coraggiosa e tenace, esempio e fonte d’ispirazione che sorprende e conquista, lasciando un segno indelebile. È il gennaio 1922. Al porto di Genova i fratelli Amedeo e Antonio Buticchi corrono per imbarcarsi sul piroscafo che li condurrà in Russia, destinazione Odessa. Scappano per non finire nelle mani dei fascisti, che si sono fatti più forti con l’ascesa di Benito Mussolini, mentre la sinistra si dilania tra particolarismi e scissioni. Lydia Franceschi nasce a Odessa nel 1923, figlia di Amedeo e Lidia, italorussa che rinuncia alle origini borghesi per sposare la causa della rivoluzione. Tiziana Ferrario ripercorre con delicatezza e passione l’avventura di una vita che è anche il racconto di un pezzo importante del Novecento, con le sue contraddizioni e i suoi fervori rivoluzionari.
Tornata in Italia col padre dopo la morte della mamma e rimasta orfana a 12 anni, dopo l’uccisione del padre per mano del cognato in camicia nera, Lydia cresce in solitudine, partecipa alla Resistenza come staffetta partigiana, diventa insegnante e madre di due figli, fino al giorno che segnerà la seconda metà della sua esistenza. Il 23 gennaio 1973, durante una manifestazione all’esterno dell’Università Bocconi di Milano, suo figlio Roberto, ventenne e tra i leader del Movimento studentesco, è colpito a morte alla nuca da un proiettile sparato dalla polizia. Ai suoi funerali partecipa una folla immensa. Il dolore più grande, la morte di un figlio, segna anche l’inizio di una battaglia lunga 20 anni per ottenere verità e giustizia.
Lo Stato, incapace di identificare i colpevoli, si assume l’intera responsabilità, risarcendo la famiglia, che devolve tutto alla Fondazione Roberto Franceschi, costituita nel 1996 in memoria del giovane ucciso. Lydia si spegne a Milano il 29 luglio 2021. Alla stessa fondazione sono destinati anche i proventi della vendita del libro scritto da Tiziana Ferrario.
Si tratta dell’ultimo appuntamento, ma anche il più prestigioso, della rassegna “Lunedì Lethèrari”, che ha interessato la comunità asseminese durante la stagione autunnale. L’approfondimento sul nuovo libro di Tiziana Ferrario si terrà presso l’Aula Consiliare del Palazzo Comunale. Dialogherà con l’autrice la giornalista ed esperta in relazioni internazionali Paola Pintus.