Tra gli appuntamenti più attesi in Sardegna, Cagliari si prepara per il primo maggio e la sua 367ª Festa di Sant’Efisio. Il giorno in cui la religione incontra la tradizione, con il simulacro del “martire guerriero”, che nel 1652 liberò l’Isola dalla peste portato in processione fino a Nora, accompagnato da carri, cavalieri e fedeli. Un cammino di oltre 80 chilometri a piedi per sciogliere un voto che unisce uomini e donne di ogni età provenienti da tutta la regione.
Il programma delle celebrazioni dal 1° al 4 maggio è stato presentato stamani nella Sala del Consiglio comunale al secondo piano del Palazzo Civico di via Roma 145. “Saranno giornate importanti, suggestive, partecipate da cagliaritani, visitatori e turisti”, ha rimarcato Tocco portando i saluti del sindaco Paolo Truzzu, assente per pregressi impegni istituzionali, dando il benvenuto ai rappresentanti della Regione Sardegna, della Curia e dell’Arciconfraternita del Gonfalone, alla vicesindaca di Capoterra, Silvia Sorgia, al sindaco di Sarroch, Angelo Dessì, al vicesindaco di Villa San Pietro, Salvatore Sarigu e al sindaco di Pula, Walter Cabasino.
L’assessore Alessandro Sorgia ha invece parlato di “una 367ª Festa di Sant’Efisio speciale rispetto a quelle precedenti”. Su iniziativa del sindaco Truzzu, alla processione dell’1 maggio parteciperanno, infatti, un’ottantina di sindaci, come segno di ripresa dalla pandemia da Covid-19 – ha rimarcato l’esponente della Giunta comunale, titolare delle Attività produttive e del Turismo – e a ricordare la generosità di tutti i paesi della Sardegna che ottanta anni fa accolsero gli sfollati di Cagliari in fuga dai bombardamenti che nel 1943 rasero al suolo la città”.
“Sto vedendo in questi giorni una vita e una quotidianità molto bella e sentita attorno a Sant’Efisio”, ha spiegato Roberto Mura, 367esimo Alter Nos. “Credo che l’aspetto della fede sia il più importante di tutta la Festa, unito alla coscienza che la città ha di se stessa, perché ogni aspetto delle celebrazioni sia curato al meglio”.
La 367ª processione per Sant’Efisio, proporrà con la consueta e consolidata solennità il più rappresentativo patrimonio etnografico del territorio regionale e i canti dei rosari dei devoti a piedi, le sonorità delle launeddas e sulitus nelle funzioni religiose, le tradizioni equestri. E le tracas – ha spiegato Ottavio Nieddu, direttore organizzativo della Festa – 20 provenienti da Capoterra, Domusnovas, Elmas, Guasila, Mogoro, Pula, Quartu Sant’Elena, Quartucciu, Sant’Antioco, Sarroch, Sestu, Settimo San Pietro, Sinnai e Villa San Pietro.
La processione dei devoti a piedi in abbigliamento tradizionale comprende il coinvolgimento di 77 associazioni folkloriche per circa 3.000 persone, da Aritzo, Armungia, Assemini, Atzara, Bari Sardo, Bitti, Bono, Busachi, Cabras, Cagliari, Cagliari Giorgino, Capoterra, Carbonia Serbariu, Desulo, Dolianova, Dorgali, Elmas, Esterzili, Ghilarza, Gonnesa, Iglesias, Ittiri, Laconi, Mamoiada, Maracalagonis, Meana Sardo, Monastir, Monserrato, Nulvi, Nuoro, Nuxis, Oliena, Orani, Orgosolo, Oristano, Orosei, Osilo, Ovodda, Pabillonis, Padru, Paulilatino, Pula, Quartu Sant’Elena, Quartucciu, Samassi, Samugheo, Sanluri, Sant’Antioco, Sarroch, Sassari, Selargius, Sennori, Senorbì, Sestu, Settimo San Pietro, Silanus, Siliqua, Sinnai, Siurgus Donigala, Sorgono, Tempio Pausania, Teulada, Tonara, Uta, Villa San Pietro, Villagrande Strisaili, Villasor e Villaurbana.
Saranno presenti circa 170 Cavalieri in abbigliamento tradizionale provenienti da Assemini, Cagliari, Capoterra, Desulo, Dolianova, Domus De Maria, Elmas, Mandas, Monserrato, Norbello, Nuragus, Orroli, Pula, Quartu Sant’Elena, San Giovanni Suergiu, San Sperate, Sant’Andrea Frius, Santadi, Selargius, Sestu, Settimo San Pietro, Teulada, Uta, Villa San Pietro, Villamassargia e Villaspeciosa.
Scorteranno il Santo 4 plotoni di Miliziani a cavallo che porteranno le bandiere dell’Arciconfraternita e dei quartieri di Stampace, Marina e Villanova, oltre a 4 binomi dell’Esercito Italiano in divisa ottocentesca per 60 unità.
Animeranno musicalmente la processione i suoni delle launeddas di 5 formazioni di strumentisti per complessivi 60 musicisti provenienti da Assemini, Maracalagonis, Monserrato, San Gavino Monreale e Villaputzu.
Andrea Loi, presidente Arciconfraternita del Gonfalone: “Siamo pronti per sciogliere il voto che Cagliari fece a Sant’Efisio nel 1652 per essere liberata dalla peste. La festa è sempre uguale, ma sempre diversa. La processione del 1° maggio è la punta dell’iceberg di un’attività preparatoria che dura tutto l’anno. Sempre nel segno della fede, della devozione e della tradizione”. E allora “buona Festa a tutti”, l’augurio anche da parte di Riccardo Rocca, Terzo Guardiano.
Qui il programma degli eventi.