La chiesa di San Teodoro fino al 3 settembre mattina ospiterà un progetto artistico avvolto dal mistero. Non si sa quali e di chi sono le opere artistiche che invadono, delicatamente e con estremo rispetto, lo spazio che Don Alessandro ha “messo a disposizione” con entusiasmo a chi ha chiesto di abitare questo luogo sacro per esporre le anime degli artisti anonimi partecipanti.
Lo stesso sacerdote, accompagnato dalla virtù della fede, ha accolto con curiosità l’idea originale dalla direzione artistica, invitandolo ad accettare la sfida del non conoscere niente in riguardo alle opere e agli artisti.
Un valore, la fiducia che con lo spirito che lo contraddistingue, nel cercare sempre di unire gli individui per fare bene per il bene, usando in questo caso l’espressione artistica quale mezzo per raggiungerne lo scopo.
Nell’evento velato dal mistero sarà il popolo visitatore che chiamato alle urne e soltanto lui a decidere chi dentro quel luogo sacro, attraverso la sua opera sarà proclamato come “l’artista più gettonato”.
Per la prima volta tutto sarà assente di nomi, curriculum e fregi vari, compresi i nomi di chi dietro le quinte ha lavorato affinché qualcosa di nuovo e innovativo nascesse dal niente.
Tutti gli artisti saranno posti sullo stesso piano critico così come i visitatori che vorranno interagire con loro attraverso le loro opere. Così che il progetto intende rendere offrire il diritto delle pari opportunità, uguaglianza, libertà d’espressione, democrazia soprattutto finalmente attraverso l’arte si rivela la realtà che si svela, sperando che in un futuro prossimo ciò possa avvenire in ogni campo relativamente all’umanità.
È stata scelta la chiesa, come luogo originale e inusuale dove iniziare una nuova strada d’artista, un nuovo movimento artistico perchè no, e perchè no dalla Sardegna a partire dal luogo sacro antico di San Teodoro.
L’evento, sponsorizzato dall’immobiliare 360 gradi di San Teodoro e l’Hotel Centrale di Olbia, si svolge in concomitanza con le celebrazioni dei 250 anni della parrocchia, e proprio lì dove è iniziato tutto, saranno esposte le immagini e la storia che racconteranno l’evoluzione della parrocchia dalle origini ad oggi, questo, grazie al lavoro di indagine e raccolta di informazioni, sapientemente illustrate dall’Architetto Massimo Oggiano che ha seguito anche i lavori di restauro cosi descritti: “Prima di questo restauro avvenuto per sottrazioni, si entrava dentro una scatola muraria con un contro soffitto di legno che ne ha nascosto la luce e le antiche geometrie per più di quarant’anni. Restaurare la chiesa di San Teodoro è stato come collaborare con il tempo, nel suo aspetto di memoria”.
La città di San Teodoro è conosciuta per la sua favolosa costa e movida estiva, ma non per quanto riguarda l’arte, eppure il territorio pullula di artisti in fermento, di un’amministrazione comunale giovane e attiva, che sta rivoluzionando l’assetto del territorio in tutti i settori, cercando di focalizzare l’attenzione sulla salvaguardia delle sue bellezze naturali e sul valore dell’essere umano, di chi abita il territorio sia da residente sia da turista, per offrire a tutti la possibilità di coesistere in modo sobrio ed equilibrato. Fra le tante prerogative, giocherà un ruolo importante la scoperta e la valorizzazione dell’arte.
Don Alessandro, ringrazia la direzione artistica e tutti gli artisti partecipanti per la loro generosa scelta di offrire le opere in vendita ad un prezzo popolare e donare una parte del ricavato alla parrocchia. Auspicando che anche i visitatori seguano il loro esempio di generosità lasciando un’offerta che verrà utilizzata per ultimare i lavori di restauro.
Gli artisti partecipanti intendono comunicare che l’opera di un’artista è stata censurata, senza motivazione ufficiale, dallo stesso Don Alessandro, scelta che rispettano ma non condividono in quanto l’opera, a loro avviso, è rispettosa e consona ai canoni stabiliti dal contesto in cui doveva essere esposta. In questo modo, escludendo qualsiasi polemica e ringraziando il parroco per la sua disponibilità e fiducia, è stata negata all’osservatore la possibilità di valutarne il contenuto e il valore stesso, perché comunque sia, la censura di un’opera potrebbe falsificare il risultato finale e in qualche modo la completezza di tutto il progetto.