Life After Oil, festival cinematografico che si occupa in maniera specifica di ambiente e di diritti umani a livello internazionale, festeggia un traguardo importante: la decima edizione. Un viaggio iniziato nel 2014 nel segno del cinema visto non solo come espressione artistica, ma anche come strumento di conoscenza e informazione su argomenti che dovrebbero riguardare tutti.
Per il terzo anno consecutivo si conferma la collaborazione con il comune di Villanovaforru, paese nella provincia del Sud Sardegna che ospiterà la manifestazione dal 6 al 10 giugno 2023.
Dall’Afghanistan al Venezuela per segnalare gli estremi della lista, in ordine alfabetico, dei 92 Paesi diversi dai quali sono arrivate le 989 opere iscritte per questa decima edizione di Life After Oil. La commissione di selezione – Cinzia Ghiani, Claudia Morelli, Davide Mangini, Elisa Russi, Fabio Canessa, Francesco Mazzotta, Francesco Villa, Marco Piras, Massimiliano Mazzotta, Raffaela Lunetta, Riccardo Albuzzi e Riccardo Russi – ha ammesso al concorso 50 film tra lungometraggi e corti di diverso genere e durata (documentari, fiction, lavori di animazione) con 14 opere prime. Come sempre il numero di temi affrontati dai registi con i loro lavori, sia dal punto vista ambientale sia da quello dei diritti umani, è molto ampio. Si va dall’agricoltura sostenibile ai danni alla salute provocati dall’inquinamento, dalla violenza di genere ai diritti dell’infanzia negati, da storie di riscatto sociale a buone pratiche di tutela del paesaggio. Diversi film hanno avuto anteprime di grande prestigio, partecipando ai più importanti festival cinematografici al mondo: da Cannes a Venezia.
Sono 6 le sezioni competitive di questa edizione del festival: lungometraggi e mediometraggi ambiente, cortometraggi ambiente, lungometraggi diritti umani, cortometraggi diritti umani, world panorama e animazioni. Le proiezioni si terranno a Villanovaforru in piazza Costituzione tutte le sere, dal 6 al 10 giugno, a partite dalle 21 (in caso di maltempo al Centro di accoglienza straordinaria). Solo per gli studenti alcuni film saranno proiettati, le mattine dal 7 al 9 giugno, all’auditorium dell’Istituto d’istruzione superiore G.B. Tuveri di Villamar.
AMBIENTE lungometraggi e mediometraggi
Tra i film iscritti nella sezione, pensata sia per lunghi sia per mediometraggi, i selezionatori hanno scelto 4 opere. Si va dalla storia della miniera di ferro in un villaggio nepalese raccontata in “The Iron Digger” di Anil Budha Magar al documentario “Lagunaria” di Giovanni Pellegrini sulla laguna di Venezia, passando per l’inchiesta sullo stato dell’acqua in Bolivia al centro di “Be Water – Andes to Amazonia” di Julia Blagny e la fiction finlandese “Solar Wind Alley” di Anastasia Lobkovski sul tema dell’energia. I tre giurati della sezione sono l’attrice Marianne Borgo e la regista Mathilde Cusin, entrambe francesi, e il critico cinematografico indiano Ajit Rai.
AMBIENTE cortometraggi
Sono 10 i brevi film che fanno parte della sezione corti dedicati alle problematiche ambientali. Tra questi l’indonesiano “Hide and Seek” di Rian Apriansyah, sulla piaga degli incendi boschivi, e il nepalese “Wildfire” di Shyam Karki sulla salvaguardia del panda rosso, animale in via d’estinzione. E poi due lavori di registi sardi: “Binario morto”, favola ambientale, diretta da Antonio Maciocco e “Una nuova voce” firmato da Peter Marcias su un progetto relativo al piantare alberi in tante zone dell’isola. La giuria è formata da Joe Juanne Piras, direttore artistico di Andaras Traveling Film Festival, Alice Arecco, coordinatrice del Milano Film Network, e dallo spagnolo Marko Montana, direttore dell’Almagro International Film Festival.
DIRITTI UMANI lungometraggi
A formare la sezione di lungometraggi e mediometraggi su diritti umani sono 4 film. Come fiction “Final Round” del regista di origine franco-marocchina Mohamed Fekrane, su un viaggio di migranti africani che cercano di raggiungere l’Europa, e “It’s Time To Go” dell’indiano Ananth Narayan Mahadevan che affronta in modo originale il tema dell’eutanasia. Come documentari “Nei giardini della mente” di Matteo Balsamo che parla di salute mentale e manicomi e “Sarura – The Future is an Unknown Place” di Nicola Zambelli su un gruppo di giovani palestinesi in lotta contro l’occupazione militare israeliana con azioni non violente. Compongono la giuria la scrittrice e giornalista Marina Forti, il regista Niccolò Bruna e il tedesco Till Dietsche, direttore del Cinemare International Ocean Film Festival di Kiel.
DIRITTI UMANI cortometraggi
Dei numerosi brevi film visionati la commissione di selezione ha deciso di portare in concorso 10 lavori che aprono lo sguardo su vari di temi riguardanti i diritti umani. Dalla violenza domestica al centro di “Bertie mi ha scritto una poesia” di Vittoria Rizzardi Penalosa e del cortometraggio kazako “Dad, Shall We Sing Something?” di Aidana Baurjanqyzy, alla storia di rifugiati in cerca di asilo raccontata da “Not Go Gentle” della slovena Sasha Ihnatovich e quella sull’accettazione dell’omosessualità sul quale ruota “Will You Look at Me” del cinese Shuli Huang. A scegliere il migliore film della sezione saranno Tekla Taidelli, regista, Federica Masin, produttrice creativa ed esecutiva, Francesca Casula, scrittrice e giornalista.
ANIMAZIONI
Al sempre particolare e affascinante linguaggio dell’animazione il festival dedica una sezione specifica con 14 opere. Nella selezione trovano spazio “Bookstore” di Annika e Ofelia Giannini, lavoro svedese in frame by frame animation, “Gun Play” dell’iraniano Barzan Rostami che tocca il tema della violenza nei media, “Lights” dell’ungherese Adél Palotás su discriminazione e consumismo. A decretare il vincitore sarà una rappresentanza dell’Istituto d’istruzione superiore G.B. Tuveri di Villamar, 12 studenti coordinati dal professore Gavino Fenu: Claudia Ferri, Elettra Mameli, Melissa Delogu, Alessio Marino, Camilla Lasio, Arianna Rossi, Marco Erriu, Samuele Matta, Matteo Fadda, Anastasia Porcedda, Giovanni Porcedda, Kevin Lai.
WORLD PANORAMA cortometraggi / Tema libero
Più libera da vincoli tematici è la sezione World Panorama dove trovano spazio sempre 8 titoli. Tra questi il russo “Applause” di Ivan Zabazhanov, satira ispirata allo scrittore antistaliniano Aleksandr Solzenicyn e due film italiani: “L’allaccio” di Daniele Morelli, omaggio al grande regista Roberto Rossellini, e “Tria” di Giulia Grandinetti, ambientato in una Roma distopica. A scegliere il miglior lavoro di questa sezione una giuria composta da migranti richiedenti asilo presenti nel centro di accoglienza di Villanovaforru: Majid Akram, Iltaf Hussain, Aicha Ben Falami, Mohamed Amine – Ben – Khater, Mohammad Younas e Hamza Hammami.