Domani, giovedì 23 maggio, alle ore 19:00, la biblioteca catalana Obra Cultural di Alghero (via Arduino n.44), ospiterà la calciatrice e allenatrice palestinese Natali Shaheen (Premio Internazionale Sport e Diritti Umani Amnesty Italia e Sport4Society 2023) per presentare, insieme a Lavinia Rosa dell’associazione Ponti non Muri e a Giovanni Salis del gruppo Emergency Sassari, il suo libro “Un calcio ai pregiudizi. Dalla Sardegna alla Palestina dribblando ogni ostacolo” dove racconta e testimonia la sua storia di vita e di amore per lo sport, oltre i confini e i pregiudizi e al di là delle guerre e delle religioni.
Dalla prefazione di Ettore Zanca: “Qui non si parla di guerriere. Perché la guerra è tempo che finisca. Ovunque. Queste sono anime libere che volano sopra gli abiti, i pregiudizi, le storture di questo mondo che di regolare ha solo la sua orbita per arrivare a incontrarsi su un livello superiore. Quello del talento. E darsi la mano. Qui si narra come si è evoluta una storia tra sport e speranze di un mondo migliore. Un mondo che non è solo un diritto. Ma un dovere. Abbiamo il dovere di sperare in un mondo migliore. Dove Natali e le donne come lei non debbano sentirsi penalizzate. Mai più”.
L’incontro sarà una occasione per informarsi sulla situazione attuale della Palestina e per capire e comprendere le ragioni di un conflitto che dura da oltre 76 anni.
Con il ricavato dalla vendita del libro l’Associazione Ponti non muri – nata nel 2006 per creare un ponte fra Sardegna e Palestina – organizzerà nell’isola e in alcuni villaggi rurali della Palestina degli Open Day di calcio e sport (fra cui “self-defense”, difesa personale) aperti a tutte le bambine e le ragazze dai 5 anni in su, per normalizzare l’idea che le donne possono essere coinvolte nel calcio e dare a loro l’accesso allo sport in generale e per sensibilizzare la società alla parità di genere.
Natali Shaheen è una campionessa palestinese di calcio, ex capitana della nazionale palestinese, che ora risiede a Sassari, dove studia e continua a coltivare la sua passione per il pallone che l’ha portata a essere la prima calciatrice palestinese in Europa. Nel 2023 riceve il Premio Internazionale Sport e Diritti Umani di Amnesty Italia e Sport4Society “per la sua determinazione e il suo impegno nella difesa dei diritti umani e del diritto allo sport, che dovrebbe essere accessibile a tutti, indipendentemente dalle condizioni economiche, sociali e di genere”.
Dai check point dei territori palestinesi occupati ai campi di calcio sardi con la maglia del Real SunsService, contro i pregiudizi come racconta nel suo libro.