Cagliari si unisce all’edizione 2023 delle Giornate Europee del Patrimonio, che si svolgono sotto il tema “Patrimonio inVita”. E per l’occasione questa mattina è stata inaugurata alla MEM una nuova mostra dedicata a Evandro Putzulu, una figura paleografa fondamentale ma spesso poco conosciuta al di fuori degli esperti del settore.
“Evandro Putzulu (1911-1992), nativo di Cagliari, ha svolto un ruolo cruciale nel salvataggio del ricco patrimonio storico dell’Amministrazione cittadina. Dopo i devastanti bombardamenti del febbraio del ’43, che danneggiarono pesantemente la Biblioteca comunale, Putzulu assunse la sua direzione nel luglio del 1946 e iniziò un’opera di recupero e riorganizzazione senza precedenti”, ha spiegato l’Assessora alla Cultura, Maria Dolores Picciau, incontrando i giornalisti nella Sala conferenze della Mediateca del Mediterraneo di via Mameli 164.
“Questo progetto – ha concluso l’assessora Picciau – rientra tra gli indirizzi dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Cagliari teso alla valorizzazione di quegli intellettuali spesso ingiustamente dimenticati la cui storia è importante restituire alla nostra città”.
La mostra “Il fascino del rigore: Evandro Putzulu, una vita per l’Archivio”, curata dalle archiviste dell’Archivio storico del Comune di Cagliari e dalle bibliotecarie della Biblioteca di Studi Sardi, presenta le pubblicazioni curate da Putzulu, che tracciano la sua carriera di bibliotecario e intellettuale. Le pubblicazioni sono il risultato dei suoi viaggi di studio in Spagna, dove ha scoperto documenti cruciali legati a Cagliari, tra cui lo statuto del Castello di Bonaria.
Fino al 23 settembre i visitatori avranno dunque l’opportunità di ammirare alcuni dei documenti contenuti nell’Archivio, che furono oggetto del “salvataggio” di Putzulu. Tra questi spicca il Libro Verde, risalente ai primi decenni del 1300, che contiene tutti i privilegi concessi dalla Corona di Aragona alla Città di Cagliari.
Nell’agosto del 1946 Putzulu si dovette confrontare con gli esiti disastrosi della guerra, di cui diede una rappresentazione efficace nella sua relazione, frutto dell’ispezione nei locali del Municipio che ospitavano l’Archivio e la Biblioteca civica. “Il materiale archivistico e librario, già direttamente danneggiato dalle esplosioni e dal conseguente crollo – scrive – rimase per circa tre mesi tra il fango e la polvere delle macerie e quindi, dopo il recupero, per tre anni accatastato”. A quel punto, oltre a trovare una nuova sede e riallestire gli arredi, tra cui 800 metri di scaffalatura distrutti, a lui sarebbe toccato il compito di “depolverizzare”, ha puntualizzato l’archivista Elisabetta Nieddu citando la deliberazione con la quale Putzulu venne assunto al Comune, e riordinare il materiale, restaurarlo, ricomporre le raccolte, riscrivere cataloghi e inventari, dato che ben poco si era salvato dei precedenti strumenti di corredo. Insomma, un lavoro titanico, che si sobbarcò insieme ad altri tre impiegati. Per la Biblioteca rinunciò a ricomporre le raccolte originali, le cosiddette “Librerie”, ma suddivise in due parti il materiale, fondo sardo e generale. Inoltre, pur di accontentare le richieste degli studiosi sempre più pressanti, fece realizzare circa 400 metri di scaffali e allestì una sala lettura con 24 posti.
Il lavoro di Evandro Putzulu nel restaurare, catalogare e rendere nuovamente accessibile questo prezioso patrimonio storico ha contribuito in modo significativo a preservare la memoria storica della città. Grazie a lui, la Biblioteca comunale ha riaperto al pubblico il 15 luglio 1947 nella Galleria comunale ai Giardini Pubblici, rendendo il patrimonio storico di Cagliari nuovamente “in vita”.