Una donna, un’artista. Elena Pasquini (nata a Santu Lussurgiu, classe 1948) per tutta la vita ha continuato a studiare e perfezionarsi, sperimentare e approfondire le diverse tecniche plastiche e figurative, elaborando una sua cifra personale e riconoscibile, con temi e iconografie ricorrenti che svelano insieme a una ricerca interiore un profondo amore per la “sua” Sardegna.
Un’artista eclettica, appassionata e immersa nella materia, dai suoi colori, con cui sapeva dipingere e trasfigurare il mondo, all’argilla in cui infondere la vita, come nelle sue donne passionali e libere, dalla segreta e maliziosa sensualità che sboccia dalla ceramica; nelle statuine fittili, dove con ironia stigmatizza caratteri, vezzi e vizi di una categoria di stimati professionisti, con i suoi avvocati che “hanno perduto la testa”; dalle enigmatiche figure ispirate ai miti e alle leggende della Sardegna all’eleganza stilizzata di un “Albero di Natale”.
Una creatura sensibile e vivace, amante della vita ma anche capace di dare corpo alle inquietudini e alla moltitudine dei pensieri, dipanandole sulla tela in un incessante e incalzante movimento di dita che (s)velano e racchiudono il volto. La sfrenata e audace corsa delle pariglie de “sa carrela ‘e nanti” è uno dei momenti che l’artista ama fissare e celebrare nei suoi quadri, come un omaggio alla città natia e un ritorno alle radici. Ma ecco apparire la figura quasi felliniana di una femme fatale, mentre si incrocia lo sguardo enigmatico di un paio d’occhi che splendono tra le pieghe di un hijab, e poi una galleria di ritratti di familiari – genitori, marito, figli – dove con mano leggera Elena Pasquini ha saputo cogliere insieme alle linee, i piani, i contorni, anche l’eco di un sentimento.
Vagare per le stanze della sua casa di Ghilarza, è un po’ come sentire ancora il soffio del suo respiro, l’eco dei suoi passi: nella villetta nel centro storico ogni oggetto, ogni quadro e ogni cornice, ogni angolo sono pieni della sua presenza. Nel suo studio, dove campeggia l’immagine iconica di un cavallo azzurro, come fatto d’acqua e splendente nel riflesso del sole, scontornato dal bianco della spuma, un’opera incompiuta sul cavalletto attende ancora il suo ritorno. Tutto o quasi è come quando lei se n’è andata. Sì, perché Elena non c’è più.
Ma continua a vivere nella memoria di quanti hanno avuto il privilegio di conoscerla, di entrare nel raggio della sua luce, di vederla al lavoro, di condividere il suo autentico e profondo amore per l’arte, per tutte le arti, da creatrice ma anche da collezionista.
La mostra “Elena Pasquini / Esperienza Introspettiva, Vita” fino al 15 luglio 2022 all’Agorà di Ghilarza, fortemente voluta dal consorte Pietro Biancotto comprende un’antologia di opere significative che spaziano dalla pittura alla scultura, dai bassorilievi in ceramica ai disegni, alle incisioni, dai paesaggi ai volti di persone care o di sconosciuti, in un percorso non cronologico ma squisitamente emozionale.
Il progetto espositivo site specific ideato dal direttore artistico, il regista e videomaker Riccardo Barracu, prevede oltre a un’installazione ispirata allo studio dell’artista, delle proiezioni che evocano la figura di Elena Pasquini, i luoghi della sua infanzia e della sua giovinezza, la chiesetta di San Leonardo dove son state celebrate le sue nozze, gli incantevoli scenari del Montiferru con un video dai toni onirici, un lirico excursus sulle orme dell’artista. Un angolo segreto, quasi un riflesso della sua anima a cui i visitatori possono accostarsi, per entrare in punta di piedi nel suo personalissimo universo.
Tra i contributi quello prezioso del compositore Mirco Magnani, co-fondatore di Minox, Technophonic Chamber Orchestra e 4Dkiller, che con la sua casa di produzione, la Undogmatisch Berlin, fondata insieme con la pittrice Valentina Bardazzi, ha creato la musica per l’installazione con la collaborazione di Lukasz Trzcinski. Le suggestive ambientazioni sonore e il disegno luci con la direzione tecnica di Grandi Luci Tony Grandi suggeriscono un’atmosfera raffinata, intima e raccolta, adatta alla contemplazione.
“Elena Pasquini / Esperienza Introspettiva, Vita” rappresenta un omaggio all’artista ma anche un atto d’amore. Le opere selezionate dalla curatrice Viviana Faedda, corrispondono ai “capitoli” di un racconto visionario, lungo un itinerario che inizia dai dipinti (al piano terra) per proseguire con le ceramiche (al piano superiore): paesaggi e ritratti realizzati (con varie tecniche), accanto ad alcune opere – sottolinea Viviana Faedda – «avvolte in un alone di mistero», riflesso di pensieri e stati d’animo, così come le sculture realizzate in «un materiale intrinsecamente fragile, seppure longevo», che «indagano l’essenza della condizione umana nei suoi risvolti più intimi, la sofferenza e la metamorfosi, la possibilità di evolversi e di cambiare».
Orari: dall’8 all’11 luglio: ore 10:00-13:00 e 16:00-23:00. Dal 12 al 15 luglio : ore 16:00-21:00.