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Il 7 e l’8 settembre ritorna la Sagra della Mandorla a Baressa, il piccolo borgo dell’oristanese, giunta alla XXVIII edizione

di Redazione
5 Settembre 2019
in Eventi, Sardegna
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Il profumo dei fiori di mandorlo, bianchi o rosati, che annunciano l’arrivo delle prime giornate primaverili, colorano le strade, le campagne, portano il buonumore e i sapori caratteristici della tradizione dolciaria sarda. A Baressa, piccolo borgo di 650 abitanti nell’oristanese, si celebra questo frutto da ormai quasi tre decadi con la “Sagra della Mandorla”, ingrediente principale dei dolci della Sardegna e regina incontrastata delle straordinarie distese di mandorleti, nel piccolo comune dell’Alta Marmilla, qui coltivati da secoli. Una manifestazione di lunga data che il 7 e l’8 settembre festeggia ventotto anni, tra diverse iniziative per le vie del centro storico e i cortili aperti delle antiche case del paese che ogni anno accolgono per questa occasione circa cinquemila visitatori: convegni, sfilate di maschere tradizionali sarde, gruppi folk, musica, mostra mercato dei prodotti agroalimentari, visite alle botteghe degli antichi mestieri, alla Casa Museo, degustazione dei dolci a base di mandorle prodotti dalle aziende artigiane a conduzione familiare.

Una “due giorni” a cui l’amministrazione comunale insieme a tutta la comunità lavora sin dagli inizi dell’anno per proporre un programma ricco di eventi. “Questa festa è per noi un’occasione di promozione per l’agricoltura del nostro territorio, dei nostri prodotti, delle bellezze naturali e architettoniche. La mandorlicoltura ha radici molto profonde nella nostra comunità di contadini, e copre un’importante area delle nostre campagne con mandorleti recenti e parecchi anche ultrasecolari. L’idea non è solo quella di valorizzare il prodotto, ma anche quella di fare in modo che tutti gli attori della filiera si mettano insieme, stimolando gli agricoltori locali a rinnovarsi attraverso la cura e la sistemazione di nuovi impianti affinchè sia possibile realizzare direttamente qui l’intero processo di produzione che abbracci anche la lavorazione, la trasformazione e la commercializzazione”, spiega il Sindaco Piergiorgio Corona.

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Una iniziativa che mira a far scoprire alle migliaia di turisti le bellezze di un territorio dell’interno della Sardegna, ma soprattutto a porre un freno al drammatico fenomeno dello spopolamento che sta colpendo anche questa zona dell’isola che ha sempre vissuto di agricoltura e di allevamento. Commercializzazione dei prodotti tipici e opportunità turistiche quindi, come sta accadendo da diversi anni grazie anche all’albergo diffuso “Il Mandorlo” con i suoi 28 posti gestito da una cooperativa di giovani nel centro storico del piccolo paese e un ricambio continuo di visitatori in arrivo da tutto il mondo, per quasi tutto l’anno. Temi sostanziali che verranno discussi in apertura della manifestazione nella mattinata di sabato 7 settembre a partire dalle ore 10.30 nei due convegni dal titolo “Problematiche ed opportunità della filiera della mandorla” e “Il modello dell’Albergo diffuso: il Soggiorno esperenziale”, a cura del CNA Sardegna, Agenzia Laore, Agenzia Agris, Tursarda – Albergo diffuso Il Mandorlo, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola Media Impresa.

E ancora la mandorla sarà protagonista in chiusura della prima mattinata alle 13.00 nella premiazione del concorso per il Miglior Amaretto di qualità. Nel pomeriggio di sabato a partire dalle ore 15.00 fino alle 21.00 si potranno visitare gli stand con i prodotti agroalimentari, le botteghe artigianali con la dimostrazione della lavorazione dei cestini a intreccio realizzati con le canne e le erbe palustri, la lavorazione di piccoli oggetti in legno e in particolare dell’arte millenaria della filigrana con alcuni professionisti della gioielleria tradizionale sarda. Cinquantuno, il numero degli espositori presenti per per le strade e le corti del centro storico, dove protagonisti saranno naturalmente la mandorla con degustazione gratuita dei dolci tipici locali quali amaretti, is gueffus, pani ‘e saba, il croccante e tanti altri, e i cibi del territorio: salumi, miele, ortaggi, frutta, formaggi, tra cui quelli di Aritzo e di Desulo; non mancherà anche stavolta il vermentino e la malvasia del signor Eraclio che da anni riserva una parte della sua produzione per i turisti che giungono al paese per la sagra. “I visitatori fanno tappa da noi in questi giorni anche per avere l’opportunità di acquistare prodotti genuini. Spesso capita che ritornino successivamente anche durante tutto l’anno per rifornirsi di olio, di mandorle sgusciate e di altri prodotti locali”, sottolinea il primo cittadino.

Tanti anche i giovanissimi baressesi impegnati come guide nei musei, nelle corti delle case private dove ancora resistono le testimonianze dell’attività contadina dei secoli scorsi, come l’antico “Su Molinu” per le olive che veniva azionato da un cavallo; la Casa Museo del Comune che raccoglie un affascinante spaccato della vita di un tempo con le sue stanze ancora integre, il pagliaio, l’alloggio per gli animali, gli attrezzi e gli arredi. Sarà possibile inoltre visitare l’esposizione di una collezione privata di armi e costumi dell’antica Roma, di proprietà di un appassionato collezionista di Usellus e la mostra permanente di arte sacra nella chiesa parrocchiale di San Giorgio: una interessante esposizione di arredi e oggetti preziosi, e di statue lignee. Tra gli obiettivi della sagra anche quello di promuovere le tradizioni della Sardegna, momento centrale di attrazione per i visitatori e di grande spessore culturale. La sera di sabato a partire dalle 18.30 spazio alle sfilate di alcune delle maschere tradizionali della Sardegna, come i Thurpos di Orotelli, Sos Merdules Besoz di Ottana, i Mamuthones Issohadores di Mamoiada, i Tamburini e Trombettieri di Oristano. Chiude la prima serata lo spettacolo etnico-musicale “Bajanas” con Cristina Fois. Domenica a partire dalle 9.00 del mattino si potrà continuare il giro tra gli stand e le visite per il paese; a partire dalle 17.30 sarà la volta della sfilata per le vie del centro storico e dell’esibizione in piazza dei gruppi folk di Baressa, Sardara, Gesturi, Samassi e Desulo. Chiude il concerto di Maria Giovanna Cherchi e il suo tributo alla tradizione della musica popolare sarda.

“Gli abitanti di Baressa sono molto legati alla tradizione della mandorla perché è una coltura che veniva subito dopo la raccolta del grano, dei cereali e dei legumi, della trebbiatura in generale. Ad agosto si dedicavano alla raccolta delle mandorle che venivano poi vendute ai commercianti di passaggio con il loro carro. Durante l’estate inoltre le foglie verdi cadute dagli alberi dei mandorli rendevano quell’area un pascolo per il gregge di maggior pregio da vendere a buon prezzo. In un periodo in cui non c’era erba nelle campagne per via della siccità le pecore apprezzavano di buon grado quel gustoso cibo, e venderlo contribuiva al sostentamento della famiglia – sottolinea il Sindaco di Baressa, Piergiorgio Corona – Bei ricordi della nostra storia legata alle coltivazioni di mandorleti ancora ben custoditi e tramandati dalla nostra comunità”.

Tutti i dettagli del programma della sagra della mandorla si possono trovare nel sito del Comune di Baressa, sezione Eventi comune.baressa.or.it

Tags: BaressamandorlaSardegna
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