Trent’anni di scatti fotografici, opere di videoarte e film che attraversano l’intensa attività di Giovanni Coda come regista e fotografo.
Un viaggio dell’anima lungo tre decadi raccolto nella mostra antologica dedicata all’intenso processo creativo dell’artista cagliaritano pluripremiato nel mondo. Dopo l’inaugurazione lo scorso anno a Quartu S. Elena e le successive date a Cagliari e Nuoro, nel corso del 2022, l’esposizione conclude il tour nei prossimi giorni con l’ultima tappa a Villanova Monteleone che vede l’inaugurazione sabato 4 marzo nel prestigioso spazio di “Su Palattu”, alle 17:00.
La mostra sarà quindi visitabile fino al 25 marzo 2023, con ingresso libero e gratuito. All’interno della giornata inaugurale verrà proiettato il Film “La storia di una lacrima” ispirato al libro “Ocean Terminal” di Piergiorgio Welby e curato da Francesco Lioce. Organizzazione a cura di Antonio Murgia, Presidente dell’associazione Uffici d’Arte.
“Visionario per vocazione ma con i piedi ben saldati a terra, Giovanni Coda ha alle spalle una sfaccettata e ricca attività filmica e fotografica (e una) serie di altre cose difficili da classificare che gli consentono oggi di soffermarsi con sguardo riflessivo su oltre trent’anni di lavoro. E fare i conti con sé stesso. E con una realtà in cui individua crepe e disfacimenti, ferite e privazioni. Giocate su una scacchiera che ribolle di denuncia e scandalose emergenze, di ossessioni autobiografiche e non, di spazi e condizioni sempre su una soglia di precipizio tra vita e morte, tra estenuante bellezza e cronaca crudele. Dove il corpo, nella sua fisicità di oggetto simbolico (sia che si tratti dell’essere umano che di cose rappresentate) è il luogo del sociale, dunque del desiderio di riscatto e di umanità redenta”. Mariolina Cosseddu
“Una costante nella progettazione delle opere filmiche di Giovanni Coda, oltre all’assenza di un copione e di una sceneggiatura vera e propria che prevede una struttura filmica suddivisibile in sequenze o atti, è quella parte dedicata al dietro le quinte, alla struttura dell’impianto fotografico e alla documentazione, parti integranti del personale e origina-le processo creativo.
Sperimentatore indipendente, la cui cifra stilistica è riconoscibile a prima vista e difficilmente inquadrabile in una qualsivoglia tendenza, Giovanni Coda coniuga cinema, fotografia e arti performative, con molteplici riferimenti che vanno da Greenaway a Pasolini, da Pina Bausch a Bill Viola e da Lachapelle a Erwin Olaf, con la costante di una voce narrante fuori campo che, come in diario, racconta senza filtri la tematica in esame. Sensoriali e metaforiche, le sue opere sono caratterizzate da contrapposizioni stilistico-espressive tra il racconto di matrice documentaristica e quella parte più visionaria e talvolta patinata che suscita immancabilmente sensazioni spiazzanti, dal momento che, parafrasando Ingmar Bergman, “non c’è nessuna forma d’arte come il cinema per colpire la coscienza, scuotere le emozioni e raggiungere le stanze segrete dell’anima.” “E in questo Giovanni Coda è maestro”, conclude Roberta Vanali.
“Con l’esposizione della mostra antologica in quest’ultima tappa a Villanova Monteleone, il bellissimo riconoscimento a Londra come “Miglior Regista” per “La sposa nel vento”, e la presentazione a Seattle e in Sardegna di questo mio nuovo film che chiude la trilogia dedicata alla violenza di genere con tantissimi apprezzamenti, questa esposizione fotografica rappresenta per me un altro importante tassello che chiude il ciclo – iniziato circa un anno e mezzo fa – dei miei nuovi trenta anni di attività artistica – e il meraviglioso spazio de Su Palatu è la cornice perfetta per ripartire con nuove avventure” spiega Jo Coda.