È il luogo in cui trovare le cose che AMI: così Bepi Vigna, direttore del Centro Internazionale del Fumetto di Cagliari, sceneggiatore e co-creatore del personaggio di Nathan Never per Sergio Bonelli Editore, declina l’acronimo che indica l’Archivio Multimediale dell’Immaginario, presentato alla stampa lo scorso giovedì alla presenza dell’Assessora alla Cultura del capoluogo sardo Maria Dolores Picciau. Certamente un luogo fisico, dunque, ma anche uno spazio in cui viaggiare alla scoperta -o riscoperta- di quel patrimonio di cultura popolare che ci ha formati come individui e collettività, tra fumetto, cinema e televisione.
Gli spazi dell’Archivio Multimediale dell’Immaginario
L’AMI nasce in seno alla decennale attività del Centro Internazionale del Fumetto, fondato nel 2000 come diretta continuazione della prima scuola di fumetto della Sardegna, e rappresenta il frutto di una raccolta di materiali radunati nel corso di svariati decenni; dal 2018 il Centro ha sede negli spazi del Polo bibliotecario Falzarego 35, nell’edificio chedai primi anni ’50 del Novecento fino a poco dopo il 2000 ha ospitato una delle scuole elementari più frequentate di Cagliari, la Edmondo De Amicis di via Falzarego 35. In seguito, i locali della scuola sono stati assegnati dal Comune a 6 realtà socio-culturali differenti, detentrici di fondi librari: oltre all’AMI, dunque, il Polo comprende il Centro di Documentazione e Studi delle Donne (Coop. Soc. La Tarantola), la Mediateca LGBT e Queer (ARC Onlus), il Centro di documentazione per lo spettacolo Marco Parodi (Ass. La Fabbrica Illuminata), la Biblioteca Arti e Mestieri dello Spettacolo (Coop. Soc. Teatro del Sale) e il Centro di documentazione multimediale delle zone umide (Ass. Parco Molentargius).
Come queste biblioteche, l’AMI fa capo al Sistema Archivistico-Bibliotecario comunale: da qualche tempo è dunque iniziata la catalogazione degli oltre diecimila documenti che sono custoditi nelle tre grandi sale del Centro del Fumetto: l’Aula Aurelio Galleppini -spazio didattico in cui è possibile ripercorrere la carriera di Galep, il mitico disegnatore di Tex Willer, e ammirare alcune stampe della sua produzione artistica sacra-, la Sala Franco Putzolu, dedicata al famoso illustratore e vignettista, e infine la Sala Giovanni Manca, intitolata al fumettista creatore di Pier Cloruro de’ Lambicchi.
Il patrimonio
La parte più cospicua del fondo librario riguarda il fumetto: riviste, collane, albi, graphic-novel e saggi coprono l’intera storia del fumetto italiano, con le collezioni complete del Corriere dei Piccoli del1940 e le annate dal 1960 al 1972, le prime edizioni degli albi dei Supereroi dell’Editoriale Corno, le ristampe anastatiche e le annate originali di Linus dal 1965 al 1980 e le raccolte complete delle riviste antologiche Totem, Comic Art, Pilot e Eureka; è inoltre presente una interessante selezione di comics provenienti da diverse parti del mondo, dalla Cina al Brasile, dall’Argentina alla Russia. Per quanto riguarda il cinema, è cospicuo il corpus relativo all’animazione, con saggi e film in formato DVD, così come è significativo il numero di documenti relativi alla televisione, tra saggistica e materiali video; particolarmente interessante è inoltre il patrimonio di “carte povere” –Figurine, Carte da Gioco tematiche e Tarocchi– possedute dall’Archivio. Una vasta sezione è inoltre dedicata alle riviste illustrate e satiriche d’epoca, dalla prima metà dell’Ottocento fino agli anni Sessanta del Novecento, come Illustrazione Italiana, Illustrazione Popolare, Lo Spirito Folletto, Il Giornalino della Domenica, e ai fotoromanzi, con le annate complete di Avventuroso Film del 1949-1951.
Il Fumetto Sardo
Una parte dell’Archivio è dedicata al fumetto sardo; il materiale è attualmente in fase di catalogazione e per ogni autore viene approntata una scatola specifica: “La catalogazione tramite scatole e schede facilita non poco la consultazione e lo studio dei materiali” ha spiegato la curatrice del censimento dei documenti Elisabetta Randaccio, “Nelle scatole è contenuta una grande varietà di materiali, da pubblicazioni e articoli di giornale a lavori pittorici, sceneggiature originali di fumetti e graphic novel, a dimostrazione di una straordinaria creatività sarda nell’ambito del fumetto”; i fumettisti sardi sono inoltre celebrati anche attraverso una piccola “Hall of Fame” di stelle, che presto si arricchirà di nuovi nomi.
Le donazioni
Oltre alla raccolta di materiali che sono il frutto della storia del Centro del Fumetto e dei rapporti intessuti negli anni con istituzioni italiane e internazionali, come l’Institut National des Beaux-Arts e il Forum International de la Bande Dessinée di Tétouan (Marocco) o Il Festival Letterario Semana Negra de Gijón (Spagna) solo per citarne alcune, l’Archivio si compone di una serie di donazioni, come il Fondo Rivelli conferito dal narratore/fumettista d’autore Otto Gabos e dedicato a suo padre, e i rari materiali donati dall’ex insegnante, scrittore e musicista Fulvio Caporale, insignito della carica di socio onorario del Centro, tra cui spiccano una Smorfia Romana del 1810, con incisioni di fine Settecento, e un giornale illustrato francese del 1789, con alcuni interessanti riferimenti all’inizio della Rivoluzione Francese.
L’AMI e il Centro Internazionale del Fumetto, oggi
Le attività, dopo la pausa forzata dovuta alla pandemia, sono finalmente riprese; sono attivi i corsi di fumetto per bambine/i e ragazze/i e, in autunno, le attività didattiche riprenderanno con alcune novità. Attualmente, nei locali del Centro Internazionale del Fumetto, è allestita la mostra didattica “Segni particolari: Supereroe!”, dedicata ai principali protagonisti dei fumetti Marvel e DC Comics, tra cui Wonder Woman, Batman, Iron Man e Spider-Man: si raccontano le origini di questi personaggi amatissimi, come hanno acquisito o scoperto i loro superpoteri e sono stati capaci di trasformare la loro diversità in un punto di forza.
È possibile visitare l’Archivio Multimediale dell’Immaginario previo appuntamento, scrivendo alla mail [email protected]: se avete voglia di tuffarvi nelle storie che hanno nutrito il vostro immaginario, dunque, a Cagliari c’è l’AMI, lo spazio in cui attraverso i documenti della cultura popolare si racconta il passato, per decodificare il presente e porre le basi per il futuro.