Mese di novembre “corto”, ma non privo di sussulti, quello trascorso dalla Dinamo Banco di Sardegna Sassari. Corto perché interrotto dai Fiba Basketball World Cup Qualifiers, con le Nazionali impegnate e non privo di sussulti perché si è passati dalle sconfitte più cupe e terribili, con un solo mezzo passo che mancava all’eliminazione dalla Champions League, al riprendere confidenza con le vittorie, passando per le dimissioni, non accettate dalla società, dell’allenatore Federico Pasquini.
Un periodo movimentato, “scoppiato” proprio dopo due bellissime vittorie, a Murcia in coppa e con Milano in campionato, che sul finire del mese di ottobre avevano lasciato pensare che la Dinamo avesse trovato la propria via. Invece no, perché poi i biancoblù, o biancoverdi in coppa, si sono sciolti. Una brutta sconfitta rimediata con l’AS Monaco (63-81) in Fiba Basketball Champions League, poi un’altra in campionato, a Cremona (81-96), per mano degli ex Meo Sacchetti, Travis e Drake Diener. E non è finita qui, perché il periodo buissimo è proseguito con altri due ko: in casa della Juventus Utena dopo un tempo supplementare (85-90) e quello terribile, casalingo, con Capo d’Orlando (81-88, dopo che una Dinamo onestamente inguardabile era piombata anche a -18), che ha spogliato il Banco di qualsiasi alibi e lo ha rivelato in caduta libera. Proprio dopo il match con l’Orlandina, Federico Pasquini ha rassegnato le dimissioni, non irrevocabili, dal ruolo di allenatore. Queste, però, sono state rigettate dal presidente Stefano Sardara, a seguito di un colloquio con i giocatori, negli spogliatoi. Secondo quanto dichiarato dallo stesso numero 1 del sodalizio biancoblù nel dopo-partita, Pasquini, pur non reputandosi il problema, riteneva giusto e necessario dare una scossa alla squadra, la quale, messa di fronte al fatto compiuto e chiamata a decidere, non ha potuto che dire “la squadra è una, la barca è la stessa e si va avanti tutti insieme”. Anche perché Pasquini sarebbe comunque rimasto col ruolo dirigenziale di general manager, per cui era difficile pensare che i giocatori potessero esprimersi in maniera differente, peraltro assumendosi responsabilità che non competono loro.
Insomma, se voleva essere un modo per mettere spalle al muro i giocatori e dimostrare loro che l’allenatore non si tocca, sicuramente lo è stato, ma è anche stato un modo un po’ “macchinoso” e poco simpatico, che a tanti tifosi è sembrato un teatrino messo su ad arte. Detto questo, gli effetti li ha più o meno sortiti, visto che da quel momento la squadra ha ripreso confidenza con la vittoria. Ma, come si suol dire, una volta che si tocca il fondo, ci si può solo dare la spinta per risalire, probabilmente indipendentemente da tutto. E così la Dinamo è tornata alla vittoria, prima in Coppa, con il successo sull’Hapoel Holon (98-84), poi in campionato a Varese (82-61). E ha scacciato, per il momento, delle voci di mercato uscite dopo il rifiuto delle dimissioni di Pasquini, che volevano la Dinamo scontenta del rendimento di William Hatcher e, quindi, alla ricerca di un sostituto. Onestamente, a meno di altri tipi di problemi, la cosa sembra un po’ strana, sia perché allenatore e società hanno sempre sottolineato le difficoltà dovute agli infortuni patiti, ed Hatcher è uno dei giocatori stoppati e limitati da noie fisiche, che per il fatto che il suo rendimento non fa decisamente gridare allo scandalo come, per esempio, quello di Petway due anni fa.
In questo periodo, il Banco ha dovuto rinunciare a Rok Stipcevic che, dopo aver saltato qualche partita, ha anche subito un intervento ad un ginocchio, per la pulizia della cartilagine. Dovrebbe comunque rientrare alla ripresa del campionato.
Chi si è distinto, è stato senza dubbio Scott Bamforth, che sta riprendendo la condizione dopo lo stop per infortunio e ha raggiunto una buona continuità di rendimento, fatta non solo di punti, ma anche di aiuto a tutto campo, rimbalzi compresi.
A metà mese, poi, le competizioni per club si sono fermate per dare spazio agli impegni delle Nazionali, con i Fiba Basketball World Cup Qualifiers, ovvero per le qualificazioni ai Mondiali del 2019 in Cina. La Dinamo ha visto impegnati i suoi Achille Polonara, ovviamente con la Nazionale Italiana di Meo Sacchetti, Darko Planinic con la Croazia, Scott Bamforth con il Kosovo e Dyshawn Pierre col Canada. Polonara, pur non distinguendosi con grosse prestazioni, ha infilato un 2/2 con l’Italia, battendo la Romania e la Croazia di Planinic. Proprio Planinic, contro gli Azzurri, ha sfoderato una prestazione strepitosa, andando in doppia-doppia con 20 punti e 10 rimbalzi. Bene anche Bamforth, che ha confermato il suo buonissimo periodo con due prestazioni da 17 e 21 punti (ma il suo Kosovo ha perso entrambe le gare, con la Lituania e l’Ungheria). Senza infamia e senza lode la prestazione di Pierre nella prima partita con il suo Canada.
Il mese di dicembre torna ad essere “normale”, a parte le festività natalizie. Ma sarà senza dubbio impegnativo, dal momento che in Champions la Dinamo è attesa da tre trasferte. In campionato si gioca fino al 16 e poi si “salta” al 26, mentre in Coppa si scende in campo anche il 20. Nella Serie A, la Dinamo avrà due gare sulla carta agevoli e due difficili: quelle più semplici sono con Brindisi e Pistoia, quelle ostiche sono invece le due trasferte, in casa delle due squadre capolista e vicecapolista, fino ad ora: Brescia e Venezia. In Fiba Basketball Champions League, invece si va in Russia, a Krasnoyarks, poi in Turchia in casa del Pinar Karsiyaka per chiudere, poi, in Germania, a domicilio dell’EWE Baskets Oldenburg.