Gianmarco “Gimbo” Tamberi è oro nel salto in alto ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020. Il 29enne nato a Civitanova Marche è campione olimpico dopo aver saltato a 2,37 metri, a pari merito con il qatariota Mutaz Barshim. Bronzo al bielorusso Naksim Nedasekau. Tamberi ha conquistato l’oro olimpico nel salto in alto con la misura di 2,37, dopo aver provato tre volte la misura di 2,39. Stesso risultato per Barshim. La gara sarebbe dovuta proseguire con un tentativo a testa a una misura inferiore ma entrambi hanno deciso di fermare la gara dopo un colloquio con il giudice.
Al termine della gara, Gimbo si è lasciato andare a lacrime di gioia. L’azzurro nell’ultimo salto ha portato in pedana allo stadio Olimpico il gesso dell’infortunio patito nel 2016 a Montecarlo, che gli costò la partecipazione all’Olimpiade di Rio.
Marcell Jacobs è oro nei 100 metri. Il velocista azzurro ha corso con il tempo di 9″80, nuovo record europeo dei 100 metri. Argento per lo statunitense Fred Kerley (9″84), bronzo per il canadese Andre de Grasse (9″89).
Alla fine dei 100 metri, sulla pista dello stadio Olimpico c’è stato il bellissimo abbraccio tra Jacobs e Gianmarco Tamberi. I due azzurri hanno entrambi festeggiato con il Tricolore sulle spalle. “Era il mio sogno da bambino, ho corso più che potevo. Non vedo l’ora di sentire domani l’inno”, sono state le prime parole di Jacobs ai microfoni della Rai. Ai due azzurri sono arrivati anche i complimenti del premier Mario Draghi, che li ha invitati a Palazzo Chigi per festeggiare i loro trionfi al rientro dal Giappone.
“È pazzesco ragazzi, quando ho realizzato un minimo sentivo il cuore che mi esplodeva, fino all’altro ieri non sapevo se ne era valsa la pena. Oggi capisco che tutti quegli sforzi e quelle lacrime valgono qualsiasi cosa. Vorrei farvi provare l’emozione che provo io”. Gianmarco Tamberi è un fiume in piena di parole ed emozioni lucide che descrivono esattamente lo stato d’animo. Il campione olimpico del salto con l’alto a Tokyo 2020 racconta: “Non vedevo l’ora di fare questa gara, questo è stato il mio punto fisso da quando ho ricominciato la riabilitazione. È davvero una sensazione indescrivibile”.
In conferenza stampa, Marcell Jacobs, nato in Texas e cresciuto a Desenzano del Garda ha svelato: “Nei miei sogni doveva andare così e in effetti è successo. Tra semifinale e finale sono migliorato, ho chiesto al mio corpo di darmi l’ultima chance: ho detto ‘Fammi fare la mia corsa e poi mi riposo. Ho vinto l’Olimpiade, mi ci vorrà una settimana per realizzarlo. È vero che ho fatto il record europeo ma magari arriva qualcuno tra dieci anni e te lo toglie. Una medaglia olimpica nessuno te la toglie più. Guarderò il soffitto per tutta la notte – ha aggiunto Jacobs -, già non prendevo sonno prima… Figuriamoci da campione olimpico”. L’azzurro ha spiegato come è arrivato questo storico oro: “Sono rimasto sempre concentrato su me stesso, mi sono detto di non guardare gli avversari… Poi all’arrivo mi sono trovato Gimbo (Tamberi, ndr) in mezzo alla pista”, racconta ridendo. “Conosco la sua storia, anche io ho preso tante batoste ma ora sono veramente felice”. E ancora: “Mentre facevamo le foto mi dicevano ‘Devi stare in mezzo, sei tu che hai vinto’. È tutto veramente fantastico”.
“Cosa si prova a vincere l’oro dopo Bolt? Farlo con il suo tempo è bellissimo, mi ricordo tutte le sue gare – ha continuato Jacobs – Un oro olimpico è l’inizio della carriera… Nella mia testa mi sono ripetuto: ‘Cosa hanno gli altri più di me che io non ho? Niente’. Possiamo fare quello che fanno loro, correre forte anche noi e lo abbiamo fatto”, ha concluso il velocista azzurro.
Chi sono Gianmarco Tamberi e Marcell Jacobs
Gianmarco Tamberi, appassionato di basket, dal 2009 ha iniziato a praticare seriamente l’atletica sulla scia di papà Marco (finalista a Mosca 1980) e i risultati non sono mancati: è, infatti, l’unico azzurro ad aver vinto il titolo continentale outdoor (nel 2016) e indoor (nel 2019) nel salto in alto. Primatista italiano della specialità, Tamberi è stato prima soprannominato Half-shave (Mezza-barba) e poi Gimbo. Ha un passato da batterista, avendo suonato nel gruppo ‘The Dark Melody’ con un classico repertorio rock anni Settanta.
Marcell Jacobs è nato 26 anni fa a El Paso in Texas, da madre italiana (Viviana Masini) e padre texano, ed è cresciuto in Italia con l’atletica nel sangue. Si è avvicinato allo sport praticando la pallacanestro e subito dopo si è lasciato conquistare dal calcio, che ha fatto emergere le sue grandi doti da velocista. Sulla pista di Desenzano del Garda ha affinato il suo talento, convogliandolo gradualmente nel salto in lungo: nel 2013, prima di un infortunio al piede, ha migliorato (7.75) un primato juniores che resisteva dal 1976. Nel 2016 ha realizzato il salto più lungo di sempre per un italiano con 8.48 ventoso (+2.8), mentre nel 2018, dopo un problema al ginocchio, è tornato come sprinter.
Nel 2019 è rientrato dopo due anni in gara nel lungo (8″05 indoor) ed è sceso a 10.03 sui 100 metri, terzo azzurro di ogni epoca, prima di siglare ai Mondiali di Doha il record italiano con la staffetta 4×100 (38″11). Nel 2021 ha migliorato più volte il personale nei 60 indoor fino al trionfo europeo di Torun, con il record italiano di 6″47. A Savona, invece, è diventato l’italiano più veloce sui 100 metri fermando il tempo sul 9″95. Record poi migliorati tre volte nel corso delle Olimpiadi di Tokyo: prima il 9″94 in batteria, poi il 9″84 in semifinale e infine il 9″80 nella finale che gli ha regalato l’oro, e che è anche il nuovo record europeo. Papà di 3 bambini, Jacobs ha una predilezione particolari per i tatuaggi.
Fonte «Agenzia DiRE»