33 1/3 rappresenta già dal titolo una dichiarazione di intenti: allude infatti ai vecchi long playing in vinile e alla precisa velocità di rotazione che permette la riproduzione dei materiali sonori incisi su disco. E il gusto apertamente rétro delle 12 tracce concepite per questo primo album da Luigi Frassetto, musicista e compositore sassarese che torna a far parlare di sé a cinque anni dall’EP di debutto The R.J. Sessions, ha radici nelle suggestioni provenienti dalle colonne sonore del grande cinema d’autore degli anni Sessanta e Settanta. Ma a quella che appare come la ricerca del tema d’amore perfetto, delicato ordito attorno a cui Frassetto tesse una trama di convincenti elaborazioni orchestrali, si accompagna un’anima jazzy, consignificative virate verso atmosfere dalle tinte più vivacemente rock, surf e swing.
Presentato a Sassari il 14 giugno nell’ambito di un grande cine-concerto al Teatro Verdi, in 33 1/3 confluiscono composizioni pensate per una serie di produzioni filmiche: musica per immagini e che alle immagini riporta, nell’eterogeneità dei paesaggi sonori evocati.

Si parte in punta di piedi con una delicatissima e jazzata 16 febbraio, la cui magia risiede nella misura mantenuta dagli arrangiamenti e da un tema indovinato ed efficace. Si prosegue con una morriconiana – e che probabilmente Petri avrebbe gradito – Wasteland Pt.1, suite di sei minuti in cui a un’atmosfera ritmata e incalzante si sostituisce l’inciso di un motivo d’amore arioso che riporta il pensiero alla Nino Rota Ensamble, e con Wasteland Pt.2, più acida e psichedelica.
Una tesissima linea di basso e sonorità più fredde aprono il lato B dell’album con Surf Bolero, giusta introduzione per Some Sort of Cool, mentre il procedere “danzante” de L’angelo di Balai ci traghetta verso scenari più rarefatti e mediterranei con una coda che varia verso il 4/4 (e che vede Rob Jones al synth) e funziona da psichedelico bridge a preparare la transizione verso le due composizioni – ideate per l’omonimo documentario – Luci a mare (La pesca) e Luci a mare (Tema).
Piccolo gioiello è Sprks 3, con una sezione ritmica solida e una intro più decisamente rock (ma senza rinunciare a una coloritura vintage), impreziosita inoltre dall’interpretazione vocale di Daniela Pes. I due Tema del bacio ci riportano invece ad atmosfere amarcordiane: posti a suggellare i due lati dell’album, ci congedano da questo con malinconica dolcezza. La seconda versione – il tema in primo piano e un’aura d’archi sapientemente ricamatavi attorno – chiude un lavoro (coraggiosamente) animato da una molteplicità d’influenze, che vengono però “domate” e ordinate da uno sguardo d’insieme contemporaneamente partecipativo e razionale.
33 1/3 è un disco di respiro europeo, meritorio di un ascolto attento e, cosa rara di questi tempi, frutto di una ricerca accurata e di un’ispirazione genuina.
