Si alza il sipario sulla Stagione di Prosa Musica Danza e Teatro Circo 2021-2022 organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna nell’Isola con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, della Regione Sardegna e dei Comuni aderenti al Circuito, con il contributo della Fondazione di Sardegna: un ricchissimo cartellone con 200 appuntamenti tra spettacoli e concerti dal 28 agosto 2021 fino al 10 aprile 2022 oltre alla Stagione di Teatro Ragazzi, le residenze artistiche, gli incontri con gli artisti di Legger_ezza e rassegne come “Circo in Villa” e “Il Terzo Occhio” dedicate ai linguaggi del contemporaneo.
Il CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna propone nell’Isola oltre 50 titoli fra Prosa e Danza, Musica e Teatro Circo per una panoramica delle più interessanti produzioni nazionali (e non solo) capaci di affascinare e incuriosire diverse fasce di pubblico tra riletture di classici e testi contemporanei, capolavori della storia del balletto e originali coreografie, spaziando nei differenti territori sonori, dalla canzone d’autore al jazz, dal blues al rock accanto alle vertiginose acrobazie, la comicità e la poesia del nouveau cirque.
Una programmazione ricca e variegata che coinvolge città e paesi dal Nord al Sud dell’Isola per una attesa “ripartenza” dopo la “sospensione” delle manifestazioni e la chiusura dei teatri a causa della pandemia, nel pieno rispetto delle regole e delle norme sulla sicurezza, per la tutela di artisti e pubblico. Fin dalla scorsa estate è stato ripreso il dialogo mai interrotto con il pubblico, con una serie di eventi nelle città e nei paesi dell’Isola, di concerto con le amministrazioni comunali che hanno predisposto, laddove possibile, dei palcoscenici en plein air: un esperimento proseguito in questi mesi con la realizzazione di una vera e propria Stagione in sei Comuni, tra luglio e settembre per l’Estate 2021 mentre a Cagliari dopo le repliche di “Cenerentola” ha preso il via la rassegna internazionale “Circo in Villa” 2021.
Finalmente con la riapertura dei teatri – sia pure con contingentamento del pubblico, igienizzazione, mascherine e Green Pass – ha preso il via la Stagione di Prosa Musica Danza e Teatro Circo 2021-2022 del CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna che coinvolge i Comuni di Alghero, Arzachena, Cagliari, Carbonia, Lanusei, Macomer, Meana Sardo, Nuoro, Olbia, Oristano, Ozieri, San Gavino Monreale, Sassari e Tempio Pausania.
Un progetto culturale che accosta classici come “Tartufo” di Molière per la regia di Roberto Valerio, anche protagonista sulla scena con Giuseppe Cederna e Vanessa Gravina e “Le allegre comari di Windsor” di William Shakespeare nella versione di Serena Sinigaglia, a un viaggio in compagnia di Lella Costa, diretta da Gabriele Vacis, alla scoperta dell’“Intelletto d’Amore” ovvero del rapporto tra “Dante e le donne”, a testi contemporanei come “Pour un oui ou pour un non” di Nathalie Sarraute, con due interpreti del calibro di Umberto Orsini e Franco Branciaroli, sul tema dell’amicizia e “Lucido”, una commedia nera di Rafael Spregelburd, con la regia di Jurij Ferrini, per un grottesco ritratto di famiglia.
La caduta delle maschere ne “L’uomo, la bestia e la virtù” di Luigi Pirandello, con Giorgio Colangeli e le inquietudini di Blanche in “Un tram che si chiama Desiderio” di Tennessee Williams (da cui è tratto il film di Elia Kazan con Marlon Brando e Vivien Leigh) con Mariangela D’Abbraccio e Daniele Pecci, in una storia di torbide passioni sul confine della follia. E il gioco di rimandi fra teatro e cinema continua con “Arsenico e vecchi merletti” di Joseph Kesserling con Anna Maria Guarnieri e Giulia Lazzarini, strepitose nei ruoli delle due incantevoli e terribili signorine, dispensatrici di una dolce fine agli ignari pensionanti, per la regia di Geppy Gleijeses, in una irresistibile commedia che sposa horror e noir, mentre propone un vivido affresco dell’Italia del Novecento “I soliti ignoti” – trasposizione teatrale del film di Mario Monicelli – con Vinicio Marchioni e Giuseppe Zeno tra piani criminali improbabili e storie di gente comune (o quasi).
Fragili equilibri di coppia ne “La Parrucca” di Natalia Ginzburg, con Maria Amelia Monti che incarna in Betta una delle figure femminili apparentemente ingenue e svagate, ma umanissime, care all’autrice, accanto a Roberto Turchetta, con la regia di Antonio Zavatteri, e “Home, I’m Darling” della drammaturga britannica Laura Wade (Laurence Oliver Award per la migliore commedia) con Valentina Valsania, Laura Nardi e Luchino Giordana (che firma la regia insieme con Ester Tatangelo) sulla ricerca della felicità tra modelli anacronistici e evoluzione della società. Nel segno della commedia con “L’importanza di chiamarsi Ernesto” di Oscar Wilde proposta da La Clessidra, “Il Rompiballe” di Francis Weber, esilarante pièce costruita su situazioni paradossali, dove un aspirante suicida rischia di mandare a monte la missione di un un killer professionista, con Paolo Triestino e Giancarlo Ratti – anche protagonisti con Edy Angelillo di “Que Serà” di Roberta Skerl, una storia d’amore e d’amicizia, tra colpi di scena e rivelazioni inattese.
Un intenso ritratto al femminile in “Spogliarello” di Dino Buzzati, con la regia di Marco Nateri, che affida a Marta Proietti Orzella e Alessandra Leo il racconto di una “caduta” senza speranza di redenzione, cui è sottesa una critica all’ipocrisia e al perbenismo; voci di donne della realtà contadina e del mondo operaio, ne “L’Anello Forte” dal libro di Nuto Revelli, con Laura Curino e Lucia Vasini con vivide testimonianze sulle trasformazioni economiche, culturali e sociali e l’emancipazione femminile nell’Italia del Novecento e una riflessione sulla maternità, sui rapporti di forza, sulle distinzioni sociali nel Settecento di Casanova ne “L’Attesa” di Remo Binosi con Anna Foglietta e Paola Minaccioni, che prestano corpo e voce ad una aristocratica e una popolana tra complicità, conflitti e giochi di potere.
Valter Malosti porta in scena “Se questo è un uomo” di Primo Levi, in un allestimento onirico e visionario per raccontare l’orrore e la follia nazista, e la tragedia della Shoah riaffiora in “Nota Stonata” di Didier Caron con Giuseppe Pambieri e Carlo Greco, per la regia di Moni Ovadia, in cui un celebre direttore d’orchestra, durante un incontro con un sedicente ammiratore, si trova a confrontarsi con le ombre del passato in un singolare dilemma tra etica e estetica.
Capodanno a Napoli per Marisa Laurito in “Persone naturali e strafottenti” di Giuseppe Patroni Griffi, che racconta quattro solitudini, tra amarezza e rabbia, ironia e voglia di libertà; Chiara Francini e Roberto Federico si confrontano con “Coppia aperta, quasi spalancata”, ormai “classica” ma in realtà sovversiva e ancora attualissima commedia di Dario Fo e Franca Rame sull’amore e sul matrimonio, tra infedeltà e incomprensioni, e al drammaturgo Premio Nobel è dedicata anche la mise en scène di “Mistero Buffo” di e con Elisa Pistis, una “giullarata” ispirata ai Vangeli apocrifi e ai racconti popolari sulla vita di Gesù, in cui spicca il dialogo tra Maria e l’Angelo ai piedi della croce.
Focus sulla drammaturgia contemporanea, italiana ed europea, con interessanti debutti come il pluripremiato “Stay Hungry” di e con Angelo Campolo, un racconto metateatrale sul dramma dei migranti, accanto a “La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza” con drammaturgia di Alberto Fumagalli, nell’interpretazione di Giacomo Bottoni, Francesco Giordano e Antonio Orlando, su un ragazzo cresciuto in un ambiente squallido e degradato che cela la sua fragilità e la sua omosessualità dietro un corpo informe ma, «come una fragile libellula rosa» imprigionata in una teca, sogna di fuggire e finalmente danzare. Lavinia Savignoni descrive l’ossessione per la forma fisica e la bellezza ne “Il corpo perfetto” tra le prove per un programma televisivo e il riaffiorare dei ricordi, in un monologo tra ironia e dramma che mette in risalto vulnerabilità e incertezze, ansie e contraddizioni dietro la “filosofia” del wellness.
In cartellone anche “La Classe”, originale e coinvolgente “docupuppets per marionette e uomini” di Fabiana Iacozzilli sulle ferite e gli incubi dell’infanzia e sugli effetti di un’educazione troppo severa, tra la paura delle punizioni e il riscatto attraverso la scoperta della vocazione, e “Arle-Chino / Traduttore-traditore di due padroni” di e con Shi Yang Shi con la regia di Cristina Pezzoli, in cui il poliedrico attore, interprete per ministri e artisti nonché inviato speciale de “Le Iene” ripercorre la propria storia, dall’infanzia in Cina al trasferimento in Italia, in bilico tra due mondi e due culture.
Alessandro Gassmann firma la regia de “Il Silenzio Grande” di Maurizio De Giovanni (di cui ha curato pure la trasposizione cinematografica, a breve nelle sale): una pièce sui legami familiari, lo scorrere del tempo, quel che si è diventati o si sarebbe potuto essere, con Massimiliano Gallo, Stefania Rocca e Paola Senatore, sullo sfondo di un luogo simbolico come la casa; Corrado Tedeschi è interprete, accanto alla figlia Camilla, nonché regista (con Marco Rampoldi) di “Partenza in salita” di Gianni Clementi, in cui una lezione di guida fa emergere conflitti e tensioni, nodi irrisolti nel rapporto tra il padre, che fa da istruttore, e la figlia, l’allieva, e diventa metafora della vita. E incomprensioni generazionali e dubbi educativi ricorrono anche in “Neanche il tempo di piacersi”, di e con Marco Falaguasta per la regia di Tiziana Foschi, sulle responsabilità e le difficoltà dell’essere genitori alle soglie del terzo millennio.
Storie di sport con “The Red Lion” di Patrick Marber con Nello Mascia e Andrea Renzi, sulle regole feroci ma anche gli ideali che animano il calcio dilettantistico, “Amici Fragili” di e con Federico Buffa, ovvero la storia di un incontro tra Gigi Riva e Fabrizio De André, il leggendario “Rombo di Tuono” e il cantautore genovese che ha saputo restituire la voce agli ultimi e agli emarginati con le sue poesie in musica. Il campione di pugilato Patrizio Oliva, in scena con Rossella Pugliese, (si) racconta in “Patrizio vs Oliva”, una pièce autobiografica tratta da “Sparviero-la mia storia” di Patrizio Oliva e Fabio Rocco Oliva, tra la conquista dei titoli italiani europei e mondiali e le tragedie familiari, gli ostacoli e le vittorie, nella vita come sul ring, di un eroe moderno mentre “Olimpicamente / Pensieri, parole, opere… e campioni” con drammaturgia e regia di Sergio Ferrentino propone in forma di audiodramma a più voci gli istanti cruciali in cui si compie un gesto sportivo, in cui si “bruciano” anni di allenamento e sacrifici, come un viaggio nella testa degli atleti.
“Chicchi di Riso” di e con Marta Proietti Orzella è un’antologia di monologhi, frammenti di teatro e canzoni, dal repertorio dell’Avanspettacolo e della Rivista, degli storici Caffè Concerto e del Varietà, da Ettore Petrolini a Carlo Verdone, Anna Marchesini e Gigi Proietti, in uno scoppiettante divertissement. Omaggio all’inventore – assieme a Sandro Luporini – del teatro-canzone con “E pensare che c’era Giorgio Gaber” di e con Andrea Scanzi, che rievoca la lucidità e lo sguardo profetico dell’eclettico artista, con «il gusto anarcoide per la provocazione, il coraggio (a volte brutale) di “buttare lì qualcosa”» e la capacità di anticipare i tempi che rendono i suoi testi teatrali e le sue canzoni di sorprendente, perfino sconcertante attualità.
Intriganti riletture di classici con “In Arte son Chisciotte” di Samuele Boncompagni, liberamente tratto dal romanzo di Miguel de Cervantes, con Luisa Bosi e Elena Ferri, e le musiche di Massimo Ferri eseguite dal vivo dai solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo per riscoprire le epiche avventure dell’ultimo cavaliere errante mentre in “Romeo e Giulietta. L’amore è saltimbanco” Michele Mori, Marco Zoppello e Anna De Franceschi si confrontano con il capolavoro shakespeariano, reinterpretandolo nello stile della commedia dell’arte, in una Venezia cinquecentesca tra re in incognito, saltimbanchi e cortigiane.
S’ispira al dramma elisabettiano anche la “Vertigine di Giulietta” della Compagnia blucinQue con ideazione, coreografia e regia di Caterina Mochi Sismondi, uno spettacolo di nouveau cirque che racconta la perdita di equilibrio e la passione amorosa sulle note del violoncello di Beatrice Zanin, per la Stagione di Teatro Circo 2021-2022, accanto al divertente “Concert Jouet” di e con Paola Lombardo (voce) e Paola Torsi (violoncello) con la regia di Luisella Tamietto tra musica e comicità.
Inaugurata dalla “Cenerentola” di Jiří Bubeníček per il Nuovo Balletto di Toscana, moderna rilettura della fiaba dei fratelli Grimm, la Stagione di Danza 2021-2022 del CeDAC prosegue con “Without Color”/ Trilogia sull’abitare (2018/2021) del Gruppo e-Motion con le coreografie di Francesca La Cava, in un racconto corale sulla centralità del corpo, della pelle, in cui sono inscritti i segni del vissuto, e sull’universalità dell’umano oltre pregiudizi e stereotipi. “Un Poyo Rojo” con le coreografie di Luciano Rosso (anche protagonista in scena con Alfonso Barón) e Nicolás Poggi per la regia Hermes Gaido, è uno spettacolo “cult” che unisce teatro, danza, acrobatica, sport per descrivere l’incontro tra due uomini in una palestra, una sfida o forse un gioco di seduzione, tra ironia e virtuosismo, per esplorare tutto il ventaglio delle possibilità fisiche e spirituali dell’essere umano.
E ancora spazio a “The Magic of Light” di eVolution Dance Theater, con le immaginifiche coreografie di Anthony Heinl che uniscono danza e physical theatre, acrobazie e tecnologia, per evocare paesaggi onirici e fantastici, mentre punta sulla sensibilità ambientale “Boomerang – Gli illusionisti della Danza” di RBR Dance Company Illusionistheatre, con le coreografie di Cristiano Fagioli, Cristina Ledri, Alessandra Odoardi; un racconto per quadri che mostra lo scioglimento dei ghiacciai, la vita frenetica delle città, «con un’umanità intrappolata nela sua gabbia di vetro» e gli abissi marini. Focus sull’identità di genere con l’avvincente e raffinata sequenza di “Quadri” tratti da “Lili Elbe Show” di Sasha Riva e Simone Repele sulla vicenda del pittore paesaggista Einar Wegener e della moglie, la ritrattista Gerda Wegener (a cui è ispirato anche il film “The Danish Girl”), in un viaggio di trasfigurazione e metamorfosi descritto da un ironico mattatore/narratore, su una questione delicata e di grande attualità.
“Unknown Woman” di Mauro Astolfi per Spellbound Contemporary Ballet è un “solo” interpretato da Maria Cossu sull’intensa e feconda collaborazione, in un dialogo fatto di sguardi, di gesti, di segreti mai rivelati, tra il coreografo e la danzatrice, quasi un diario danzato mentre “A Night with Sergio Bernal” con le coreografie di Ricardo Cue intreccia la danza tradizionale spagnola, tra ritmi di bolero e flamenco e il fascino della “jota” e della “sevillana”, a vertiginosi assoli del celebre danzatore madrileno, in stile neoclassico e densi di lirismo.
Quattro colori per definire i “Temperamenti dell’Amore” con regia e coreografia di Marco Batti, uno spettacolo del Balletto di Siena sulle note di Ludwig van Beethoven, tra il sentimento idealizzato e quello libero ma tempestoso, quello ostacolato, malinconico e struggente, e il pathos di un amore irrealizzabile, mentre la Compagnia Zappalà danza “La Nona” beethoveniana, in seno al progetto Transiti Humanitatis a cura di Nello Calabrò e Roberto Zappalà, per una trasfigurazione coreutica dell’inno alla gioia, in cui si fondono simboli di diverse fedi e culture, a realizzare pur nelle differenze una compiuta armonia.
“Il Barbiere di Siviglia” di Monica Casadei per Artemis Danza moltiplica in un gioco di specchi, tra metriche incalzanti, la figura di questo ottocentesco ma in fondo modernissimo “uomo d’azione”, intraprendente e ricco di spirito di iniziativa, ingegno e savoir-faire e in “My Ladies Rock” il coreografo Jean-Claude Gallotta – esponente di spicco della nouvelle danse francese – rende omaggio ad artiste come Brenda Lee, Aretha Franklin, Janis Joplin e Patti Smith, che hanno contribuito a scrivere la storia della musica, concedendosi la libertà di essere se stesse, in una vera rivoluzione culturale.
Sul filo delle note e delle parole con “Poesie di Carta” – il progetto di Grazia Di Michele dedicato a “Marisa Sannia. La voce del vento e del mare”, poi il blues del Mario Donatone Quartet e di “3 Kings”, omaggio a Albert King, BB King e Freddie King con Nicola Costa, Franco Vinci e Claudio Maffei, Mimmo Catanzariti e Pino Liberti, le rifrazioni di “Alone”, virtuosistico “solo” del violoncellista Gianluca Pischedda e ancora “Il Mediterraneo” secondo il geologo Mario Tozzi e il musicista e compositore Enzo Favata per ripensare il mito di Atlantide attraverso inediti paesaggi sonori, tra scienza e jazz.
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