Gli Est-Egò, band alternative/psichedelica torinese, tornano con ‘Effetto Notte’, brano che rappresenta l’emblema del loro lato artistico e compositivo più oscuro e nostalgico. Nascere e vivere a Torino è un fatto imprescindibile di cui tener conto anche quando si fa musica luminosa e psichedelica; lati d’ombra sono rintracciabili in tutta la produzione della band, ma ‘Effetto Notte’ in particolare è un’appassionata serenata post-moderna all’oscurità e alla decadenza.
L’ampio utilizzo del chorus sulle chitarre rimanda un po’ a quell’altra faccia degli anni ottanta, fatta di ciuffi alla Robert Smith e trucco sotto agli occhi. La ricerca di una venatura Dark Wave, forse involontaria, sembra confermata dall’utilizzo di un vecchio Synth dal suono retrò in grado di donare un po’ di quella patina nostalgica e lacrimosa.
La canzone affogherebbe in una malinconia d’altri tempi se il tutto non fosse sostenuto da una ritmica incalzante e da un basso vagamente saturato degno dei primi Tame Impala. Il risultato è qualcosa di unico e stravagante che trae il suo nettare da una miriade di schegge spazio-tempo musicali, costruendo un nuovo e personale mosaico.
I riferimenti a Godard e al suo Pierrot impazzito per amore si specchiano con la disperazione di un misterioso “io” narrante confinato nella sua solitudine periferica in qualche soffocante appartamento. I ricordi di un amore primaverile appena andato in fumo sono una spina difficile da estrarre, o da lasciare incarnare, nella calma piatta di una città dove non accade mai niente.
L’unica consolazione sembra essere la luce di un tramonto sopra i tetti, la sola innegabile bellezza in cui potersi perdere. Il fiume Pò, inquietante o confortante a seconda dell’umore, fa da contorno alla vicenda, ma anche alle registrazioni del brano, avvenute nella primavera del 2019 al Groove and Art Records, ai piedi della collina torinese.
“Effetto Notte in origine fu qualcosa di molto delicato e soffuso. Quattro accordi al piano e un inglese arrabattato sussurrato in un memo vocale dell’iPhone. “Hello, my World!”. Alcune frasi rimasero uguali perché ci suonavano bene così. L’esordio in sala la capovolse. Con le chitarre e gli strumenti elettrici diventò qualcosa di impetuoso. Fin troppo. Alla fine, trovammo un compromesso, alleggerendo il tutto con la scelta dei suoni giusti. Dedichiamo molto tempo a questi equilibri. L’atmosfera è importante e volevamo fosse nera quella della nostra personale Torino. C’era un mondo elegante da raccontare, anche col tessuto sonoro. Un mondo che attraversa varie epoche e ancora ci circonda incarnato in edifici ed energia. Le città hanno il loro carattere, Torino ha il suo. È magica e algida, elegante e sporca allo stesso tempo. La canzone doveva essere come sentiamo Torino.”
Gli Est-Egò (Davide Mitrione, Nicolò Capece, Fabrizio Dell’Aiera, Marco Taverniti) sono una band alternative/psichedelica nata a Torino nel 2015. Il tentativo di ricreare a livello sonoro dimensioni oniriche e spaziali si traduce in una ricerca sonora e concettuale inconfondibile, vicina al mito e alla superstizione che confluisce nella realizzazione dell’omonimo EP concept, edito nel 2016: il mito e la fantascienza si fondono nei racconti di gesta di popoli sconosciuti, titani, alieni, profeti e semi-dei.
Nel 2017 la pubblicazione del videoclip di ‘Dortmund’ precede il tour che li ha visti impegnati per tutta la penisola. Nell’ottobre 2020 viene pubblicato su Rolling Stone Italia il videoclip del nuovo singolo ‘I Film Sui Samurai’ realizzato dall’illustratore Davide Bart Salvemini. Quest’ultimo brano apre il nuovo ciclo creativo della band torinese che a dicembre 2020 entra nel roster dell’etichetta indipendente torinese Bunya Records.