A partire dallo scorso 11 novembre, la VII edizione della rassegna “Storie di volti e silenzi. La magia del cinema muto”, organizzata dall’associazione culturale La macchina cinema, ha proposto agli appassionati del genere – e non solo – un percorso attraverso gli albori della storia del cinema, alla scoperta di un linguaggio che, soprattutto alle origini, si è ispirato ad alcune grandi narrazioni della letteratura, reinterpretate da registi e sceneggiatori del calibro di Friedrich Wilhelm Murnau, Fritz Lang e Viktor Sjöström, che con la loro capacità di sperimentazione hanno segnato la strada per i cineasti che li hanno succeduti.
Mancano ormai poche date alla fine della rassegna, ma intanto lo scorso sabato, 9 dicembre, si è svolto negli spazi della Sala Castello dell’Hotel Regina Margherita di Cagliari l’evento speciale che da sempre rappresenta il culmine di questo appuntamento ormai consolidato, dedicato al cinema muto: il cine-concerto, con la proiezione di uno dei film in rassegna musicato dal vivo. “Quest’anno abbiamo scelto ‘La caduta della casa Usher’ di Jean Epstein” ci ha raccontato la direttrice artistica della rassegna Patrizia Masala, “Il film è stato girato nel 1928 e la sua sceneggiatura trae ispirazione da tre racconti di Edgar Allan Poe, ‘La caduta della casa Usher’, ‘Ligeia’ e ‘Il ritratto ovale’. Epstein, importante cineasta dell’avanguardia francese, ha brillantemente trasferito le atmosfere dei racconti di Poe su pellicola, applicando alcuni dei concetti fondamentali della propria visione cinematografica”. A introdurre il film per il pubblico presente in sala è stato Alessandro Macis, che ha fornito le coordinate essenziali ad apprezzare le scelte stilistiche del regista, legate principalmente al concetto di fotogenia, quella peculiare qualità dell’immagine cinematografica capace di comunicare e esprimere aspetti della realtà, sentimenti e emozioni altrimenti celati.
In occasione della proiezione-evento, la pianista Silvia Belfiore, docente del Conservatorio di Cagliari, e il sassofonista e flautista Andrea Morelli, docente della Scuola civica di musica di Selargius, hanno accompagnato il film eseguendo dal vivo la colonna sonora da loro composta, offrendo una personale e coinvolgente interpretazione della pellicola: “È stato un lavoro difficile, ma molto stimolante” ci ha raccontato Silvia Belfiore, “Nel film si alternano parti in cui si raccontano delle azioni nella loro evoluzione e scene in cui ci si sofferma su un’emozione, un’impressione o uno stato naturale, come il vento, che segnano una sorta di stasi, di pausa dall’evolversi della trama. Abbiamo adattato a questa caratteristica del film le nostre scelte compositive: i pezzi che abbiamo scritto accompagnano principalmente l’evolversi della trama, come nel caso dell’Ave Maria nella scena del funerale, mentre laddove il regista ha scelto di soffermarsi su un’emozione in particolare, abbiamo scelto di usare degli effetti, che seguissero, per esempio, il tumulto interiore dei protagonisti o l’ostinato turbinio del vento”.
“Abbiamo diversificato la scelta degli strumenti, proprio per creare delle atmosfere differenti, che sottolineassero la gamma di sentimenti e sensazioni che il film suscita” ha aggiunto Andrea Morelli, “Al pianoforte Silvia ha utilizzato la cordiera, oltre alla tastiera, in diversi passaggi, proprio per ottenere dei suoni più adatti allo scopo; io ho scelto il sassofono tenore, il cui suono grave ben si addice alle atmosfere cupe e a effetti rumoristici corposi, e il soprano, per la melodia di “Greensleeves”, un canto popolare, bucolico, con cui abbiamo accompagnato alcune scene all’aperto e il finale del film, per ottenere un effetto drammatico a contrasto. Ho utilizzato invece il flauto per l’Ave Maria e il flauto dolce per ricreare gli effetti di vento; infine, piccole percussioni e campanelle tibetane”.
La rassegna si concluderà il 28 dicembre con la proiezione del film “Tigre Reale” di Giovanni Pastrone presso lo Spazio Hermaea di Pirri – via Santa Maria Chiara 24A.