Pinocchio, quando la forza di un desiderio trasforma la realtà

Uno dei grandi classici dell’animazione firmata Disney torna nella versione live action con la regia di Robert Zemeckis; Tom Hanks interpreta il falegname Geppetto, Cynthia Erivo è la Fata Turchina

Pinocchio. 📷 courtesy of Disney Enterprises, Inc. © 2022 Disney Enterprises, Inc. All Rights Reserved

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Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino” di Carlo Collodi è stato pubblicato a Firenze nel 1883, dopo che la prima parte del romanzo uscì a puntate nel supplemento per bambini del giornale Il Fanfulla a partire dal 1881; l’accoglienza, per quello che convenzionalmente viene definito burattino ma che è, in realtà, una marionetta, fu decisamente positiva, tanto che a Collodi venne chiesto di proseguire e concludere il racconto, che si trasformò rapidamente in un successo mondiale.

Gli adattamenti cinematografici del romanzo sono stati numerosi, a partire dai primi del ‘900; dal celebre film d’animazione della Walt Disney Productions del 1940, passando per lo sceneggiato RAI di Luigi Comencini (1972) e le più recenti pellicole di Roberto Benigni (2002) e Matteo Garrone (2019), si arriva al 2022, caratterizzato da un omaggio “incrociato” su due diverse piattaforme streaming, dedicato al burattino di legno che desidera diventare un bambino in carne e ossa: in dicembre, infatti, uscirà su Netflix il film d’animazione stop motion firmato da Guillermo del Toro, mentre a partire da oggi, su Disney Plus, è disponibile il “Pinocchio” del regista Robert Zemeckis, versione live action del classico Disney del 1940, seconda pellicola d’animazione della casa di produzione dopo “Biancaneve e i sette nani” del 1937 e vincitrice di due Premi Oscar.

Il progetto si inserisce nella ormai consolidata tendenza da parte della Walt Disney Pictures di rinverdire le pellicole d’animazione che hanno fatto il successo della “casa di Topolino” con delle versioni recitate da attori e attrici che incarnino i protagonisti di queste storie entrate ormai nell’immaginario collettivo; nel caso di “Pinocchio”, dunque, la trasposizione sembra quasi avverare per l’intera compagine di personaggi il desiderio del burattino di legno, trasformando i disegni animati in “persone vere”.

Così Tom Hanks veste i panni di Geppetto, il falegname che costruisce il piccolo Pinocchio, realizzato in CGI e doppiato da Benjamin Evan Ainsworth; nelle sue innumerevoli peripezie, il protagonista è affiancato dal Grillo Parlante, che con la voce di Joseph Gordon-Levitt lo consiglia e lo ammonisce, e ancora dalla Fata Turchina, che promette al burattino di trasformarlo in un bambino se sarà capace di dimostrare bontà e altruismo; la scelta dell’attrice e cantante britannica di origini nigeriane Cynthia Erivo, recentemente protagonista del biopic dedicato a Aretha Franklin, come interprete di questo personaggio ha suscitato non poche polemiche, vista la non aderenza all’aspetto della Fata nella pellicola animata.

Se il percorso di Pinocchio per diventare un bambino è particolarmente accidentato, molto dipende dai loschi individui che approfittano della sua ingenuità, come il silenzioso e ammiccante Gatto e la furbissima Volpe, doppiata da Keegan-Michael Key; ancora il crudele burattinaio Mangiafuoco, interpretato da Giuseppe Battiston, e l’Omino di Burro/Postiglione, scaltro proprietario del Paese dei Balocchi a cui presta il volto Luke Evans, senza dimenticare il dispettoso compare di monellerie Lucignolo interpretato da Lewin Lloyd.

Il viaggio di questo Pinocchio, dunque, rispetta in pieno le tappe canoniche del viaggio di crescita e trasformazione dell’amato burattino, restando fedele allo script del film animato del 1940; tuttavia la sceneggiatura dello stesso Zemeckis e di Chris Weitz , oltre a introdurre nuovi personaggi come il gentile gabbiano Sophia doppiato da Lorraine Bracco, porta una ventata di attualità nella storia e pone l’accento su concetti quali l’accettazione di sé e degli altri, la capacità di autodeterminarsi, la volontà di migliorare accrescendo il proprio patrimonio di conoscenze e mitigando le manie di protagonismo. Molto interessanti, inoltre, i riferimenti al tema del bullismo, sapientemente inseriti nelle scene ambientate nel Paese di Balocchi, in cui il pubblico più giovane -e non solo-potrà riconoscere delle situazioni reali, così come risulta particolarmente significativa la scelta di dare al film un finale più aperto rispetto all’originale animato e al romanzo, che induce a una riflessione sui differenti significati della trasformazione.

Così come per la trama, anche la colonna sonora della pellicola, firmata da Alan Silvestri, nasce dal connubio tra le canzoni originali del film animato e nuovi brani, scritti dallo stesso Silvestri insieme a Glenn Ballard; si rinnova dunque il sodalizio tra il regista Zemeckis e i due compositori, che già avevano lavorato insieme per le pellicole “Forrest Gump” e “Polar Express”, di cui peraltro Tom Hanks era protagonista. Nella comprensibile scelta di inserire delle novità musicali in questa nuova versione delle avventure di Pinocchio, resta la certezza di poter riascoltare “When You Wish Upon a Star” di Leigh Harline e Ned Washington -Oscar per la Miglior Canzone Originale nel 1941-, nell’intensa interpretazione di Cynthia Erivo; così come il romanzo di Carlo Collodi continua a parlare a generazioni diverse di ragazze e ragazzi, che si riconoscono nel burattino in cerca della propria identità, allo stesso modo le note di questo brano richiamano la potenza di un desiderio quasi folle, espresso nel vedere una stella che brilla nel cielo, contro ogni reale possibilità di diventare realtà: “Non importa chi tu sia, tutto ciò che il tuo cuore desidera, verrà da te”.

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