Si chiude il Festival Internazionale di Musica Classica che da tredici anni anima le estati lussurgesi con le note più impegnative di Maestri ed allievi provenienti da tutto il mondo.
Dieci giorni di un calendario fitto di incontri divisi fra il masterclass ed i concenti serali, aperti a tutti con ingresso libero, nella storica chiesa parrocchiale di Santu Lussurgiu, Santa Maria degli Angeli, nel cuore di Santu Lussurgiu, con un fuori porta speciale, per quest’anno, svolto nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Vergine Assunta in Cabras.
“Siamo soddisfatti, ha commentato il Maestro Maestro Simone Pittau, direttore artistico del Festival e e fondatore dell’Orchestra da Camera della Sardegna che dal 2009 cura l’evento, soprattutto perché, anche quest’anno non facile, di ripresa dal Covid ed per Santu Lussurgiu, di ripresa dopo il terribile incendio che solo lo scorso anno ha devastato le montagne del Montiferru, le note dei nostri strumenti siamo certi abbiano potuto offrire una nota di vicinanza ad una comunità ancora offesa dagli incendi che così tanto hanno inciso anche sul patrimonio paesaggistico del Montiferru”.
“Siamo però particolarmente orgogliosi dei risultati raggiunti perché siamo riusciti nell’intento principe delle nostre iniziative: condividere le note classiche della musica, patrimonio di cultura globale, con il pubblico delle comunità lontane dai grandi e piccoli teatri. Santu Lussurgiu, dunque ha accolto, grazie anche all’impegno dell’amministrazione comunale e della Regione, i giorni di confronto e formazione del masterclass tenuto dai Maestri internazionali protagonisti delle Orchestre più prestigiose del panorama non solo europeo ed i concerti di maestri ed allievi che hanno aperto sino alle porte del Ferragosto”.
“Un anno speciale per il Festival, ha dichiarato il sindaco di Santu Lussurgiu Diego Loi, perché si è spostato a casa dei giganti, nella chiesa parrocchiale di Cabras, dimostrando, ancora una volta, che tutta la musica e ogni elemento materiale e immateriale che costituisce il nostro patrimonio culturale, ha una potenza ed un valore globale. Crediamo e credo da sempre, che il potere dirompente della cultura, come la musica, sia essa la classica, già patrimonio globale dell’umanità, sia essa locale, come i nostri canti della tradizione, come quelli a cuncordu, bolu, tenore o chitarra, siano o debbano essere interconnessi. Nostro compito è favorire opportunità di incontro e connessione di cui non sono le anime ma anche le economie delle nostre comunità possa trarre vantaggio”.
In quest’ottica di costruzione di percorsi di interconnessione, si spiega la tappa nel Sinis che, con i suoi giganti, ha riportato a Cabras, il primato di promotrice culturale dell’oristanese.