Non solo mare e spiagge da sogno che fanno della Sardegna uno dei paradisi più ambiti dai turisti di tutto il mondo. L’Isola è anche la regione più militarizzata d’Italia e d’Europa, ospitando il 61% delle servitù militari italiane e i tre più grandi poligoni. Questo fa sì che sia di frequente teatro di esercitazioni militari.
Scenario che si sta ripetendo anche in questi giorni. È infatti cominciata il 27 aprile un’esercitazione militare congiunta di 8 paesi della NATO – denominata “Noble Jump 2023” – che ha l’obiettivo di simulare il soccorso congiunto a favore di uno dei Paesi alleati nel caso in cui si trovi sotto attacco. L’addestramento, che prevede il dispiegamento di circa 3000 uomini e 700 mezzi giunti nei giorni scorsi sul territorio regionale, dovrebbe concludersi, secondo un comunicato diramato dalla Prefettura di Cagliari, il prossimo 14 maggio.
La Sardegna da sempre protagonista di esercitazioni militari
In una recente intervista a “La Nuova Sardegna”, il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha dichiarato: “A seguito della guerra in Ucraina, l’Isola è diventata ancora più strategica per la difesa dello Stato italiano”. In realtà è dal secondo dopoguerra che la Sardegna viene scelta per attività di addestramento militare, per ragioni sia demografiche che geografiche. Si tratta, infatti, di una regione scarsamente popolata rispetto al resto della penisola, inoltre, trovandosi lontana dai Paesi dell’Est, viene considerata più al riparo da eventuali attacchi.
Tutto questo non senza il malcontento della popolazione locale. È infatti passata alla storia la rivolta di Pratobello, una pacifica e vincente protesta che fecero i pastori sardi nel 1969 contro l’occupazione del territorio da parte dell’esercito italiano, in ricordo della quale è stato realizzato il primo dei suggestivi murales che arricchiscono il paese di Orgosolo. Una resistenza che, nel tempo, non è mai venuta meno. Da anni sono attivi in Sardegna vari movimenti antimilitaristi, e anche alcuni partiti politici, in particolare quelli indipendentisti, oltre che parlamentari di diversi schieramenti, si sono ripetutamente espressi contro l’imponente presenza di basi militari adibite alla difesa nazionale.

Che cos’è una servitù militare
Disciplinata nell’ordinamento italiano dal decreto legislativo 66/2010, la servitù militare è un istituto che prevede divieti e limitazioni sui beni sia pubblici che privati che si trovano vicino a opere e installazioni di carattere militare. In Italia la maggior parte delle servitù militari si concentrano, oltre che in Friuli Venezia Giulia, proprio in Sardegna, con oltre 35mila ettari di territorio regionale vincolati.
I poligoni militari più estesi d’Europa
Tra le varie servitù militari, in Sardegna sono presenti i tre poligoni più grandi d’Europa. Nell’estremo sud dell’Isola si estende, su una superficie di oltre 7000 ettari, il poligono militare di Capo Teulada, istituito dalla Nato nel 1956. Si tratta di un poligono permanente, gestito dall’esercito per esercitazioni terra – aria – mare.
Sempre nel 1956 è stato istituito, nella parte sud-orientale che va da Cagliari a Nuoro, il poligono sperimentale e di addestramento interforze di Salto di Quirra, che comprende un “poligono a terra”, situato nel comune di Perdasdefogu, e il distaccamento dell’aeronautica militare con un “poligono a mare” che ha sede a Capo San Lorenzo. Al suo interno si svolgono attività addestrative di unità militari sia nazionali che estere.
Nella costa sud-occidentale dell’Isola, con servitù che coinvolgono i territori che dal comune di Arbus si estendono fino alla provincia di Oristano, si trova invece il poligono di Capo Frasca, utilizzato per esercitazioni di tiro a fuoco aria – terra e mare – terra. Questo poligono, che occupa 14 km quadrati di suolo e un’area di mare interdetta alla navigazione e alla pesca, è collegato all’aeroporto militare Nato di Decimomannu, il quale rappresenta la base aerea più attiva in Europa.

C’era una volta la base della Marina Militare americana
Per ben 35 anni l’Isola di Santo Stefano, situata all’interno dell’arcipelago de La Maddalena, ha ospitato una base della Marina Militare americana per sommergibili nucleari,avente un’importanza strategica per le operazioni nel Mediterraneo sia della Marina americana che della Nato. Una storia cominciata nel 1973 e terminata nel 2008 quando la base è stata definitivamente smantellata. Attualmente, dopo la delusione per il mancato G8 del 2009, trasferito a L’Aquila a seguito del terremoto, si trova in stato di completo abbandono.
Preoccupazioni per la salute e per l’ambiente
Nell’annunciare le esercitazioni attualmente in corso, la Prefettura di Cagliari sostiene che queste avvengono “nel pieno rispetto delle norme di protezione previste per la popolazione e l’ambiente”, eppure la Sardegna ha alle spalle una lunga storia di preoccupazione da parte dei residenti per le conseguenze che tali addestramenti militari possono causare sull’ecosistema e sulla salute.
Diversi comitati parlano della possibile presenza di sostanze contaminanti nei sistemi d’arma che rischiano di essere poi diffusi nell’ambiente, e in tanti collegano i picchi di mortalità dovuti a patologie, quali neoplasie e linfoma di Hodgkin, alla presenza dei poligoni nelle zone circostanti. Non sono mancati, inoltre, casi di malformazioni. Nel 2011 fu emblematica la nascita, proprio vicino al poligono di Quirra, di un agnellino con due teste. Tuttavia, presso il Tribunale di Cagliari, nel corso del procedimento per l’inquinamento del poligono di Teulada, la Procura della Repubblica, pur confermando le contaminazioni, ha sostenuto che non pare riscontrabile un nesso di causalità tra tale inquinamento e le malattie. Intanto, nell’incessante antitesi tra chi si oppone e chi ritiene siano irrinunciabili, i grandi giochi di guerra in Sardegna proseguono.