Fino al 15 luglio anche le micro e piccole realtà della Sardegna, nonché le reti d’impresa e i consorzi, potranno fruire dei fondi messi a disposizione dal “Bonus export digitale”.
Lo ricorda Confartigianato Imprese Sardegna che sottolinea anche come il bando preveda la concessione di contributi in regime “de minimis” per sviluppare l’attività di export delle MPMI. L’incentivo è dedicato alle microimprese manifatturiere italiane per accompagnarle nei processi di adattamento al mercato globale attraverso soluzioni digitali. Il programma intende offrire un supporto digitale per facilitare l’accesso delle micro-imprese alla digitalizzazione dei processi di internazionalizzazione e si integra con altri servizi ICE quali le piattaforme e-commerce o la tracciabilità su tecnologia blockchain.
Si tratta di un contributo a fondo perduto che arriva fino a 25.000 euro, frutto di un progetto del Ministero degli Esteri e dell’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (ICE). Il bonus finanzia le spese per l’acquisto di soluzioni digitali per l’export (hardware, software, formazione e servizi) attraverso un voucher per le micro-imprese fino a 4.000 euro (a fronte di spese non inferiori a 5.000 euro, iva esclusa) e fino a 22.500 euro se costituite in forma di reti o consorzi (a fronte di spesa ammissibili non inferiori a 25.500 euro, IVA esclusa).
“La nostra Associazione da tempo lavora per incentivare le esportazioni delle piccole e medie imprese creando occasioni di incontro per farle conoscere nelle missioni all’estero – commenta la Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Amelia Lai – riteniamo, quindi, che anche questo bonus sia importante per far proseguire le aziende in un percorso virtuoso di esportazione che porti l’eccellenza sarda a essere conosciuta e venduta in tutto il mondo”.
I dati sull’export della Sardegna, rielaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, contenuti nell’indagine del Centro studi Tagliacarne/Unioncamere, parlano di 633 le aziende sarde che, nel primo semestre del 2021, hanno piazzato i propri prodotti all’estero. Purtroppo appena lo 0,6% delle attività imprenditoriali isolane ha intrapreso rapporti commerciali con l’Europa e il resto del Mondo, vendendo beni per un controvalore di 2miliardi e 500milioni di euro, classificando la Sardegna al quart’ultimo posto in Italia tra le regioni esportatrici.