Le maschere tradizionali di Mamoiada e Ottana sono state protagoniste a Osaka, in occasione dell’Expo 2025, durante due giornate di eventi promossi dall’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia (Unpli), con la collaborazione della Fondazione Pro Loco Italia e il patrocinio del Ministero della Cultura e dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale.
Sabato 3 maggio, all’interno del Padiglione Italia, si è svolta la prima giornata dedicata al patrimonio culturale immateriale italiano. Dopo una presentazione ufficiale alle 11 in Piazza Italia, il programma è proseguito nel pomeriggio con un convegno sull’identità culturale, che ha visto l’intervento di esponenti istituzionali e accademici. Tra loro, il commissario Mario Andrea Vattani, il presidente Unpli Antonino La Spina, il presidente Unpli Sardegna Raffaele Sestu e il sindaco di Ottana Franco Saba. I contributi hanno sottolineato il valore delle maschere antropologiche italiane come testimoni di pratiche, riti e simboli radicati nelle comunità locali, e la funzione delle Pro Loco nel preservarne la memoria e il significato.
Alle 17, in Piazza Italia, è andato in scena lo spettacolo che ha riunito diverse espressioni della maschera rituale italiana. Tra le presenze più attese, i Mamuthones e gli Issohadores di Mamoiada, portati in scena dalla Pro Loco del paese barbaricino. La loro esibizione, fatta di movimenti cadenzati, campanacci e maschere nere, ha trasmesso il senso profondo di una tradizione legata al mondo pastorale, tramandata di generazione in generazione.
Accanto a loro si sono esibiti i Boes, i Merdules e sa Filonzana di Ottana. In questa rappresentazione, curata dalla Pro Loco locale, si mette in scena un conflitto simbolico tra uomo e natura, con i Boes che incarnano la forza indomita degli animali selvaggi e i Merdules che cercano di dominarli. A completare il quadro, la Filonzana, personificazione del destino, introduce un elemento di mistero e fatalismo che arricchisce il significato del rituale.
Anche le maschere delle Dolomiti, con la Zinghenèsta di Canale d’Agordo, hanno avuto spazio, ma l’attenzione si è concentrata in particolare sulle due rappresentazioni sarde, capaci di evocare un forte impatto visivo e simbolico.
Il secondo appuntamento, domenica 4 maggio, ha visto le maschere sfilare tra il pubblico internazionale, coinvolgendolo in un percorso immersivo tra suoni, gesti e identità. L’esperienza giapponese si è configurata come un momento di incontro tra culture, in cui la forza delle tradizioni italiane si è confrontata con la curiosità e l’attenzione di un pubblico globale.






