Si chiamano Carla Deidda e Giorgia Cesaracciu, sono due guide turistiche, e nel 2014 hanno creato il progetto Viaggi di Sardegna con l’obiettivo di far conoscere la Sardegna ai giapponesi. “In arte siamo le Sardegiappe – raccontano all’unisono le due guide turistiche -. Ci identifichiamo così, per questa nostra natura ambivalente. Nate e cresciute a Cagliari, quindi sarde, che hanno scoperto e coltivato, durante gli anni della carriera universitaria, una grande passione per il Giappone, per la sua storia, la sua cultura e non ultimo per il giapponese stesso, che pur essendo una lingua molto difficile, ci dà tante soddisfazioni. Così è nata la nostra parte più giappa”.
Carla e Giorgia sono due ragazze che hanno coniugato la loro passione per le lingue e il turismo con l’amore per la propria terra costruendosi un lavoro nato davanti ad una tazzina di caffè. “Si tiravano le somme di quello che si era realizzato – racconta Carla -. Ma soprattutto di quello che avremmo voluto fare specialmente con il giapponese. Ci sembrava assurdo che dovessimo mettere da parte anni di studio della lingua. Da quel momento abbiamo iniziato a fantasticare sull’idea di un lungo ponte che potesse unire queste due isole lontane. Mattoncino dopo mattoncino, questo ponte lo abbiamo iniziato a realizzare veramente”.
“Viaggi di Sardegna” in giapponese si dice sardinia tabi e da cinque anni è uno dei pilastri del ponte che si sta costruendo tra le due isole lontane circa 10.000 chilometri. Due territori distanti accomunati da tratti unici ma anche da profonde differenze. “Ci assimila il fatto di vivere su un’isola e quindi di avere un po’ di tratti originali che ci contraddistinguono dai nostri vicini di mare – racconta Giorgia -. Ci accomuna il fatto di essere popolazioni ospitali, un aspetto questo che ci viene riconosciuto spesso e volentieri. Ma allo stesso tempo sono tanti i tratti che ci differenziano. Noi viviamo in un mondo dove la vita, rispetto a certe loro città, scorre lenta e rilassata, mentre loro, specie nelle grandi città sono travolti da una grande frenesia e da un’organizzazione meticolosa anche nella gestione delle attività quotidiane. Loro ancora hanno un grande senso di rispetto per la comunità, per la natura che li circonda, e potremmo dire che le cose funzionano perché pensano più al bene di tutti, mettendolo in primo piano rispetto al proprio, caratteristica che forse noi stiamo tendendo a perdere”.
La Sardegna è il posto ideale per il turista nipponico. Si parte dalla visita di una città come Cagliari, Alghero, Bosa o Castelsardo, per poi proseguire verso aspetti noti e poco noti della cultura isolana. Dalle visite alle cantine alle lezioni di cucina, dai paesaggi baciati dal mare a quelli dell’interno dell’isola, senza dimenticarci di visitare i nuraghi. “I giapponesi cercano in Sardegna un posto che non faccia parte del circuito delle mete turistiche tradizionali italiane – specificano le due guide turistiche -. Cercano un posto tranquillo, dove poter fare nuove esperienze, spesso legate anche al fare piuttosto che al solo vedere. Una meta dove poter assaggiare del buon cibo e bere del buon vino. Cercano un po’ di relax facendo una passeggiata nelle stradine di un qualche borgo o nella natura. Vogliono vedere il mare, i suoi magnifici colori, ma solo per fotografarlo o goderne della vista, mai per fare un bagno o prendere il sole come facciamo noi. Non è nella loro cultura!”.
Le sardegiappe viaggiano da sud a nord e da est ad ovest in un continuo vai e vieni alla scoperta dell’Isola, mettendo in mostra gli aspetti più peculiari della Sardegna e facendo entrare i turisti nipponici all’interno della storia e della cultura sarda, anche grazie alla scoperta dell’enogastronomia locale. “È l’aspetto che apprezzano forse più di ogni altra cosa, – proseguono le guide turistiche – amano mangiare e assaggiare cibi nuovi, cibi legati al territorio o alla sua stagionalità. Amano gustare lentamente ogni pietanza per capirne meglio il sapore, vogliono vedere da dove viene, come è stata prodotta e spesso desiderano realizzarla con le loro mani grazie ai vari laboratori e lezioni di cucina che proponiamo”. Non solo cibo, la Sardegna viene apprezzata anche per l’unicità della nostra storia. “Quando visitiamo i nuraghi – proseguono – rimangono stupiti. Sanno che sono una delle nostre peculiarità e davanti alla loro maestosità tentano di dare il loro parere su come o chi possa essere arrivato a costruire cotanto splendore”.
La Sardegna piace, attira e affascina. Si rivolgono ad un vasto pubblico (giapponese) e non ad uno specifico target. “Chiunque ami viaggiare e scoprire nuove realtà è il benvenuto – raccontano -. Molti turisti si sono innamorati della nostra isola a tal punto da voler coltivare questo amore anche una volta tornati a casa loro. I giapponesi poi, nello specifico, quando si innamorano di un posto, tendono a voler tornare e infatti tanti sono ritornati 2 o 3 volte. Ci rimproverano solo il fatto di non essere abbastanza presenti nella loro isola con informazioni o pubblicità. Pochi sanno dove sia la Sardegna, conoscono l’Italia, ma non l’Isola. Non sanno cosa si possa vedere e le meraviglie che offre”.