Tre artisti, questo mese, che hanno attraversato l’Italia visitandone le più grandi città. Tre artisti le cui opere hanno fatto la storia e che sono conosciuti in tutto il mondo. Tre nomi: Leonardo, Michelangelo, Caravaggio.
Leonardo da Vinci è il genio per eccellenza. Una cultura capace di spaziare a 360° in tutti i campi della conoscenza. Disegno, progettazione, architettura, pittura, anatomia, musica e botanica sono stati solo alcuni dei suoi interessi. Siamo negli anni a cavallo tra la metà del 1400 e il primo ventennio del 1500. Nato ad Anchiano, una frazione del Comune di Vinci in provincia di Firenze, quello che sembra il cognome è in realtà una attribuzione di provenienza da parte della famiglia paterna. Parlando di Leonardo, il pensiero corre a Parigi, fra le stanze del Louvre dove è custodita ed esposta la Gioconda, ma è proprio a Firenze che il quadro è stato concepito e iniziato, così come tantissime altre sue opere oggi conservate in città alla Galleria degli Uffizi. Firenze dà i natali a Leonardo anche artisticamente, presso la bottega del Verrocchio dove entra a lavorare come apprendista dopo che suo padre ne fiuta il talento per il disegno e la scultura.

Anche Michelangelo Buonarroti può vantare l’esposizione a Firenze di alcuni suoi capolavori. Il David ne è l’esempio più noto: conservato presso la Galleria dell’Accademia per favorirne la conservazione, una copia è esposta all’aperto in Piazza della Signoria. Sarà tuttavia Roma la città sulla quale ci concentreremo parlando di lui. Intanto la cupola (o “Cupolone”) della celebre Basilica di San Pietro è opera sua. Michelangelo ci lavorò fino alla morte, nel 1564, disegnandola e realizzandola fattivamente. Ma nella città dei papi le sue opere sono tante e diverse. Tra le sculture, tecnica nella quale eccelleva, ricordiamo la Pietà, realizzata in marmo di Carrara e dalla storia turbolenta (l’opera fu vandalizzata nel 1972 e successivamente restaurata e protetta da una teca), ma anche il Mosé, perfetto nella sua realizzazione, al quale pare che l’autore abbia chiesto “Perché mi guardi e non favelli?” Infine, per quanto alcuni sostenessero il suo non eccellere nella pittura, ricordiamo che Michelangelo ha affrescato la Cappella Sistina, ininterrottamente sede dei conclavi per l’elezione dei papi dal 1878.

Con Caravaggio (pseudonimo di Michelangelo Merisi, nato a Milano e non nel paese col nome del quale è conosciuto e da cui provenivano invece i genitori) ci spostiamo nel mondo della pittura tout-court. Cresciuto negli anni della peste, entrò apprendista nella bottega di Simone Peterzano, a sua volta allievo del pittore Tiziano. A Milano, presso la Pinacoteca Ambrosiana, è conservata la Canestra di Frutta, una delle sue opere più note sulla quale ritorna un leitmotiv dell’artista: il dipingere alcuni oggetti leggermente in bilico sulla superficie dove poggiano. Caravaggio ha operato anche al centro-sud Italia, vivendo in città come Roma, Napoli, Messina, Palermo, Siracusa e persino nell’isola di Malta. Le sue opere sono sparse fra le città che lo hanno ospitato e la sua – tutto sommato – recente riscoperta gli è valsa l’effige sulla vecchia banconota da 100.000 lire.