I dati Istat di dicembre hanno sconvolto tutti. In Italia il calo occupazionale di dicembre è stato quasi esclusivamente femminile: – 101mila unità, di cui 99mila sono donne. Nel complesso, durante tutto il primo anno pandemico: 444mila persone hanno perso il lavoro, 132mila uomini e ben 312mila donne.
Le donne che lavorano in Italia sono sempre meno, rispetto a un numero già inferiore alla media europea, come ricordato dal neo Premier Mario Draghi nel suo discorso al Senato per la richiesta di fiducia del suo incarico: “L’Italia presenta oggi uno dei peggiori gap salariali tra generi in Europa, oltre una cronica scarsità di donne in posizioni manageriali di rilievo”.
Durante la pandemia però, sono state proprio le madri lavoratrici a farsi carico maggiormente della cura dei figli, tra smart working e dad o – con ulteriori difficoltà – fronteggiando la chiusura degli asili nido.
Il sito SuperGuapas riporta che: “Le madri lavoratrici italiane hanno le stesse problematiche delle loro cugine iberiche. Infatti, il 22% delle donne spagnole lavoratrici e madri, hanno dovuto rinunciare del tutto o in parte al loro impiego per prendersi cura dei loro figli nell’ultimo anno. Per riuscire a conciliare lavoro da casa e cura dei figli, le madri hanno imparato a sfruttare l’ausilio di giocattoli per bambini educativi che riescano a unire il momento del divertimento con l’apprendimento”.
Anche nel resto d’Europa si è rafforzata la disuguaglianza di genere, che ha fatto mancare la disoccupazione femminile con vertice di questa triste classifica composto da Grecia, Spagna e Italia.
Secondo i dati dell’International Labour Organization, ogni giorno le madri lavoratrici svolgono almeno 5 ore e 5 minuti di lavoro non retribuito di assistenza e cura; invece gli uomini in media solo un’ora e 48 minuti. Una differenza a cui, in Italia, vanno ad aggiungersi tutte le misure legislative inadeguate, come la mancanza di un congedo per paternità uguale a quello della madre, che permetterebbe di distribuire in maniera più equa il carico di lavoro.
Seppure ci sono casi di donne italiane che riescono a conciliare benissimo casa e lavoro, avendo perfino un successo maggiore del marito, come Chiara Ferragni; la realtà quotidiana di tante madri lavoratrici è molto complicata e la risorsa fondamentale diventano i nonni.
Per questo il nostro tasso di fertilità è così basso rispetto alla media europea, siamo al 174° posto al mondo per tasso di fertilità, con 1,27 figli per donna. Se anche vengono promosse tante iniziative virtuose, come “Girls Code It Better”, il programma rivolto alle scuole per eliminare le disparità di genere in ambito STEM che coinvolge le studentesse in simulazioni di situazioni lavorative, tutto questo non basterà fintantoché non si agirà a livello legislativo.
Infatti, Mario Draghi nel suo discorso ha dichiarato di voler puntare a: “Un riequilibrio del gap salariale e un sistema di welfare che permetta alle donne di dedicare alla loro carriera le stesse energie dei loro colleghi uomini, superando la scelta tra famiglia o lavoro”.