Sono ormai trascorse tre settimane dall’avvio in tutta l’Unione Europea della campagna vaccinale contro il coronavirus. Nonostante le polemiche, le paure di tanti e le campagne di sensibilizzazione tese a convincere quante più persone possibili a vaccinarsi, anche attraverso lo slogan “L’Italia rinasce con un fiore”, il nostro Paese si attesta al primo posto in Europa per il numero di vaccini somministrati, grazie alle dosi provenienti dalla casa farmaceutica americana Pfizer Biontech. La Sardegna raggiunge una percentuale del 68,6%, restando comunque al di sotto della media nazionale che si attesta al 74,9%.
Tuttavia, è di pochi giorni fa la notizia della decisione unilaterale della Pfizer di ridurre di circa 165 mila dosi il nuovo invio di vaccini, provocando, di conseguenza, un’asimmetria nella ridistribuzione delle dosi tra la maggioranza delle Regioni, Sardegna compresa, e una riduzione del numero di vaccinazioni da effettuare per dare priorità ai richiami per tutto il personale sanitario che ha già ricevuto la prima dose.
Intanto è iniziata anche la somministrazione del vaccino prodotto dall’azienda statunitense Moderna, anche se sarà disponibile in quantità ridotte rispetto a quello della Pfizer, in base al numero delle dosi prenotate dall’Unione Europea.
Presto però, accanto a questi vaccini delle case farmaceutiche americane, potrebbe arrivare una risposta tutta italiana nella lotta contro il Covid-19, di pari valore scientifico. Questo vaccino completamente made in Italy, ormai in fase di sperimentazione avanzata, si chiamerà GRAd-COV2 e verrà prodotto dalla casa farmaceutica ReiThera, che ha sede a Castel Romano (Roma). La prima fase di sperimentazione è avvenuta all’Ospedale Spallanzani di Roma tra soggetti di età compresa tra i 18 e i 55 anni. Dopo 28 giorni di vaccinazione, il 94% dei vaccinati ha prodotto anticorpi e il 90% ha sviluppato anticorpi che hanno il potere di neutralizzare il virus.
Sono fondamentalmente tre le differenze che distinguono il vaccino di ReiThera da quelli americani. Innanzitutto, non è basato sulla tecnologia mRna ma utilizza lo stesso principio già usato per altri vaccini, ossia un veicolo virale, riducendo così i tempi necessari per la sua preparazione. Altra differenza fondamentale è dovuta al fatto che questo vaccino non deve essere conservato a 80 gradi sottozero ma sarà sufficiente un normale frigorifero e, infine, probabilmente potrà essere somministrato in un’unica dose.
La particolarità di questo vaccino italiano è data dall’utilizzo degli adenovirus che provengono dai gorilla, nel cui genoma viene inserita la proteina Spike del coronavirus.
“Siamo partiti dai gorilla perché i virus che li infettano sono efficienti nel riconoscere anche le cellule umane. In loro non producono sintomi e nell’uomo danno solo raffreddori lievi. Il vettore è totalmente innocuo perché la parte che crea la patologia viene inattivata con eliminazione di parte del patrimonio genico. Inoltre, non è in grado di replicarsi. Grazie alla sua azione riceviamo solo una componente della proteina spike, la riconosciamo, ci prepariamo immunizzandoci e dunque possiamo non ammalarci” spiega Stefano Colloca, cofondatore e Chief of technology di ReiThera.
Questo vaccino, dunque, che ha ricevuto i finanziamenti dal Ministero dell’Università e della Ricerca, dalla Regione Lazio e dal Centro nazionale per le ricerche (CNR), sembra sicuro e in grado di dare una risposta immunitaria robusta. Nel mese di febbraio comincerà la seconda fase della sperimentazione e, immediatamente dopo, la fase tre.
“Quanto tempo ci vorrà poi per arrivare davvero alla gente dipende dalle agenzie regolatorie, – afferma Colloca – noi contiamo di poter arrivare a diffonderlo per uso emergenziale già tra luglio e agosto. Ci siamo infatti già attrezzati per una produzione su larga scala, in una officina farmaceutica già approvata dall’Aifa e che produceva altri vaccini simili. Ora amplieremo i bioreattori necessari e saremo in grado di produrne 10 milioni di dosi al mese. Possiamo estendere le capacità produttive anche in altre officine europee. E abbiamo anche una collaborazione con la Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI) una realtà internazionale che ha la missione di finanziare e generare vaccini per i paesi a basso reddito”.
La Commissione Europea ha appena chiesto agli Stati membri di velocizzare le vaccinazioni e, in una comunicazione formale, li ha invitati ad immunizzare entro marzo almeno l’80% degli operatori sanitari e degli over 80 ed entro l’estate il 70% della popolazione adulta. In un momento in cui dipendiamo completamente da vaccini stranieri e combattiamo per ottenere il maggior numero possibile di dosi, il vaccino di ReiThera potrebbe rappresentare davvero una svolta decisiva nella lotta al Covid-19.
Intanto, alla discussa proposta dell’Assessore al Welfare della Lombardia, Letizia Moratti, di distribuire i vaccini tra le Regioni anche in base al PIL, ha prontamente risposto il Ministro per gli affari regionali, Francesco Boccia, affermando: “È un’ipotesi contraria alla civiltà e ai diritti universali”.