I denti del giudizio sono uno dei più comuni cliché di discorsi in ambito dentistico. Fino a un paio di decenni fa era prassi la loro estrazione appena si evidenziavano durante la pubertà. Questi denti sono un retaggio antico, che affonda le sue radici in epoche dove i cibi erano molto più rozzi e non raffinati. Mangiare carne dura o pesce secco, radici, bacche, alimenti crudi e pane duro andavano ad usurare i denti nelle loro pareti laterali, diminuendo rapidamente il loro diametro col passare degli anni. In tal modo permettevano l’eruzione dei denti del giudizio senza problemi, garantendo una buona masticazione anche in età adulta.
Tutto questo ora non avviene più, in quanto la nostra alimentazione basata su cibi morbidi, cotti e raffinati, non determina la naturale usura dei denti. Perciò i denti del giudizio sono diventati un retaggio della nostra evoluzione senza una vera utilità, che può diventare un problema se questi non trovano posto in arcata come spesso succede. È curioso sapere che nelle ultime generazioni è comune trovare bambini che non li hanno neanche più. È una risposta della natura stessa, avendo compreso da tempo che non ne abbiamo più bisogno.
Una credenza comune sui denti del giudizio è che la loro crescita, in una bocca con denti non più rimpiccioliti dall’usura, tende ad esercitare una tale forza sui denti anteriori che alla fine li porta ad accavallarsi tra loro. Per questo motivo era molto frequente che un dentista, fino a poco tempo fa, preferisse estrarli tutti e quattro, per evitare i problemi estetici dei denti storti.
Io non sono di questa idea, questa si basa sul presupposto che quattro denti possano esercitare dal dietro all’avanti una pressione tale da spostare gli altri 12, come se in una partita di rugby una mischia venisse vinta da un unico giocatore contro 7 di pari stazza. Una cosa molto, ma molto improbabile.
Quando il dente del giudizio non trova spazio, piuttosto che spingere gli altri tende ad includersi, ovvero a non apparire neanche in arcata, rimanendo dentro la gengiva e l’osso. Spesso nella sua inclusione assume una posizione orizzontale. Questa posizione non è di per se stessa un problema e un dente incluso può rimanere tale per tutta la vita. L’estrazione diventa necessaria se si crea una continuità con l’ambiente orale uscendo in parte dalla gengiva. A questo punto i batteri hanno la strada aperta per colonizzare il dente sepolto, creando una tasca che facilmente si infetta determinando dolore gengivale, infezioni e ascessi. Ecco, questi sono i casi in cui è necessario effettuare l’estrazione. Un altro motivo per programmare l’estrazione è quando in corso di una terapia ortodontica esiste la necessità di spostare verso l’indietro i penultimi molari, e questo non è possibile se sono presenti i denti del giudizio (ottavi). Allora certo faranno una brutta fine.
Una considerazione riguardo alle analisi da svolgere prima di effettuare l’estrazione, in quanto spesse volte le radici del dente del giudizio inferiore è molto vicino ad un importante nervo che passa all’interno dell’osso, il nervo mandibolare inferiore. Una lesione dello stesso porta a una situazione di anestesia o parestesia nella zona del labbro inferiore corrispondente, che a volte è transitoria, mentre nei casi più gravi dura tutta la vita. Ecco che un’indagine radiologica diventa imprescindibile prima di effettuare l’estrazione, mediante una panoramica dentale nei casi più semplici, o con un’indagine tridimensionale (TAC dentale o ConeBeam) nei casi più complessi.
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