Dal nome di incerta provenienza, il comune di Golfo Aranci (SS) fa sognare con un litorale costellato di incantevoli spiagge e la suggestiva posizione.
Affacciato sul Golfo di Olbia, il lembo di terra in mezzo al mare su cui sorge culmina infatti nel promontorio di Capo Figari, area dove la storia ancora persiste e si tramanda sia con numerose testimonianze nuragiche, ma anche con attestazioni di un tempo più vicino a noi, come nel caso del cosiddetto Cimitero degli inglesi.
Ubicato nel lato meridionale di Capo Figari, l’appellativo “Cimitero degli inglesi” evoca una suggestiva visione non rispecchiante tuttavia ciò che davvero custodisce. Benché l’espressione possa trarre in inganno, la denominazione nacque in realtà da una credenza popolare di lungo periodo, secondo la quale tutti i defunti sepolti fossero di origine inglese. Un pensiero poi rivelatosi infondato e forse ispirato dall’unica sepoltura anglosassone presente in tutto il sito, ossia quella del marinaio diciottenne George Christian Bradshaw. Originario di Bristol, egli venne a mancare il 12 giugno 1900 per dissenteria mentre si trovava a bordo della nave “Vulcan” costeggiante Golfo Aranci.
Una dipartita tragica e precoce, che accomunò il giovane Bradshaw agli altri 12 italiani che attualmente giacciono nel Cimitero degli inglesi. Se da un lato si ipotizza che alcuni siano scomparsi in terribili disastri marittimi, dall’altra è certo che qui riposino i naufraghi del disastro del veliero ligure Generoso II,– ripescati nel 1887 nella parte più orientale di Capo Figari – e gli ufficiali dei piroscafi Gioia, Etna e Colombo scomparsi nel febbraio 1888. Quest’ultimo prezioso dato è giunto ai nostri giorni tramite una lapide commemorativa, eretta nel 1891 da equipaggi della Navigazione Generale Italiana al tempo incaricata di occuparsi della linea marittima Golfo Aranci-Civitavecchia.
Marmoreo promemoria di un disastro passato, la lastra dedicata agli ufficiali rappresenta solo un assaggio di un cimitero dalle piccole dimensioni, ma dall’articolazione abbastanza organica. La lapide è difatti inserita in una costruzione in pietra sormontata da una croce lignea, attorno alla quale è possibile intravedere 12 sepolture a tumulo, ossia costituite da cumuli di pietre poste le une sulle altre. Tra queste non figura la tomba di Bradshaw, sita invece in un punto isolato dove spicca una croce celtica in legno dipinta di bianco, elemento che la contraddistingue e che riporta informazioni personali sul defunto. A chiudere infine il percorso funerario un’ancora arrugginita, collocata poco oltre la salma inglese e attorniata da un muro.





Al netto delle vere e proprie sepolture, il Cimitero degli inglesi accoglie anche altre peculiari costruzioni, che vanno ad arricchire ulteriormente la sua affascinante e misteriosa storia. Oltre a otto sedute granitiche disseminate in tutta l’area e un altare con croce marmorea, al suo interno emerge anche un altarino in pietra detto “ara” sovrastato da una croce lignea e recante cognomi di militari del cosiddetto semaforo di Capo Figari. Inaugurato nel marzo 1890, esso nacque come parte del sistema di segnalazione della Regia Marina avente lo scopo di comunicare con navi in transito e fornire indicazioni di sorta. Acquisito poi anche un ruolo di avvistamento il semaforo conobbe un periodo d’oro intorno al 1932, quando divenne sede di esperimenti dell’inventore Guglielmo Marconi intenzionato a migliorare le radiocomunicazioni. Momento di gloria che durò poco giacché l’ideazione di apparecchi più sofisticati fece gradualmente cadere in disuso la struttura, che rinacque a nuova vita nel 2006 sotto l’Agenzia Conservatoria delle Coste della Sardegna.
Il Cimitero degli inglesi si trova presso Capo Figari a Golfo Aranci, in provincia di Sassari. Una volta giunti a Golfo Aranci, per arrivare al promontorio è necessario percorrere via Libertà, svoltare a sinistra in via Cagliari e poi girare a destra in via Cala Moresca per raggiungere l’omonimo incrocio. Da qui è poi possibile procedere a piedi per circa 1 chilometro e, dopo aver superato un cancello, proseguire a sinistra verso il promontorio. Attualmente il sito è visitabile liberamente e non sono previsti tariffe o orari d’ingresso.