Accoccolato nella subregione della Marmilla, il comune di Tuili si immerge in un’atmosfera a crocevia tra presente e passato, che tutt’oggi vive e si rigenera costantemente in tradizioni locali e testimonianze storico-artistiche. Assieme ai suoi quasi 1000 abitanti, il centro medio campidanese ospita infatti un corredo unico per raccontare la sua identità, dagli edifici religiosi come la chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo a splendidi edifici neoclassici come Villa Asquer, attualmente proprietà comunale sede del Museo dell’Olivo e dell’Olio e del Museo degli strumenti musicali sardi.
Concepita presumibilmente su progetto dell’architetto Gaetano Cima, Villa Asquer rappresenta un suggestivo luogo di memoria in particolare per l’indissolubile legame con le vicende della nobile famiglia Asquer. Di origini liguri e giunta in Sardegna per motivi commerciali, essa entrò a far parte della realtà isolana dopo l’unione nel 1775 tra Giovanna Asquer e il conte di Tuili Pietro Ripoll, matrimonio che nel tempo portò all’intenzione di trovare una propria sede di riferimento. Tale necessità trovò corpo proprio a metà ‘800 nell’erezione di un edificio neoclassico che prese il nome dalla famiglia stessa, costituito da un piano terra per la servitù e l’amministrazione più un secondo livello adibito a residenza nobiliare.
Tutt’ora inestimabile gioiello architettonico, fin dall’esterno Villa Asquer rivela al visitatore una facciata armoniosa con cornice circolare e colonne inglobate nelle pareti dette “paraste”, dopo cui si apre un ampio spazio con un giardino degli ulivi, magazzini, loggiati, luoghi per conservare mezzi e le stalle. Così come al di fuori, anche internamente rimangono impresse alcune tracce della presenza nobiliare, dove tra tutte spicca il caminetto con lo stemma della famiglia Ripoll ancora oggi ben visibile.
Un luogo elegante, in realtà sorto in principio come nucleo imprenditoriale e non in qualità di sede abitativa. Prima del trasferimento degli Asquer avvenuto solo nel 1920, il complesso fu infatti adibito alla gestione agricola dell’azienda di famiglia e a correlate attività degli abitanti del paese, dal lavoro nei campi all’allevamento del bestiame fino alla produzione olearia, oggi fulcro tematico del Museo dell’Olivo e dell’Olio.
Ospitato al piano terra dell’ex residenza, il percorso espositivo del Museo dell’Olivo e dell’Olio porta alla scoperta della tradizione olearia tuilese tramite immagini d’epoca, testimonianze di figure coinvolte nella lavorazione delle olive come raccoglitrici e potatori, ma soprattutto attraverso la possibilità di osservare gli strumenti impiegati al tempo. Macine, giare, zappe, picconi e coltelli da innesto contribuiscono a evocare idealmente uno spaccato socio-economico peculiare, dove la famiglia Asquer rivestì un ruolo essenziale in particolare grazie al marchese, medico e più volte sindaco di Tuili Don Gavino Asquer Pes. Figura ancora vivida nella memoria locale, proprio grazie al suo zelo venne introdotto nel XIX secolo un frantoio più moderno, anch’esso attualmente visibile nel museo assieme ad altri più recenti macchinari relativi al ‘900.
Andando poi avanti e salendo al secondo livello della struttura lo sguardo si apre al Museo degli strumenti musicali sardi, altro snodo cruciale delle tradizioni tuilesi e non solo. Una ricca parete ricoperta da esemplari di launeddas si accompagna a una collezione di ulteriori oggetti musicali nostrani come le traccole o “sas matraccas”, “sa rana ‘e canna” formata da un corpo ligneo cavo e un’asticella sollecitata da una ruota dentata, “sos tumbarinos” e strumenti a canne detti “is benas”. Chiudono infine il viaggio sonoro modelli importati ispirati alla tradizione sarda – quali organetto e chitarra – e una cospicua esposizione di reperti sulla storia musicale isolana, dai grammofoni ai fonografi fino ai primi giradischi e alle radio “a chiesetta”, caratterizzate da una particolare forma arcuata che richiama quella degli edifici religiosi.
Villa Asquer si trova in piazza San Pietro a Tuili, nella provincia del Medio Campidano. Attualmente il polo museale è visitabile liberamente dal martedì pomeriggio alla domenica dalle 10 alle 13:30 e dalle 15:30 alle 19:30, mentre gli altri giorni è necessaria la prenotazione. Le tariffe d’accesso sono consultabili sul sito della Fondazione Altopiano della Giara (fondazionegiara.org/musei/).
Per ulteriori informazioni è possibile chiamare il numero 370.1571599 o scrivere all’indirizzo di posta elettronica info@fondazionegiara.org.
