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Mamoiada, il significato del Carnevale raccontato attraverso il Museo delle Maschere Mediterranee

L’istituzione mamoiadina ospita al proprio interno le maschere caratteristiche del Carnevale barbaricino e consente ai visitatori di vivere l’esperienza museale sulla base di una comunicazione multimodale

di Chiara Medinas
6 Settembre 2022
in Itinerari, Nuoro
🕓 4 MINUTI DI LETTURA
149 7
Mamuthone e Issohadore (sinistra) - Boe e Merdule (destra) al Museo delle Maschere Mediterranee di Mamoiada. ? Marco Cau

Mamuthone e Issohadore (sinistra) - Boe e Merdule (destra). ? Marco Cau

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Il territorio nuorese, così come le altre aree della Sardegna, è ricco di luoghi che raccontano le tradizioni attraverso simboli forti e riconoscibili: tra questi, vi è la maschera, elemento centrale del Carnevale sardo, declinata in diversi modi a seconda dei vari paesi. Uno dei più conosciuti è quello di Mamoiada, situato in provincia di Nuoro e patria di una delle manifestazioni in tal senso più antiche e conosciute dell’isola, con protagonisti Mamuthones e Issohadores.

Proprio nel comune mamoiadino, al confine tra Gennargentu e Supramonte, ha sede il Museo della Maschere Mediterranee, – facente parte, assieme al Museo della Cultura del Lavoro e al Museo dell’Archeologia e del Territorio (MATer) del sistema museale di Mamoiada (MaMu) – specializzato nella conoscenza delle maschere del Carnevale barbaricino e di altre zone del Mediterraneo. Istituito nel novembre 2001, esso nacque con lo scopo di creare una connessione e un confronto sia fra riti isolani – attinenti in particolar modo alla Barbagia – sia fra questi ultimi e quelli peculiari di altre parti geograficamente bagnate dallo stesso mare, a vantaggio di un’esaltazione dell’unicità di ogni singola maschera. Tale ente culturale, inoltre, si prefigge come obiettivo non solo quello di raccogliere e catalogare i suddetti artefatti, ma anche di creare un ambiente immersivo che coinvolga il visitatore nella maniera più totalizzante possibile attraverso immagini, suoni e racconti.

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All’interno del museo, il percorso espositivo si delinea seguendo un approccio multimediale e multisensoriale. Partendo dalla prima sala, nella quale vengono proiettate una serie di immagini del Carnevale mamoiadino accompagnate da rumori e sonorità caratteristiche, è già possibile calarsi all’interno dell’atmosfera specifica del contesto; questo rappresenta un primo modo per introdurre alla storia delle maschere e alle relative ipotesi esistenti circa le loro origini. Le maschere del Carnevale di Mamoiada – che ogni anno sancisce il suo inizio il 17 gennaio, in concomitanza con la festa di Sant’Antonio Abate (Sant’Antoni de su O’U) – sono tra la più conosciute del panorama sardo. Mamuthones e Issohadores costituiscono parti complementari di un unico rito dalle origini antichissime: una sfilata danzante, durante la quale i primi, in un gruppo di 12 persone, si muovono a ritmo, accompagnati da 8 Issohadores collocati in ordine sparso. Ancora oggi, risulta difficile attribuire un significato univoco a queste maschere: una tra le tesi più avvalorate sostiene che esse potrebbero essere ricondotte ad un rito propiziatorio legato al ciclo della natura, dove vita e morte vengono celebrate con gestualità di tipo apotropaico.

La seconda sala del Museo, ossia quella dedicata al Carnevale Barbaricino, ospita al proprio interno alcune maschere tipiche del Centro Sardegna: oltre ai già menzionati Mamuthones e Issohadores di Mamoiada, sono presenti i Thurpos di Orotelli, i Boes, i Merdules e “Sa Filonzana” di Ottana. Di grande interesse storico ed antropologico sono anche le maschere lignee di Ottana e Mamoiada ivi esposte. Andando avanti, si giunge ad un terzo ambiente, ossia la sala del Mediterraneo, che – basandosi sull’idea di raffronto tra contesto sardo ed altri affini bagnati dallo stesso mare – si sviluppa in 3 filoni geograficamente distinti: penisola iberica, arco alpino, area dei Balcani e Grecia.

Sala del Carnevale Barbaricino al Museo delle Maschere Mediterranee di Mamoiada. ? Marco Cau
Sa Filonzana (Ottana) al Museo delle Maschere Mediterranee di Mamoiada. ? Marco Cau
Maschera di asino (Caratza de molente) di Ottana al Museo delle Maschere Mediterranee di Mamoiada. ? Marco Cau

Durante la visita, vi è l’opportunità di usufruire delle chiare spiegazioni ad opera delle guide operanti all’interno del museo, le quali illustrano in maniera accurata i singoli pezzi presenti, soffermandosi anche sul racconto di aneddoti. Inoltre, il Museo si è mosso per garantire ai suoi fruitori un’offerta didattica il più possibile ampia e che vada a coinvolgere anche i più giovani attraverso modalità alternative ed inedite: in tal senso, è significativo il progetto MAD, nato specificamente per le scuole, attraverso cui ci si prefigge lo scopo di riuscire a creare un contatto diretto con le istituzioni scolastiche di vario ordine e grado. Attraverso un percorso laboratoriale appositamente studiato e creato per la sezione “MaMu kids” – la cui scheda è reperibile sul sito ufficiale del Museo alla voce “Didattica” – i docenti possono usufruire di una variegata serie di attività, pensate per avvicinare i propri alunni alla realtà museale; a corredo di tutto questo, è disponibile anche un video introduttivo – sempre scaricabile online – che spiega in parole semplici la storia delle maschere.

Il Museo delle Maschere Mediterranee si trova in Piazza Europa 15, a Mamoiada (NU), è visitabile tutti i giorni (eccetto il martedì) dalle 10 alle 18. Per ulteriori informazioni è possibile chiamare al numero 0784.1898135 oppure scrivere all’indirizzo e-mail [email protected].

Tags: BarbagiaCarnevaleMamoiadaMamuthonesMuseo delle Maschere Mediterranee
Chiara Medinas

Chiara Medinas

Assidua frequentatrice di musei e grande amante delle pardule, la curiosità è la mia musa ispiratrice. Se è vero che la bellezza sta negli occhi di chi guarda, credo non ci sia sensazione migliore che provare stupore per le piccole cose.

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