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Su Barralliccu: un tuffo nel passato con la trottola di legno della tradizione sarda

Un viaggio tra passato e presente per riscoprire il valore del gioco e riportare alla luce questo balocco di legno tradizionalmente utilizzato come trottola o dado con cui dare vita ad avvincenti sfide

di Raffaella Piras
28 Maggio 2024
in Costume & Società, Folklore & Tradizioni
🕓 4 MINUTI DI LETTURA
60 4
Un mini torneo di Su Barralliccu al Museo Giocattolo Tradizionale Sardegna di Ales. ? Facebook

Un mini torneo di Su Barralliccu al Museo Giocattolo Tradizionale Sardegna di Ales. ? Facebook

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Divertirsi, usare l’immaginazione, vincere, perdere, trascorrere attimi di spensieratezza, svago e allegria, al chiuso o all’aperto, da soli o in gruppo, senza avere la percezione di un tempo che da piccoli sembra non passare mai e che lascia poi ricordi indelebili nella vita adulta, in una parola sola: giocare.

Oggi, 28 maggio, si celebra la Giornata Mondiale del Gioco, ricorrenza nata negli anni Novanta da un’idea di Freda Kim, presidente dell’International Toy Library Association (l’Associazione Internazionale delle Ludoteche) e poi ufficialmente istituita dalle Nazioni Unite nel 1998.

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L’art. 31 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia riconosce al fanciullo “il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale e artistica”.

È fondamentale riconoscere il valore del gioco come risorsa educativa, in grado di favorire la socialità e l’inclusione, con risvolti terapeutici anche per bambini e ragazzi con disabilità, sensibilizzando così l’opinione pubblica sui suoi effetti positivi. 

Ma questa giornata può essere anche l’occasione giusta per riflettere sull’evoluzione che i giochi hanno conosciuto nel corso del tempo, da quelli più antichi e semplici, realizzati con materiali naturali e facilmente reperibili, a quelli più sofisticati e tecnologici dei giorni nostri.

Ripercorrendo il magico mondo dei balocchi della tradizione sarda, un posto speciale occupa da sempre su Barralliccu, un giocattolo di legno che veniva utilizzato come trottola o dado. 

Le origini di questo gioco sono incerte, pare che fosse già conosciuto ai tempi dei Greci e dei Romani e che si diffuse poi in tutta Europa, seppur con nomi diversi, tanto da diventare molto importante in Germania nel 1500. In Italia era presente una versione anche nel Friuli Venezia Giulia, dove veniva chiamato “tuto”, mentre in Sardegna era conosciuto soprattutto nel Campidano di Cagliari e fu sicuramente ispirato dall’omonimo gioco di tradizione giudaica del “sevivon” o “dreidel”, praticato in occasione della festa dell’Hanukkah dai numerosi ebrei presenti, fino alla fine del Quattrocento, in quella zona dell’Isola.

Ma come era fatto su barralliccu? Questa antichissima trottola poteva essere realizzata direttamente a mano ed era composta da una sorta di cubo di legno con più facce, al centro del quale sporgeva un perno, in legno o in ferro, la cui estremità più alta veniva utilizzata come manico, mentre quella più bassa come punta grazie alla quale veniva fatto ruotare per dare vita alle avvincenti sfide del gioco di “su pipiriponi”.

Sulle facce di legno erano incise delle lettere: la T che stava per “tottu” (tutto); la M che significava “mesu” (metà); la N “nudda” (nulla); la P “poni” (metti).

Il gioco era molto semplice, non richiedeva particolari capacità ed era adatto anche ai bambini piccoli. Si giocava con almeno due giocatori, ma più era alto il numero dei partecipanti più ci si divertiva. Ciascun giocatore, dopo aver puntato una noce o ciò che costituiva la posta in gioco – mandorle, nocciole, fichi secchi, castagne, mandarini o persino monete -, faceva ruotare a turno su barralliccu, sul tavolo o sul pavimento, con la spinta del pollice e dell’indice, osservando poi su quale faccia cadesse il dado. In base alla lettera che capitava il concorrente di turno conosceva l’esito del suo colpo: se usciva la lettera “T” prendeva tutto quello che c’era sul piatto e tutti gli altri dovevano rimettere una noce; se otteneva la lettera “P” doveva mettere lui stesso una nuova noce sul piatto, raddoppiando dunque la posta; con la lettera “M” aveva il diritto di prendere la metà della posta che era presente in quel momento; con la lettera “N”, invece, non perdeva e non vinceva nulla.

Una volta svuotato il piatto, i giocatori dovevano decidere se ricominciare a puntare o far terminare il gioco.

Tanto affascinante quanto imprevedibile, si trattava sicuramente di un gioco basato più sulla fortuna che sull’abilità. I bambini erano soliti giocare tra di loro, trascorrendo così piacevolmente le lunghe giornate estive, usando persino conchiglie o sassolini come posta in gioco, ma era uno degli intrattenimenti maggiormente scelti anche tra i parenti in occasione delle festività, con cui davano il via ad avvincenti gare familiari. Un’occasione di divertimento, dunque, ma anche un modo per conservare e tramandare quel legame con la tradizione e la cultura sarda che ha continuato a resistere nel tempo.

Al giorno d’oggi, qualche falegnameria artigiana ancora produce questa famosa trottola di legno e, in alcune zone, resiste la consuetudine di giocarci nelle notti di festa. Su barralliccu, tuttavia, sopravvive ormai principalmente nella memoria e negli aneddoti dei più anziani che ricordano, con un pizzico di nostalgia, i loro giorni più lieti trascorsi anche in sua compagnia.

Tags: bambinibarralliccugiocattoligiochiinstanewsSardegna
Raffaella Piras

Raffaella Piras

“Presentalo brevemente così che possano leggerlo, chiaramente così che possano apprezzarlo, in maniera pittoresca che lo ricordino e soprattutto accuratamente, così che possano essere guidati dalla sua luce”. (Joseph Pulitzer)

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  • 🎆🎤 Marco Mengoni sarà il protagonista del Capodanno di Olbia. La città gallurese accoglierà il 2026 con un grande concerto in piazza che vedrà sul palco il due volte vincitore di Sanremo, reduce da un anno di tournée negli stadi e nelle arene europee.  📅 Il 31 dicembre Olbia diventerà palcoscenico nazionale, con attese importanti per turismo ed economia locale.  🔗 Tutti i dettagli su SHmag.it
  • 🍂 L’autunno in Barbagia ha un cuore che batte forte a Gavoi. Dal 10 al 12 ottobre, il borgo si anima con la tappa di Autunno in Barbagia e il circuito enogastronomico "In Sas Cortes Gavoesas", un evento che intreccia tradizione e sapori in un’atmosfera unica. 
🍷✨ Cosa attende i visitatori? Un viaggio sensoriale tra le antiche corti aperte. Qui, degustazioni di vini e prodotti d’eccellenza come il Fiore Sardo si uniranno alle dimostrazioni degli artigiani, che sveleranno i segreti della panificazione tradizionale e della lavorazione del formaggio. Le strade risuoneranno dei canti dei tenores e delle esibizioni folk, in un’atmosfera che unisce comunità e ospitalità. 
Curioso di scoprire tutti i dettagli e il programma completo? Leggi l’articolo sul nostro sito web SHmag.it. 
📷 Scorci di Gavoi, su cocone cun foza e lo stampo microforato per la produzione del Fiore Sardo.
  • 🏛️✨ Alghero cambia volto e si trasforma in un museo a cielo aperto! È arrivato il BLOOP International Proactive Art Festival, il celebre evento nato a Ibiza che per la prima volta sbarca in Sardegna. Per tutto il mese di ottobre, le strade della città diventano il palcoscenico di un’esperienza unica e gratuita, che unisce arte, tecnologia e turismo sostenibile. 
📱🎨 Grazie a un’app innovativa con realtà aumentata, le opere dell’artista Amadama prenderanno vita direttamente sul vostro smartphone. Un percorso interattivo che invita a esplorare la città in modo nuovo, tra installazioni che si animano e una vera e propria caccia al tesoro digitale. 
Curioso di sapere come l’arte sta ridisegnando Alghero? 
Leggi l’articolo completo su SHmag.it per scoprire tutti i dettagli!
  • 🗝️ Non solo un mobile, ma un simbolo di memoria collettiva. In Sardegna, sa cascia� rappresenta il cuore della casa: cassapanca antica, scrigno di corredi e di storie tramandate per generazioni. 
Le sue origini risalgono all’età nuragica, come testimonia un piccolo bronzetto custodito al Museo Archeologico di Cagliari, che riproduce un cofanetto su ruote, antesignano della cassapanca sarda. 
✨ Realizzata in legno di castagno, noce o rovere, finemente intagliata e decorata con motivi simbolici come la pavoncella o il sole, sa cascia� è oggi un ponte tra passato e presente. Un capolavoro che racconta la storia, l’identità e l’arte di un’isola in cui la tradizione continua a vivere nel segno dell’eleganza. 
📰 Leggi l’articolo completo di Raffaella Piras su SHmag.it  📷 Sardegna Artigianato |  Pierluigi Dessì Confinivisivi
  • 🎶 Pochi generi musicali hanno rappresentato così bene un’epoca come il Concerto Grosso, nato tra XVII e XVIII secolo e fondato sul dialogo tra solisti e orchestra. Ma la sua storia non si è esaurita con il Barocco: nei secoli successivi ha conosciuto sorprendenti rinascite, contaminazioni e reinvenzioni, arrivando persino a intrecciarsi con il rock. 
🎭 È proprio a questa straordinaria vitalità che la Cooperativa @teatroeomusica dedica la nuova edizione dei Salotti culturali del Teatro Verdi di Sassari. Quattro appuntamenti, dal 9 ottobre al 5 novembre, porteranno sul palco capolavori di Corelli, Stradella, Bach, Händel, fino alle riletture di Bloch, Bacalov e Schnittke, mostrando come un genere nato più di tre secoli fa riesca ancora a parlare al presente. 
Ogni concerto sarà introdotto da autorevoli voci della critica musicale – Andrea Ivaldi, Antonio Ligios, Maurizio Salvi e Sandro Cappelletto – che guideranno il pubblico nell’ascolto, insieme alla Teatro Verdi Chamber Orchestra e agli ospiti solisti. 🎻 
📰 Scopri di più sulla rassegna, tutti i dettagli sono nell’articolo completo su SHmag.it
  • 🦉🌙 Tra rapace notturno e strega, “Sa Stria” attraversa i secoli della tradizione sarda con un profilo ambiguo: presagi, cure popolari, paure collettive e un lessico di gesti codificati nel tempo. 
👁️‍🗨️ Le prime tracce affiorano già in età romana; nell’isola, la creatura entra nella cronaca orale: un verso acuto come avvertimento, lo sputo rituale per scongiurare la sventura, l’ombra sui tetti dei villaggi di pietra. 
🧵☕️ Attorno a lei ruotano diagnosi e protezioni: la “Sa Striadura”, il filo da imbastire che confronta apertura delle braccia e statura, le piume ridotte in cenere mescolate al caffè, il fumo che accenna una croce sul malato all’ultimo quarto di luna. 🌘 
🌸 Tra Gallura e Sassarese, la leggenda converge sulla donna-strega: unguenti di peonia, trance, metamorfosi, voli notturni che traducono l’inspiegabile in rito e linguaggio condiviso, tra brebus e antiche paure del malocchio. 🧿 
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