Ancor prima della diffusione della scrittura, il mito è stato un efficace strumento per intrattenere, affascinare e, soprattutto, spiegare. Dal greco “mỳthos” –ossia “parola”–esso sviscera vari aspetti del nostro reale, tra cui la genesi del mondo, dell’umanità e del destino dopo la morte; gran parte di queste storie ha raggiunto un’eco tale da essere tutt’ora ricordata dalla collettività.
In siffatto panorama, anche la Sardegna è investita da una serie di riferimenti mitologici, inerenti sia la sua cultura che le sue origini. Una tesi interessante che la riguarda è l’associazione con Atlantide, luogo leggendario che prende il nome dal re Atlante e scomparso presumibilmente a causa di un’inondazione.
Il racconto di Atlantide comparve per la prima volta nel IV a.C., all’interno dei dialoghi “Timeo” e “Crizia” del filosofo greco Platone. In essi, si narra di un’isola più grande della Libia e dell’Asia, dotata di un’enorme potenza marittima con la quale avrebbe occupato aree dell’Europa occidentale e dell’Africa: tale operazione di conquista sarebbe avvenuta 9000 anni prima di Solone, cioè intorno al 9600 a.C. A seguito di una sventata invasione della città di Atene, il territorio di Atlante cadde “in un singolo giorno e notte di disgrazia” per mano di Poseidone, divinità greca del mare; da quel momento, sparì improvvisamente sotto le acque e non se ne seppe più nulla. Il tratto marittimo non fu più navigabile, per via del bassofondo fangoso formatosi dopo lo sprofondamento.
L’effettiva esistenza di Atlantide non fu mai davvero accertata, ma il suo mistero alimentò comunque un intenso dibattito: si ritiene che Platone possa essersi ispirato ad eventi storici realmente accaduti, quali la guerra di Troia – collocabile attorno al 1250 a.C. o tra il 1194 a.C. e il 1184 a.C. circa – oppure la spedizione ateniese in Sicilia, tra il 415-413 a.C.Altra ipotesi suggestiva concerne l’identificazione tra l’isola e specifiche zone del globo, indagine basata sulle stesse parole del filosofo greco. Egli racconta di una terra florida, caratterizzata da un clima mite adatto per l’agricoltura e ricca di metalli preziosi, come zinco e piombo; inoltre, l’intellettuale aggiunge che i suoi abitanti fossero “costruttori di torri” e proprio tale definizione ha fatto pensare ad un possibile legame con la nostra regione.
La teoria della Sardegna come potenziale Atlantide è stata formulata dal giornalista Sergio Frau, secondo il quale le edificazioni a cui si riferiva Platone sarebbero proprio i nuraghi; innalzati lungo la costa, essi risultavano visibili dal mare e davano vita ad uno scenario unico nel suo genere. L’idea sarebbe ulteriormente avvalorata dall’aspetto climatico e da quello metallurgico, in quanto i sardi, fin dall’antichità, furono esperti nella lavorazione dei metalli; oltretutto, la vocazione mineraria avrebbe dato origine alla denominazione “Isola dalle vene d’argento”. Terzo elemento a favore è quello relativo alle condizioni di alcune costruzioni nuragiche, rinvenute sommerse nel fango e portate alla luce grazie a numerosi scavi; questo è stato rilevato anche dalle fotografie aeree e testimonierebbe un passato disastro naturale.
Malgrado l’accattivante prospettiva, esistono anche alcune questioni che mettono in dubbio la posizione dell’inviato di temi culturali. Il primo nodo è di tipo cronologico e va ricercato nelle stesse parole di Platone, il quale afferma che Atlantide sarebbe affondata 9000 anni prima dei suoi scritti: se così fosse, si dovrebbe fare riferimento ad un arco temporale in cui non esisteva alcuna civiltà nel Mediterraneo. Sempre sulla base del discorso del filosofo, Atlantide era situata oltre le Colonne d’Ercole, considerate dagli antichi l’estremo confine del mondo noto. Dal punto di vista geografico, esse trovano collocamento presso lo Stretto di Gibilterra, collegante il Mar Mediterraneo con l’Oceano Atlantico; per questo motivo, risulterebbe impossibile individuare la perduta isola nella Sardegna.
Benché la verità su Atlantide rimanga ancora un caso aperto, la sua aura leggendaria ha consentito lo sviluppo di un’ingente produzione letteraria; assieme a svariati saggi e testi dedicati all’argomento, la descrizione di Platone ha ispirato autori di ogni epoca, dall’umanesimo fino alla contemporaneità. Altrettanto importante è stata la nascita di una correlata cultura di massa, artefice di trasposizioni in ambito narrativo, cinematografico, videoludico e musicale.