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S’Erchitu, la creatura bestiale dei racconti popolari sardi

Dalla tradizione orale ai riti del carnevale barbaricino, la figura del bue bianco condannato attraversa secoli di storia popolare tra sacro e profano

di Chiara Medinas
1 Maggio 2025
in Folklore & Tradizioni
🕓 3 MINUTI DI LETTURA
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S’Erchitu. ? AI Canva

? AI Canva

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Tra verità e leggenda, nel territorio sardo i racconti popolari sono un ingrediente essenziale per spiegare questioni particolari e creare senso di appartenenza. Dai demoni alle fate fino agli spiriti, tali figure ricorrono spesso nella tradizione locale e arrivano a diventare parte integrante di luoghi o relazioni tra le persone del posto. Un vivido immaginario abitato dalle più disparate creature, tra cui anche lo spaventoso essere barbaricino S’Erchitu.

Conosciuto con diversi nomi a seconda dei paesi, – dal Voe travianu orgolese al Voe mùlinu di Ollolai (NU) fino a su Boe mùdulu a Buddusò (SS) –s’erchitu rappresenta una metamorfica creatura che lega umano e bestiale, in quanto conseguenza della trasformazione di un uomo in mostro. Si racconta infatti che dietro l’aspetto spaventoso si celi un condannato per una grave colpa, costretto a espiare il proprio atto trasformandosi nelle notti di luna piena in un bue bianco con due grandi corna d’acciaio.

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“Questi uomini che sono così condannati da Dio, quando la moglie e tutta la famiglia dormono, si alzano pian piano, si vestono, aprono la porta piano piano, e vanno dietro alla compagnia dei diavoli che stanno fuori. A poco a poco le gambe gli si fanno di toro, sulla testa gli vengono due grandi corna con la punta di acciaio, le braccia diventano zampe e si fanno tutte pelose, da dietro gli esce la coda, e cominciano a emettere muggiti che incutono terrore”. Così la docente Enrica Delitala descrive in “Fiabe e leggende nelle tradizioni popolari della Sardegna” la trasformazione della creatura, che inizia a vagare per le strade ed è spesso scortata da diavoli detti “ispiritos” o “animas malas”.

Accendendo ceri sulla sua testa e tormentandola con ferri roventi, gli esseri infernali accompagnano la bestia davanti alla porta di una casa, dove essa muggendo per tre volte annuncia che il suo abitante è stato “sentenziadu”, ossia condannato a morire violentemente entro l’anno. Una volta fatto questo, il corteo prosegue poi il cammino di penitenza fino all’alba.

Un ruolo infausto e terribile, dal quale s’erchitu può svincolarsi solo riassumendo la forma umana. Generalmente previsto per l’alba del giorno seguente, il ritorno all’aspetto originario richiede la pratica de “s’imbruscinadura” o “imbrussinadura”, legata a un antico rituale pagano per liberare da possessione demoniaca e basata sul rotolarsi alle prime luci del mattino davanti a tre chiese o un cimitero. Altra opzione prevista qualora il maledetto fosse impossibilitato è anche quella di far strofinare a qualcun altro i suoi vestiti in territorio benedetto.

Riacquistate le proprie sembianze, lo sfortunato non ricorda nulla di ciò che è accaduto ed è sempre costretto a rivivere la trasformazione come se fosse la prima volta. Un trauma ben evidenziato dalla studiosa Dolores Turchi, che racconta come un giorno alcuni ragazzi bittesi imprigionarono un grosso bue in una stalla e il mattino seguente rinvennero al suo posto un uomo legato piangente.

Oscura e misteriosa, la condizione di s’erchitu può anche in realtà essere reversibile, in quanto la persona colpita dal sortilegio può essere definitivamente liberata tagliando le corna o spegnendo le candele sulla sua testa. Spesso difficili da attuare, tali azioni eviterebbero al maledetto di espiare una colpa decisa da un potere divino sostituto di quello umano, reo di non aver svolto il suo dovere per omertà o mancanza di testimoni. Un elemento ascrivibile non solo alla sfera pagana ma anche cristiana, per la quale lo spaventoso essere sarebbe simbolo della sottomissione alla schiavitù del peccato.

Carnevale di Ottana. ? Alessandro Carrus
Carnevale di Ottana. ? Alessandro Carrus

Religione e paganesimo, bene e male, istinto e razionalità, fascino e timore: s’erchitu è un connubio di tutti questi elementi, che continuano ad abitare le leggende popolari tramandate di generazione in generazione e soprattutto in Barbagia prendono corpo in manifestazioni come il Carnevale. Particolarmente rilevante è ciò che accade per esempio a Ottana (NU), dove la figura bestiale è rievocata da quella di “Su Boe” scortato da padroni di bovini detti “Sos Merdules”, a loro volta richiamo del seguito infernale di diavoli. Inquietante e suggestivo allo stesso tempo, tale spettacolo affascina annualmente chiunque vi assista e cela una millenaria lotta tra forze opposte, generatrice di un universo di affascinanti varianti.

Tags: BarbagiaCarnevalefolkloreleggende sardeOttanaS’ErchituSardegna
Chiara Medinas

Chiara Medinas

Assidua frequentatrice di musei e grande amante delle pardule, la curiosità è la mia musa ispiratrice. Se è vero che la bellezza sta negli occhi di chi guarda, credo non ci sia sensazione migliore che provare stupore per le piccole cose.

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  • 🎆🎤 Marco Mengoni sarà il protagonista del Capodanno di Olbia. La città gallurese accoglierà il 2026 con un grande concerto in piazza che vedrà sul palco il due volte vincitore di Sanremo, reduce da un anno di tournée negli stadi e nelle arene europee.  📅 Il 31 dicembre Olbia diventerà palcoscenico nazionale, con attese importanti per turismo ed economia locale.  🔗 Tutti i dettagli su SHmag.it
  • 🍂 L’autunno in Barbagia ha un cuore che batte forte a Gavoi. Dal 10 al 12 ottobre, il borgo si anima con la tappa di Autunno in Barbagia e il circuito enogastronomico "In Sas Cortes Gavoesas", un evento che intreccia tradizione e sapori in un’atmosfera unica. 
🍷✨ Cosa attende i visitatori? Un viaggio sensoriale tra le antiche corti aperte. Qui, degustazioni di vini e prodotti d’eccellenza come il Fiore Sardo si uniranno alle dimostrazioni degli artigiani, che sveleranno i segreti della panificazione tradizionale e della lavorazione del formaggio. Le strade risuoneranno dei canti dei tenores e delle esibizioni folk, in un’atmosfera che unisce comunità e ospitalità. 
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📷 Scorci di Gavoi, su cocone cun foza e lo stampo microforato per la produzione del Fiore Sardo.
  • 🏛️✨ Alghero cambia volto e si trasforma in un museo a cielo aperto! È arrivato il BLOOP International Proactive Art Festival, il celebre evento nato a Ibiza che per la prima volta sbarca in Sardegna. Per tutto il mese di ottobre, le strade della città diventano il palcoscenico di un’esperienza unica e gratuita, che unisce arte, tecnologia e turismo sostenibile. 
📱🎨 Grazie a un’app innovativa con realtà aumentata, le opere dell’artista Amadama prenderanno vita direttamente sul vostro smartphone. Un percorso interattivo che invita a esplorare la città in modo nuovo, tra installazioni che si animano e una vera e propria caccia al tesoro digitale. 
Curioso di sapere come l’arte sta ridisegnando Alghero? 
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  • 🗝️ Non solo un mobile, ma un simbolo di memoria collettiva. In Sardegna, sa cascia� rappresenta il cuore della casa: cassapanca antica, scrigno di corredi e di storie tramandate per generazioni. 
Le sue origini risalgono all’età nuragica, come testimonia un piccolo bronzetto custodito al Museo Archeologico di Cagliari, che riproduce un cofanetto su ruote, antesignano della cassapanca sarda. 
✨ Realizzata in legno di castagno, noce o rovere, finemente intagliata e decorata con motivi simbolici come la pavoncella o il sole, sa cascia� è oggi un ponte tra passato e presente. Un capolavoro che racconta la storia, l’identità e l’arte di un’isola in cui la tradizione continua a vivere nel segno dell’eleganza. 
📰 Leggi l’articolo completo di Raffaella Piras su SHmag.it  📷 Sardegna Artigianato |  Pierluigi Dessì Confinivisivi
  • 🎶 Pochi generi musicali hanno rappresentato così bene un’epoca come il Concerto Grosso, nato tra XVII e XVIII secolo e fondato sul dialogo tra solisti e orchestra. Ma la sua storia non si è esaurita con il Barocco: nei secoli successivi ha conosciuto sorprendenti rinascite, contaminazioni e reinvenzioni, arrivando persino a intrecciarsi con il rock. 
🎭 È proprio a questa straordinaria vitalità che la Cooperativa @teatroeomusica dedica la nuova edizione dei Salotti culturali del Teatro Verdi di Sassari. Quattro appuntamenti, dal 9 ottobre al 5 novembre, porteranno sul palco capolavori di Corelli, Stradella, Bach, Händel, fino alle riletture di Bloch, Bacalov e Schnittke, mostrando come un genere nato più di tre secoli fa riesca ancora a parlare al presente. 
Ogni concerto sarà introdotto da autorevoli voci della critica musicale – Andrea Ivaldi, Antonio Ligios, Maurizio Salvi e Sandro Cappelletto – che guideranno il pubblico nell’ascolto, insieme alla Teatro Verdi Chamber Orchestra e agli ospiti solisti. 🎻 
📰 Scopri di più sulla rassegna, tutti i dettagli sono nell’articolo completo su SHmag.it
  • 🦉🌙 Tra rapace notturno e strega, “Sa Stria” attraversa i secoli della tradizione sarda con un profilo ambiguo: presagi, cure popolari, paure collettive e un lessico di gesti codificati nel tempo. 
👁️‍🗨️ Le prime tracce affiorano già in età romana; nell’isola, la creatura entra nella cronaca orale: un verso acuto come avvertimento, lo sputo rituale per scongiurare la sventura, l’ombra sui tetti dei villaggi di pietra. 
🧵☕️ Attorno a lei ruotano diagnosi e protezioni: la “Sa Striadura”, il filo da imbastire che confronta apertura delle braccia e statura, le piume ridotte in cenere mescolate al caffè, il fumo che accenna una croce sul malato all’ultimo quarto di luna. 🌘 
🌸 Tra Gallura e Sassarese, la leggenda converge sulla donna-strega: unguenti di peonia, trance, metamorfosi, voli notturni che traducono l’inspiegabile in rito e linguaggio condiviso, tra brebus e antiche paure del malocchio. 🧿 
Un mosaico di mistero e memoria, dove la comunità tenta di ordinare l’ignoto con narrazioni, simboli e piccoli gesti apotropaici. Ce ne parla Chiara Medinas: l’articolo completo continua sul nostro sito web SHmag.it 👆🏻
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