Mercoledì 1° settembre, fa esordio al festival Éntula, organizzato da Lìberos, la scrittrice Nadeesha Uyangoda, attesa a Villanovaforru – alle 18:30 nella veranda della Sala Mostre del Museo Archeologico Genna Maria, nella piazza centrale del paese della Marmilla, moderata da Mamadou Mbengue – con “L’unica persona nera nella stanza”: il libro che incrocia saggio e memoir, è un’onesta conversazione per comprendere meglio la dinamica razziale nel nostro Paese, dove “la questione razziale è prima di tutto una problematica che riguarda chi è e chi non è italiano” perché, scrive l’autrice ventottenne, nata in Sri Lanka, ma di casa in Brianza da quando aveva sei anni, “in un paese in cui la maggior parte della popolazione è bianca, una legge che attribuisce la cittadinanza iure sanguinis scava ogni giorno di più l’abisso di una divisione razziale”.
Per la scrittrice altre due date col suo libro uscito lo scorso marzo: giovedì 2 settembre, a Quartu Sant’Elena, al Parco di Pitz’e Serra, alle 18:30, in un incontro con la mediatrice interculturale Ghidey Sebhat e l’esperto di immigrazione Nicola Murgia. La presentazione rientra nel progetto “L’albero dell’uguaglianza”. Presentato da un gruppo di universitari, il progetto è approvato dall’associazione ARCOIRIS ODV, partner regionale di SI PUÒ FARE, rete nazionale per la rigenerazione di spazi pubblici nelle comunità locali attraverso il volontariato e la cittadinanza attiva giovanile e il coinvolgimento di tutti i cittadini; venerdì 3 settembre a Oniferi, alle 18:30, al Parchetto Santa Ruche, in via fratelli Cambosu, con Lalla Careddu.
“L’unica persona nera nella stanza” (66thand2nd). La razza è un concetto difficile da cogliere, pur non avendo fondamenti biologici produce grossi effetti nei rapporti sociali, professionali e sentimentali. La razza in Italia non si palesa fino a quando tu non sei l’unica persona nera in una stanza di bianchi. E quell’unica persona è Bellamy, Mike, Blessy, David… una moltitudine in parte sommersa, sotterranea. Quell’unica persona è chi si è sentito dire troppe volte che «gli italiani neri non esistono»: lo gridano negli stadi, lo dice certa politica, sembrano confermarlo le serie tv, la letteratura, i media.
In un certo senso è persino vero: gli italiani neri non emergono, non si vedono negli ambienti della cultura, nei talk show e nelle liste elettorali. O meglio, in quei luoghi esistono ma solo come oggetto del discorso, quasi mai come soggetto. La loro presenza è ridotta alla riforma della cittadinanza, ai casi di razzismo, all’«immigrazione fuori controllo», ai barconi, all’«integrazione».
Con un approccio inedito e un linguaggio fresco e «social», Nadeesha Uyangoda apre in questo libro, che incrocia saggio e memoir, un’onesta conversazione per comprendere meglio la dinamica razziale nel nostro paese.
Giovedì 2 settembre, è la volta di Claudio Bagnasco. L’autore genovese, con base in Sardegna a Tortolì dal 2013, che ha firmato diversi romanzi (il primo è Silvia che seppellisce i morti, Il Maestrale, 2010, l’ultimo Gli inseguiti, CartaCanta, 2019), presenta a Villanovaforru, alle 18:30 nella veranda della sala mostre con Fabrizio Mulas, il libro “Runningsofia”. Come recita il titolo del volume, il libro racconta il significato profondo del correre: (…) esercitare il diritto e il dovere di vivere nella maniera più piena e profonda. Di vivere in maniera coraggiosa. Correndo dismettiamo il nostro ruolo sociale, con tutta la sua teoria di obblighi e rituali, per riscoprire l’appartenenza al regno animale.
“Runningsofia” (il Melangolo). Correre è esporsi al caldo, al freddo, alla sete, alla fame, alla stanchezza, al dolore, è esercitare il diritto e il dovere di vivere nella maniera più piena e profonda. Di vivere in maniera coraggiosa. Correndo dismettiamo il nostro ruolo sociale, con tutta la sua teoria di obblighi e rituali, per riscoprire l’appartenenza al regno animale. E non è davvero cosa di poco valore ricordarsi – anzi, provare sul proprio corpo – che siamo anche e soprattutto altro, essenzialmente altro, rispetto al compagno premuroso, al genitore comprensivo, al lavoratore esemplare, al consumatore informato che ogni giorno mostriamo di essere.
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