Le straordinarie avventure de “Il Gatto dagli stivali” nella versione del Teatro d’Inverno, oggi, domenica 29 gennaio, alle 18:00 al Teatro Intrepidi Monelli di Cagliari per il quarto appuntamento con la XX edizione de “Il Teatro delle Meraviglie”, la storica rassegna dedicata a giovanissimi e famiglie organizzata dal Teatro Actores Alidos con la direzione artistica di Gianfranco Angeli.
La trasposizione teatrale della celebre fiaba di Charles Perrault, con adattamento e regia di Giuseppe Ligios, racconta la fantastica storia del figlio del mugnaio e del suo micio parlante, approdati alla corte del re: sotto i riflettori Antonello Foddis, Fabio Caragliu e lo stesso Giuseppe Ligios, prestano volto e voce ai personaggi, per una rilettura in chiave contemporanea della novella che appartiene all’immaginario popolare dell’Europa – e non solo.
La trama è nota: il giovane, ultimo di tre figli, che alla morte del padre ha ricevuto come unica eredità un gatto (e gli altri si sono spartiti tutto il resto), mentre medita sconsolato sul suo futuro, scopre che l’animale è dotato di inattese capacità e potrà, a suo dire, fare la sua fortuna. Tra espedienti ingegnosi e fantasiose bugie, inizia la fulminea ascesa sociale del sedicente Marchese di Carabas: trasformatosi da nullatenente, senza arte né parte, in ricco nobiluomo, proprietario di terre e castelli, egli arriva perfino a sperare di sposare la principessa.
Quasi una variante al maschile della favola di Cenerentola, ma nello spettacolo di Giuseppe Ligios si inseriscono alcune note di attualità: «mentre nella versione originale sono sufficienti bella presenza e vestiti eleganti perché un padre conceda, fin troppo facilmente, la mano della propria figlia ad un perfetto sconosciuto, in questa trasposizione si fa a meno di principesse per lasciare spazio ad una trama avventurosa e a un Re che si finge sciocco per mettere alla prova l’onestà del suo giovane suddito e del suo Gatto»… con finale a sorpresa.

Una classica fiaba, che risale forse al Cinquecento, con la storia di “Costantino Fortunato”, inserita nella raccolta intitolata “Le piacevoli notti” di Giovanni Francesco Straparola, cui segue la più famosa versione di Giambattista Basile, autore de “Lo cunto de li cunti”; Charles Perrault narra le imprese de “Le Chat botté” ne “Les Contes de ma mère l’Oye”, e la storia appare anche nei libri dei fratelli Grimm. Nell’età del Romanticismo, Ludwig Tieck ne fece una parodia, nel suo stile satirico e il tema riaffiora anche recentemente nei racconti di Angela Carter.
Una favola divertente e coinvolgente, perfino istruttiva, che contiene elementi magici e iniziatici a partire dalla enigmatica figura del gatto parlante che riesce a capovolgere la sorte di un giovane orfano, senza prospettive (ché quel poco che sapeva, legato alla sua attività di mugnaio, senza più mulino né bestie, non gli avrebbe consentito di sbarcare il lunario), con davanti a sé l’alternativa di morire di fame o magari migrare e cercarsi un lavoro altrove. Quel felino intelligente e astuto, perfino malizioso, riesce con i suoi stratagemmi a trasformare il suo padrone in un signore elegante, favorito forse dal bell’aspetto di costui, una volta ripulito, rivestito a modo, acconciato e profumato come si conviene, tanto che perfino il sovrano – in un moto di riconoscenza – non disdegna di accoglierlo a corte. Insomma nel mondo delle fiabe, come nella realtà, le apparenze spesso ingannano e quel sedicente Marchese di Carabas, d’animo forse mite e gentile, certamente un po’ ingenuo ma sveglio quanto basta per cogliere al volo l’occasione offertagli dal destino, non sfigura più di tanto tra la nobiltà del regno: non stupisce in fondo che pure la principessa ne sia conquistata e accetti di sposarlo, su raccomandazione del genitore, nella miglior tradizione che porta all’inevitabile «e vissero tutti felici e contenti».
Nella moderna trasposizione teatrale firmata da Giuseppe Ligios quel lieto fine non è così scontato: si può perfino ammettere che esistano “orchi” malvagi e non sia poi così terribile spodestarli delle loro ricchezze male acquisite, e che le circostanze siano favorevoli al compiersi dell’illusione così abilmente architettata dal celeberrimo Gatto… ma non è pensabile che il re, e neppure la principessa, organizzino un matrimonio con uno sconosciuto, sia pure provvisto di un ragguardevole patrimonio e buone credenziali (ovviamente false) per non dire del piacevole aspetto. Un sovrano saggio e avveduto non può essere così imprudente e avventato da affidare l’avvenire di sua figlia a un perfetto estraneo, senza dire che la decisione spetterebbe semmai all’interessata, ed ecco che il Marchese di Carabas e il suo amico felino si trovano alle prese con un nuovo dilemma, una prova assai più ardua: persuadere sua maestà della loro buona fede e della loro sincerità.
Il tema dell’amore – e conseguente festa di nozze – resta in secondo piano: se il giovane avrà o meno occasione di innamorarsi della principessa e conquistarne il cuore, e dunque ottenerne la mano secondo le antiche usanze, gli spettatori potranno scoprirlo, o immaginarlo e sognarlo… a occhi aperti insieme agli attori, lasciandosi coinvolgere dalla storia e rivivendola insieme con i protagonisti di questa originale riscrittura della fiaba, che conserva tutto il fascino e le atmosfere fantastiche, con in più un pizzico d’ironia e… di sano realismo.
Biglietto: posto unico €5. Abbonamenti: 4 spettacoli €15, 8 spettacoli €30. Info e prenotazioni: 070.828331 – 377.7095932.