Laboratori, conferenze, visite guidate e musica. A Sorgono “Sinnos & Mudas” torna anche nel 2024 con un programma articolato su tre giorni, da venerdì 15 a domenica 17 novembre, basato sulla tradizione e sul patrimonio identitario locale, una cultura che viene da lontano e che non disdegna di aprirsi al turismo, ma nella sua forma più sostenibile.
Segni e cambiamenti sono il passato e il presente che si intersecano, e guardano al futuro. La storia impressa sul territorio, in quel Mandrolisai che orgogliosamente si propone come testimone della Sardegna più autentica e che (anche) per questo vuole valorizzare i suoi tesori storico-archeologici, i suoi canti che esaltano la tradizione, le eccellenze enogastronomiche di produzione locale.
Tanti i laboratori in programma, per trasmettere le conoscenze legate alla tradizione ai giovani della comunità, prima ancora che ai turisti interessati. Si parte già venerdì con il focus sulla costruzione delle maschere tradizionali sorgonesi curato dal Gruppo Arestes – Associazione culturale Mandra Olisai; si prosegue sabato nella scuola secondaria di primo grado per studiare il disegno fumettistico e la scrittura creativa, curato da Sandro Dessì.
Domenica nel Parco comunale ‘Villa Cristina’ spazio all’evento ludico volto a imparare come si procede in uno scavo archeologico, curato da Carmen Delogu. Infine, i laboratori di danza e strumento curati dagli organettisti Sergio Putzu e Costantino Lai, Associazione culturale Gruppo Folk Sorgono, e quelli di canto curati dall’Associazione culturale Cuncordu Sorgonesu.
Ampio spazio anche alle visite guidate. Sabato Biru ‘e Concas – letteralmente “sentiero delle teste” -, il sito comunemente definito ‘Stonehenge sarda’, sarà visitabile per tutta la giornata, con il contributo delle guide turistiche. L’area storico-archeologica sarà aperta anche nella giornata successiva, domenica 17, ma soltanto la mattina.
Al via già da venerdì sera il ciclo di conferenze per indagare in maniera scientifica la sub-regione, tutti coordinati da Antonio Cau. Alle 17:30, dopo l’apertura della rassegna con l’intervento del Sindaco Zedde, spazio al convegno “Il Mandrolisai e il Mediterraneo: archeologia e storia a confronto”’, che analizzerà le fonti archeologiche e documentarie per tracciare un quadro del periodo compreso tra VII e XV secolo: dall’epoca bizantina all’età giudicale e infine a quella catalano-aragonese.
Sabato spazio a conferenza – relatori Marco Lutzu, Roberto Milleddu e Don Omar Orrù – e concerto per raccontare Canto e devozione della Sardegna centrale: dai canti a quattro voci ai rosari cantati dall’assemblea e all’espressione del canto a cuncordu. I testi sacri verranno eseguiti dai Cuncordu Sorgonesu di Sorgono, i Sos Zovanos de su Rosariu di Santu Lussurgiu, i Tenore S’Affuente di Ottana e i Cuncordu Osana di Orosei. Infine, la conferenza di domenica mattina sarà dedicata al “Turismo sostenibile: opportunità, finanziamenti, esperienze a confronto”’. Si terrà presso il Teatro Murgia e prevede al termine anche l’esposizione e la degustazione dei prodotti e dei vini delle cantine di Sorgono.
Nella prima parte di serata il protagonista sarà Matteo Leone, il chitarrista, cantante e polistrumentista vincitore del Premio Parodi 2021. L’artista di Calasetta vanta esperienze che vanno dalle percussioni al jazz, dalla batteria – con studi al Conservatorio di Cagliari – alla chitarra, sino al blues. È una musica che mette insieme il Delta del Mississippi e le suggestioni mediterranee, la cultura afroamericana e quella sarda, per abbracciare la sua lingua d’origine: il tabarchino. Con Donato Cherchi condivide nascita e successi del duo Don Leone, vincitore dell’Italian Blues Challenge nel 2017 e presente in importanti festival nazionali e internazionali.
Nella seconda parte di concerto spazio a un veterano della scena musicale sarda, il polistrumentista e compositore cagliaritano Mauro Palmas, insieme a uno dei giovani talenti più interessanti degli ultimi anni, l’organettista di Orosei Giacomo Vardeu. In programma balli campidanesi e logudoresi, valzer e brani firmati rivisitati ad hoc per la mandola e l’organetto diatonico dei due artisti.