A Baressa, piccolo centro della Marmilla, la mandorla è molto più di un frutto: è il simbolo di un’identità collettiva che trova la sua massima espressione nella Sagra della Mandorla, giunta quest’anno alla trentaduesima edizione. L’appuntamento è in programma sabato 13 e domenica 14 settembre e, come spiegato dal sindaco Mauro Cau, assume una dimensione sempre più esperienziale, capace di coniugare natura, gusto e tradizione, senza trascurare lo sguardo verso l’Europa. Non a caso, tra le novità di quest’anno spicca la partecipazione del Comune spagnolo di Chirivel, in Andalusia, con cui Baressa ha stretto un gemellaggio fondato sulla mandorlicoltura.
La sagra nasce dalla volontà di valorizzare un prodotto che da secoli caratterizza il paesaggio agricolo del territorio e che continua a essere coltivato in regime di agricoltura in asciutto. Proprio questo tema sarà al centro del convegno inaugurale, in programma sabato mattina alle 9:30, dal titolo “La resistenza delle radici”. Organizzato dal Ceas di Baressa, il convegno affronterà la questione dell’agricoltura in condizioni di scarsità idrica, con particolare riferimento alla coltivazione del mandorlo.
Il calendario delle due giornate è fitto di appuntamenti che uniscono approfondimento culturale, laboratori pratici e momenti di festa. Le vie del centro storico ospiteranno la mostra mercato, le botteghe dei mestieri e le visite alla Casa Museo, alle case storiche Serpi e Tatti, alla chiesa parrocchiale e alle mostre permanenti di arte sacra e ambientali. Non mancheranno i laboratori dedicati alla mandorla in tutte le sue declinazioni: dalla tintura naturale con il mallo, alla cosmesi, fino alla trasformazione in cucina. Sono previsti corsi di autoproduzione del sapone, laboratori del gusto, cooking show e attività per i più piccoli con giochi tradizionali legati al frutto simbolo del paese.
Il vicesindaco Mirko Pisu ha ricordato che l’intento è proporre esperienze adatte a tutte le età, dando spazio tanto agli aspetti artigianali quanto a quelli legati all’alimentazione e alla sostenibilità. Tra i momenti più attesi figurano anche le degustazioni di dolci tipici a base di mandorle, che permettono di scoprire la varietà di ricette tradizionali tramandate nel tempo.
La sagra non sarà solo enogastronomia. Spazio anche alla musica e alle arti performative: sabato sera il concerto dei Tazenda animerà la piazza del paese, mentre domenica toccherà ai Dilliriana chiudere la manifestazione. Sono previste inoltre le sfilate dei gruppi folk provenienti da diverse parti della Sardegna, accompagnate dalla narrazione degli abiti tradizionali, e un recital ecosostenibile curato da artisti locali.
L’assessore alla cultura Stefano Collu ha sottolineato l’importanza di un programma che non solo valorizza Baressa, ma racconta anche la Marmilla e la Sardegna intera, grazie al contributo di numerosi partner e soprattutto alla partecipazione della comunità locale. Un impegno corale che si rinnova ogni anno e che trasforma il paese in un laboratorio a cielo aperto, dove la mandorla diventa pretesto per parlare di ambiente, agricoltura, artigianato e memoria condivisa.
La XXXII Sagra della Mandorla sarà dunque un’occasione per vivere un fine settimana immersi nella storia e nelle tradizioni di Baressa, con lo sguardo rivolto al futuro. Il programma completo e gli aggiornamenti sono disponibili sul sito sagradellamandorla.it e sui canali social ufficiali.



































