Una nuova tappa per la stagione teatrale sarda con l’arrivo di “Enrico IV – una commedia”, adattamento del celebre testo di Luigi Pirandello firmato da Fabrizio Sinisi. Lo spettacolo, interpretato da Davide Giglio, Luca Serra Busnengo, Giulia Eugeni e Giorgia Cerruti (che cura anche la regia), sarà in scena in prima regionale martedì 8 aprile alle 21:00 al Teatro del Carmine di Tempio Pausania, per poi proseguire mercoledì 9 aprile alle 21:00 al Teatro Civico “Oriana Fallaci” di Ozieri, giovedì 10 aprile alle 21:00 al Teatro Civico “Gavì Ballero” di Alghero e infine venerdì 11 aprile alle 20:30 al Teatro “Antonio Garau” di Oristano. Le repliche rientrano nella Stagione di Prosa 2024-2025 promossa dal CeDAC Sardegna.
Prodotto dalla Piccola Compagnia della Magnolia nell’ambito del progetto Vulnerabili 22.24 (Creazione 2023), lo spettacolo è realizzato in coproduzione con CTB/Centro Teatrale Bresciano e OperaEstate Festival, con il sostegno di SCARTI / Centro di Produzione Teatrale di Innovazione.
L’opera si inserisce nel solco delle riflessioni pirandelliane sul tema dell’identità e del rapporto tra apparenza e realtà. In questo nuovo allestimento, la regista Giorgia Cerruti propone una versione originale del dramma: «un’opera nera», come la definisce, «venata da un cupo umorismo che pulsa sotterraneo e che scompone le apparenze, che individua il “contrario” delle cose, per rispondere a un bisogno di cogliere le contraddizioni della realtà».
Al centro della vicenda c’è il personaggio che si fa chiamare Enrico IV, rinchiuso in una dimensione sospesa tra lucida follia e rappresentazione, mentre si confronta con il ricordo di un amore giovanile, tradimenti e inganni. Il testo sviluppa un raffinato gioco metateatrale, in cui la finzione si specchia nella verità e viceversa, lasciando emergere emozioni e pensieri in una trama che oscilla tra farsa e tragedia, tra normalità e disgregazione mentale.
«Un ardito adattamento che affida da subito al pubblico il segreto del dolore di vivere – afferma Giorgia Cerruti – assumendo la pazzia consapevole come arma di smascheramento del mondo, dove il personaggio “senza nome” che si fa chiamare Enrico IV diventa un osservatore, dall’interno di una gabbia, di un universo crepuscolare, un uomo invisibile per gli altri nella sua vera natura».
Il lavoro si inserisce in un più ampio percorso di ricerca teatrale, che attraverso un linguaggio contemporaneo indaga le fragilità e le tensioni dell’essere umano, offrendo al pubblico nuove chiavi di lettura di un classico del Novecento.