Il fascino immortale della musica di Wolfgang Amadeus Mozart per un nuovo appuntamento con “Vieni all’Opera al Teatro TsE”, il progetto del Teatro del Segno in collaborazione con l’Orchestra da Camera “Johann Nepomuk Wendt” che – come suggerisce lo slogan “Is Mirrionis (h)a l’Opera” – mira a far (ri)scoprire la grande tradizione del melodramma attraverso l’esecuzione in forma di concerto di alcuni tra i più celebri e amati capolavori: stasera (domenica 3 luglio) alle 19:30 al TsE di via Quintino Sella nel cuore di Is Mirrionis a Cagliari si (ri)parte da “Le Nozze di Figaro”. Sotto i riflettori il baritono Gabriele Barria nel ruolo del Conte d’Almaviva, il soprano Claudia Spiga che interpreta la Contessa d’Almaviva, il baritono Tiziano Castro (Figaro), il soprano Eleonora Chighine (la sua fidanzata Susanna) e il soprano Chiara Loi (nel duplice ruolo dell’adolescente Cherubino e della giovane Barbarina) con la partecipazione straordinaria del baritono Angelo Romero nei panni di Don Bartolo sulle note dell’Orchestra da Camera “Johann Nepomuk Wendt” diretta da don Raimondo Mameli.
Spazio ai giovani talenti dell’Isola per una raffinata mise en espace – in versione semiscenica – della commedia per musica tratta da “Le Mariage de Figaro” di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais, su libretto di Lorenzo Da Ponte: ideale prosecuzione de “Il Barbiere di Siviglia” (messo in musica da Gioachino Rossini), vede protagonista ancora una volta l’ingegnoso Figaro, in procinto di unirsi in matrimonio con la bella Susanna, insidiata però dal Conte d’Almaviva, trasformatosi da tenero innamorato di Rosina in marito fedifrago e seduttore di fanciulle, pronto ad approfittare della propria posizione e del proprio potere per ottenere (per amore o per forza) i “favori” delle donne di cui è invaghito.
“Le Nozze di Figaro, ossia la folle giornata” è la cronaca maliziosa e puntuale dei tentativi di Conte di ripristinare lo ius primae noctis, da lui stesso abolito, per godere delle grazie di Susanna, promessa sposa di Figaro, tra la gelosia della Contessa e l’indignazione di Figaro, che architetta un piano per mettere alle strette e indurre a più miti consigli il suo antico benefattore. Il Conte stesso, a dispetto del suo atteggiamento libertino, è gelosissimo della moglie e mal sopporta la gentilezza di costei nei confronti di Cherubino, tanto da decidere di inviare il giovanotto a Siviglia, con l’ordine di arruolarsi come ufficiale. Così tra finti appuntamenti, travestimenti, equivoci e scambi di persona, mentre proseguono i preparativi per il matrimonio, si intromette anche Marcellina che in cambio di un debito in sospeso, pretende in riparazione di diventar moglie di Figaro, sostenuta da Don Bartolo, che spera così di vendicarsi dell’ex factotum per aver favorito le aspirazioni dell’attuale Conte, impedendogli di sposare Rosina (la quale era a dire il vero la prima preferire il giovane all’anziano pretendente, anche se al momento i suoi rapporti con il consorte, di cui è comunque innamorata, appaiono velati da più di un’ombra, a causa del temperamento inquieto di lui, poco incline alla monogamia).
Una trama intricatissima, in cui non mancano coups de théâtre e effetti a sorpresa, e perfino provvidenziali seppure tardivi riconoscimenti nella miglior tradizione della commedia, per approdare tra mille incidenti e imprevisti, proprio quando tutto parrebbe essere perduto, all’atteso lieto fine: qui la beffa ai danni del Conte contribuisce a smorzarne i bollenti spiriti e ricondurre alla ragione e al rispetto dei doveri coniugali e dei sentimenti della legittima sposa un uomo forse troppo annoiato e viziato, abituato ad ottenere facilmente tutto ciò che desidera.
Le splendide arie e gli arguti e brillanti duetti e terzetti, culminanti nel sestetto del terzo atto, e ancora recitativi e cavatine de “Le Nozze di Figaro” riflettono lo straordinario talento di Wolfgang Amadeus Mozart e l’inizio del felice sodalizio tra il genio salisburghese e il librettista Lorenzo Da Ponte, che avrebbe prodotto opere come il “Don Giovanni” e “Così fan tutte”. La riproposizione de “Le Nozze di Figaro” in forma di concerto rappresenta un’occasione per riascoltare alcune tra le più belle pagine scritte dal compositore, e riscoprire la forza espressiva della sua musica, capace di comunicare le emozioni e gli stati d’animo dei personaggi, fin nelle più sottili sfumature – dalla malinconia e i turbamenti del cuore di Cherubino al dolore e l’amarezza della Contessa, dall’indignazione di Figaro allo smarrimento di Barbarina e perfino i dubbi del Conte, diviso tra onore e passione, tra ragione e istinto.
Tra i protagonisti – accanto ad alcuni tra i più promettenti giovani cantanti lirici isolani – un artista del calibro di Angelo Romero che nel corso di una lunga e intensa carriera si è confrontato con i grandi capolavori della storia del melodramma, affermandosi in particolare come interprete di Rossini e Donizetti, ma cimentandosi anche con il repertorio verdiano, da “Falstaff” a “Don Carlo”, oltre che con “La bohème” e “Manon Lescaut” di Giacomo Puccini.
“Vieni all’Opera al Teatro TsE” si inserisce nell’ambito del progetto pluriennale “Teatro Senza Quartiere / per un quartiere senza teatro” 2017-2026 a cura del Teatro del Segno in collaborazione con la Parrocchia di Sant’Eusebio (con la direzione artistica dell’attore e regista Stefano Ledda) pensato per offrire uno spazio d’arte e cultura nel rione aperto all’intera città
Focus sulle opere più conosciute e amate, per uno speciale “invito a teatro” rivolto in particolare alle giovani generazioni oltre agli appassionati di lirica: un’opportunità in più per avvicinarsi alla grande tradizione del melodramma, con un linguaggio estremamente colto e raffinato, ma anche di grande immediatezza, capace di far vibrare le corde della mente e del cuore attraverso la rappresentazione delle umane passioni.
«L’idea di ospitare l’opera lirica al TsE nasce insieme al progetto “Teatro Senza Quartiere / per un quartiere senza teatro” – spiega Stefano Ledda, direttore artistico del Teatro del Segno – nella convinzione che il melodramma sia lo spettacolo “popolare” per eccellenza, con un linguaggio che riesce a comunicare a chiunque il suo messaggio, a toccare le corde più profonde di ciascun essere umano… purché si riesca a farglielo arrivare. L’incontro con Raimondo Mameli e l’Orchestra da Camera “Wendt” ha fatto sì che questo sogno si realizzasse e che questa raffinatissima forma d’arte, considerata lontana dalla gente, potesse diventare parte del programma di “Musica al TsE”, che comprende generi e stili differenti, dal jazz al blues, dall’hip hop al rock. “Vieni all’Opera al Teatro TsE” è una nuova opportunità per (ri)ascoltare dal vivo le arie più famose e lasciarsi commuovere e incantare dalla magia delle note».
Biglietto posto unico: intero €13, ridotto €10 (residenti quartiere Is Mirrionis / abbonati CeDAC – under 25 / over 65)
Per informazioni e prenotazioni: [email protected] – cell. 391.4867955 (anche WhatsApp)