Una donna, un’artista a tutto tondo ora anche scrittrice grazie al suo esordio letterario “Nei Giardini dell’Erebo”.
Nelle pagine di quest’opera Rosy Shoshanna Bonfiglio condensa l’amore, la passione, la mancanza, l’erotismo, il desiderio, la meraviglia, la depressione, la separazione (da qualcuno come da tutto), il senso di colpa, la solitudine, l’asfissia, la lotta dei sensi, la malattia dei sensi, la carne, i sussurri, le grida dell’anima.
“Nei Giardini dell’Erebo” attraversa il tormentato viaggio dentro i sentimenti umani più intensi e dolorosi, nel loro schiantarsi contro altri esseri umani, contro la società, contro se stessi, in una progressiva liberazione dalle briglie terrene e dagli inganni del troppo umano.
Una raccolta che per l’autrice ha un significato profondo, addirittura terapeutico, tanto da dichiarare: “Nasce da un istinto: quello di cucire in parole il frastuono più o meno leggibile di sentimenti, pensieri, emozioni, sensazioni, esperienze, di un arco temporale direi decisivo per la mia vita di donna e di artista. Gli anni trascorsi lungo la stesura di questo testo, hanno tracciato per me un intimo e travagliato viaggio dello spirito e del corpo dentro l’esistenza. Me ne sono accorta solo quando ho scritto l’ultimo componimento che chiude la raccolta: mi sono guardata indietro e ho compreso cosa intendessi io stessa con il “Giardino dell’Erebo”.
C’è dentro una guarigione. Un dibattersi dentro la carne e dentro i sensi, non solo quelli umani: è la lotta con l’eros della vita, della natura, delle cose, delle persone, dei fatti che incontriamo, che ci attraversano, che ci sfiorano, che entrano in contatto più o meno profondo con la nostra essenza.
Prima del lockdown mi stavo interrogando sul da farsi, sentivo che il libro fosse pronto, eppure forse non ero pronta io. La quarantena ha avuto il potere di ricordarmi l’importanza dell’urgenza, della puntualità, attivando in me un sentimento del tempo diverso dal consueto. Ho pensato di pubblicare questo libro come se avessi potuto morire il giorno dopo. Come certe azioni, gesti, iniziative, che non possono – e non devono – aspettare. Da qui la scelta del self-publishing, maturata in 24 ore e in 12 filate, di una notte intera, resa realtà. La gestazione era terminata: nessuna madre è mai pronta a quel momento, ma è sempre la creatura a decidere quando sia tempo di venire al mondo”.
“Nei Giardini dell’Erebo” è un’immersione da leggere dall’inizio alla fine, senza presa di fiato, pur con lentezza, per poi forse leggerla nuovamente, da capo, e trovarci dentro un senso completamente nuovo.
Rosy Shoshanna Bonfiglio, attrice, autrice e cantante siciliana, di Avola, classe 1990, diplomata all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma. Specializzatasi presso il prestigioso Centro Teatrale Santa Cristina con il M° Luca Ronconi, lavora sin da giovanissima al fianco di grandi maestri del teatro italiano, in primis Gabriele Lavia.
Dopo aver alternato i circuiti ufficiali degli stabili nazionali a quelli indipendenti e sperimentali, da circa tre anni porta avanti un personale percorso di ricerca artistica, che ha messo capo alla produzione di due spettacoli, “Capinera” e “Lupa: il canto degli affAMATI”, di cui è autrice, regista e interprete. Vocalist poliedrica per la musica e per il teatro, fonda nel 2010 a Roma il duo acustico Minouge, con cui reinterpreta originali arrangiamenti del repertorio della grande Mina spaziando dal funky alla bossanova, al reggae allo swing.
Nel 2017 è Francesca da Rimini nello spettacolo La Divina Commedia Opera Musical, per le musiche di Marco Frisina e la regia di Andrea Ortis, di cui diventa aiuto regista nella stagione successiva. Interprete per il cinema e la tv, nel 2018 vince il premio come miglior attrice protagonista all’interno dell’Eurasia International Film Festival di Mosca, per il cortometraggio di Cristian Patanè “Amore Panico”, insieme a prestigiose nomination presso Festival Internazionali.
Tiene seminari e workshop di formazione per professionisti e aspiranti attori, oltre a curare progetti laboratoriali in cui coniuga l’esperienza del teatro con le tecniche di comunicazione e Coaching. In qualità di Business Coach, porta nelle organizzazioni le competenze creative mutuate dal Teatro e dal mondo dell’Arte in generale, a favore dello sviluppo personale e di team. Lo scorso ottobre è uscito il suo primo singolo come cantautrice, Inutilizzato, disponibile online in tutte le maggiori piattaforme musicali.