Bentrovati amici lettori, iniziamo il mese di febbraio con un genere tutto nuovo. Gli ultimi giorni di gennaio ho avuto l’opportunità di leggere un libro uscito da poco: “Trap Game. I sei comandamenti del nuovo hip hop” di Andrea Bertolucci, Hoepli Editore (23 ottobre 2020), 144 pagine. La prefazione parla da sola, infatti l’hanno scritta due grandi artisti, Emis Killa e TM88, a cura di Ezio Guaitamacchi.
Per l’occasione mi è sembrato carino far scegliere il brano che vi accompagnerà nella lettura allo stesso Andrea esperto in questo campo musicale: Lemonade ft. Don Toliver, Gunna & Nav.
Inizio col dirvi che il libro è dedicato a Travis Scott e i suoi genitori, nell’intervista all’autore scopriremo perché. Una cosa molto interessante è che con Andrea hanno collaborato ai contenuti del libro 6 artisti famosi nel panorama musicale quali il Lazza, Vegas Jones, Beba, Ernia, Ketama 126, Maruego.
Il primo impatto è la copertina molto in stile Trap e realizzata da Stole “Moab” Stojmenov, innovativo designer e art director, è interessante la proposta di condividere note sulle canzoni o “pezzi di vita” di alcuni protagonisti di questa scena musicale in molte pagine del libro.
Il testo si divide in sei sezioni e sono gli stessi artisti che parlano della loro esperienza: i soldi, il blocco, lo stile, le sostanze, le donne, la lingua. Viene fatta un’analisi a 360°, dell’aspetto linguistico, di moda e brand, ogni capitolo è un tassello di questa cultura più complessa di quanto può apparire.
Il termine “trap”, infatti, si traduce in italiano letteralmente con “trappola”, “tranello”, talvolta addirittura “ostacolo”. La musica trap nasce ad Atlanta in un momento imprecisato all’inizio degli anni Duemila.
Quando mi sono approcciata alla lettura non mi aspettavo assolutamente un impatto così forte, e soprattutto non pensavo che potesse essere l’analisi di una cultura, diciamo anche uno studio sociologico, perché quando si analizza nei dettagli un fenomeno succede che veniamo presi dalle mille sfaccettature. Non sono un’appassionata del genere trap, forse perché io ascoltavo i rapper della vecchia scuola, ma credo di esserne stata catturata grazie ad Andrea e al suo linguaggio chiaro, il format di riferimento sono i giovani ma anche per persone adulte “è proprio l’intento del libro, essere apprezzato dal ragazzino ma anche da una ipotetica mamma” dice l’autore, io sono stata riportata indietro nel tempo, ho ripensato a quella estate del ‘97 in cui ascoltavo Puff Daddy feat. Faith Evans & 112 – “I’ll Be Missing You” dedicata a Notorious B.I.G. scomparso nel marzo di quell’anno, ma perché parlo di fatti avvenuti molti anni prima? Perché Andrea fa un’analisi storica di questo fenomeno musicale, anni di ricerca suoi ma anche di vita vissuta degli artisti, le loro parole, la presenza inedita ed esclusiva degli artisti porta questo libro ad essere un oggetto di culto per gli appassionati.
Ho fatto una lunga e piacevole chiacchierata con Andrea e ho scoperto tante cose nuove grazie alla sua conoscenza, ma anche che a volte basta leggere un libro che ti fa uscire dalla tua comfort zone per scoprire un mondo tutto nuovo. In questo testo troverete alcuni termini di cui non conoscevate il significato (o forse sì), è spiegato tutto molto dettagliatamente e con grande semplicità. Penso che per qualsiasi autore avere due grandi artisti che scrivono la prefazione del tuo libro sia una specie di traguardo, questo è ciò che è successo ad Andrea con Emis Killa eTM88 uno dei produttori internazionali e una leggenda vivente.
Consiglio la lettura di questo libro a tutti gli appassionati ma anche a chi come me è curioso, è amante della musica o vuole semplicemente conoscere meglio questa “cultura” per comprenderla, se siete curiosi c’è una breve intervista all’autore che ringrazio per la disponibilità.
Buona lettura
Aurora Redville
Come mai hai dedicato il libro a Travis Scott?
Perché secondo me è la figura che ha legato la vecchia scuola dell’HIP HOP proprio a livello estetico e stilistico, l’ha traghettata verso un nuovo modo di intendere la musica che non è solo con la sua scrittura, ma anche con il suo stile, il sound, è una persona che ammiro e seguo, spero di poterlo incontrare presto a Houston e regalargli il mio libro.
Mi ha colpito il filo conduttore, la narrazione storica, perché è tutto spiegato nei dettagli, come ad esempio la figura della donna. Parlamene.
La figura della donna è molto importante proprio perché molti – è un falso mito- attaccano la trap come musica maschilista, noi non possiamo dire che non lo sia, basta leggere alcuni testi ed è evidente, però è solo una scorza apparente perché in realtà la scena trap lascia molto più spazio alle donne e me lo conferma la stessa BEBA, ad esempio la stessa Old school dell’HIP HOP paradossalmente lascia molto meno spazio alle donne pur non utilizzando parole così dirette come la trap, nel 2019 ad esempio per farti capire come è cresciuta l’importanza della donna, è stato l’anno che ha visto più donne rapper nella classifica internazionale la TOP 100 di Billboard sei o sette nomi solo di donne, questo dieci anni fa non avveniva. Un altro passaggio importante dell’evoluzione di questa musica è molto legato alla mamma, la figura materna è quasi un’ossessione, come Sfera Ebbasta che spesso la mostra sui social, la figura della mamma è stata molto riabilitata nella trap. La paura dei genitori spesso è dovuta alla non conoscenza, sentono magari le parole di una canzone e pensano che sia diseducativa, come anche la terminologia estrema è stata adottata dal popolo femminile per farla perdere di significato, come la parola “bitch”, loro stesse si autodefiniscono così.
Tu parli anche delle collaborazioni tra grandi artisti della musica Pop, come Pharrell Williams, Lana Del Rey, Beyoncè, Ed Sheeran, questo è un fenomeno nuovo?
Sì è un nuovo fenomeno, una volta la musica trap era molto più granitica, arroccata, invece adesso è molto più sfaccettata, si è mescolata con altre culture, altri generi fuori da essa, sono nate così canzoni da classifica, o il Latin-trap, che ha unito le due Americhe nell’era di Trump che cercava di disunire, e l’Afro- trap che si è andata a mescolare nei ritmi africani perciò nelle Banlieue parigine i giovani di seconda o terza generazione prendevano i ritmi delle loro terre e li mescolavano con la cultura dominante giovanile: la trap.
Quindi proprio come dicevi tu questi cantanti negli ultimi anni l’hanno diffusa a livello internazionale e quindi oggi è disseminata all’interno di altre culture.
Che messaggio vuoi trasmettere con questo libro?
È proprio importante riuscire a capire, è difficile storicizzare mentre il fenomeno accade però è quello che dobbiamo fare con un’analisi, perché la trap non è musica, la trap è una cultura, è solo uno degli aspetti, la trap è il vestiario, il linguaggio, è un brand, con queste basi si può arrivare a una critica costruttiva di questa cultura, non solo sul sentito dire, proprio perché in questi ultimi anni è stata legata ad argomenti di cronaca ad esempio la tragedia di Corinaldo, in quel caso sembrava che la colpa fosse della musica trap, ma non è così. Questo libro vuole quindi spiegare che può non piacere ma almeno abbiamo le basi per conoscere il fenomeno e poterlo criticare e anche apprezzare.
Andrea Bertolucci è nato all’alba degli anni ’90, è un giornalista e scrittore esperto di cultura giovanile e si occupa di trap fin da quando questa ha mosso i suoi primi passi nel nostro Paese. La sua attività professionale lo ha avvicinato negli anni ad alcune tra le principali redazioni televisive e web nazionali, con le quali tuttora collabora.
Titolo: Trap Game. I sei comandamenti del nuovo hip hop
Autore: Andrea Bertolucci
Genere: Musica
Casa Editrice: Hoepli
Pagine: 144
Prezzo: €17,00
ISBN: 978-8820398613