Sono trascorsi 9 anni dal primo film dedicato ai Guardiani della Galassia e da allora questa singolare squadra di eroi ed eroine creata nel 2008 da Dan Abnett e Andy Lanning ha attraversato con successo il Marvel Cinematic Universe, conferendo alle varie fasi dell’epopea cinematografica Marvel un tocco di irresistibile, politicamente scorretto sarcasmo. Se paragonata a quella di altri personaggi del cine-fumetto, la storia dei Guardiani è relativamente recente: il team protagonista dei film, infatti, è nato sull’onda della forte volontà di rinnovamento che ha investito la Marvel Comics a partire dagli anni Duemila: i primi Guardiani -Vance Astro, Martinex T’Naga, Capitan Charlie-27 e Yondu Udonta- videro infatti la luce nel 1969 ad opera di Arnold Drake e Gene Colan e tra loro solo Yondu ha mantenuto un ruolo di primo piano nelle serie a fumetti più recenti, nonché nella trasposizione cinematografica.
Nel 2014, dunque, il nuovo team dei Guardiani della Galassia si è fatto conoscere dal grande pubblico con un “primo capitolo” avvincente: Peter Quill/Star-Lord (Chris Pratt), mezzosangue umano/alieno cresciuto tra i pirati spaziali -i Ravagers guidati da Yondu (Michael Rooker)-, Gamora (Zoe Saldana), orfana allevata da Thanos come una letale assassina, Rocket (Bradley Cooper), procione geneticamente modificato e cacciatore di taglie, e il suo compare Groot (Vin Diesel), albero dalle fattezze semi-umane, per finire con Drax (Dave Bautista), guerriero dai modi decisamente brutali oltre che spassosi, sono diventati una squadra nel tentativo di impadronirsi di una delle Gemme dell’Infinito e, secondariamente, coalizzandosi per impedire a Ronan l’Accusatore (Lee Pace) di impossessarsi del prezioso artefatto in quanto emissario di Thanos (Josh Brolin), ben prima che gli Avengers si opponessero a questo nemico fatale nelle pellicole “Infinity War” e “Endgame”.
Si tratta, a tutti gli effetti, di un team di outsiders, ma proprio la natura di “eroi improbabili” rappresenta il punto di forza di questi personaggi che, non a caso, hanno riscosso un ampio successo al botteghino anche con il “secondo volume” a loro dedicato, uscito nel 2017. Il film, tra le pieghe di un’avventura spaziale che richiama e cita ampiamente gli anni ’80, approfondisce i legami familiari dei vari personaggi: si rivelano le origini di Star-Lord e si racconta il suo rapporto con Yondu, di fatto un padre adottivo per l’eroe; si indaga il rapporto conflittuale tra Gamora e la sorellastra Nebula (Karen Gillan), fedele a Thanos; infine, si introduce il personaggio di Mantis (Pom Klementieff), aliena dotata di spiccate abilità empatiche e telepatiche che si scopre legata a Star-Lord.
Dopo l’apparizione nei capitoli finali della saga degli Avengers, nonché nella prima parte del terzo film dedicato a Thor, “Love and Thunder”, e nello speciale natalizio che segna la partecipazione di Kevin Bacon nel ruolo di se stesso, i Guardiani della Galassia salutano il pubblico con un “terzo volume” sulla cui trama sono finora trapelati ben pochi dettagli; il film prende le mosse dal passato, ancora ben celato al pubblico, di Rocket, che si può supporre legato all’esperienza nella colonia per malati di mente in cui il procione è stato sottoposto a una serie di esperimenti genetici dall’Alto Evoluzionario (Chukwudi Iwuji), per trasformarsi così nel capo della sicurezza dell’istituto, dotato di intelligenza e forza superiori.
Con Rocket in pericolo di vita, Star-Lord, pur segnato dall’assenza della “sua” Gamora -morta per mano di Thanos-, decide di radunare i Guardiani per una missione di salvataggio, che ben presto si rivela estremamente rischiosa: torna infatti a contrapporsi alla squadra il personaggio di Ayesha (Elizabeth Debicki), la Grande Sacerdotessa Dorata regina di Sovereign, già incontrata nel secondo volume della saga. Ayesha desidera vendicare lo smacco subito dai Guardiani e, come anticipato proprio nelle scene post credits del secondo film della saga, scatena contro la squadra un potentissimo essere artificiale, nato con l’unico scopo di distruggere Star-Lord e compagni: si tratta di Adam Warlock (Will Poulter), personaggio creato da Stan Lee e Jack Kirby che compare, per la prima volta, tra le pagine del fumetto de I Fantastici Quattro nel 1967.






Se finora la sinossi ufficiale della pellicola si limita a queste scarne informazioni, è certo che nel film torneranno i personaggi di Kraglin (Sean Gunn), ex Ravager ormai unitosi ai Guardiani, e Cosmo (Maria Bakalova), grazioso cane senziente dotato di poteri mentali sviluppati dopo l’invio nello spazio da parte dell’URSS; ricompaiono anche Stakar Ogord (Sylvester Stallone) e Martinex (Michael Rosenbaum). Trapelano inoltre, dall’America, le prime reazioni della stampa alle proiezioni in anteprima: i giudizi concordano nel definire il film divertente e, al contempo, struggente, prefigurando la possibilità che questo attesissimo capitolo contempli la morte di alcuni tra i personaggi più amati.
Quale sarà, dunque, il destino dei Guardiani della Galassia? In attesa di scoprirlo, il consiglio è quello di tuffarsi negli Awesome Mix Vol.1 e Vol. 2, le raccolte di branivintageche Star-Lord ascolta nel suo adorato Walkman, prima di immergersi nella colonna sonora che accompagnerà la conclusione della trilogia: una rapida occhiata alla tracklist è sufficiente per capire che il sound sarà più moderno, in linea col fatto che Star-Lord si è finalmente dotato di un lettore musicale ZUNE. Non a caso, dunque, il motto del film recita “È tempo di cambiare musica”: quella vecchia, tuttavia, mancherà di certo a tutti i fan dei Guardiani.