Sono trascorsi due anni da quando la prima stagione de “La Ruota del Tempo“ ha esordito su Prime Video: nel 2021 la serie, tratta dalla saga letteraria fantasy di Robert Jordan, è stata la più vista sulla piattaforma e il risultato ottenuto ha contribuito a confermare l’interesse di Amazon Studios e Sony Pictures Television per uno dei progetti più ambiziosi messi in cantiere dal team di produzione, intenzionato fin dall’esordio a cogliere tutta la complessità dell’epopea dei quindici, avvincenti romanzi di Jordan.
A partire dal 1° settembre, dunque, arriva su Prime Video anche la seconda stagione che, forte di un budget milionario, con location spettacolari che spaziano tra Marocco, Repubblica Ceca e Italia, e di un cast in cui spicca Rosamund Pike -tra i produttori dello show-, continua a raccontare le vicende legate al Drago rinato, personaggio leggendario che regge tra le mani il destino del mondo.
Dove eravamo rimasti
In un tempo in cui “saidin”, la metà maschile dell’Unico Potere -l’Energia che determina l’esistenza dell’Universo- è irrimediabilmente corrotta, spetta alla sorellanza delle Aes Sedai, guidata da Siuan Sanche (Sophie Okonedo), governare “saidar”, la metà femminile del Potere, incanalandolo e impedendo il ritorno del Tenebroso, a suo tempo responsabile del disequilibro creatosi alla fonte dell’Energia. In passato il Tenebroso è stato sconfitto dalla leggendaria quanto misteriosa figura del Drago; la Ruota del Tempo, tuttavia, ha compiuto i suoi giri, intanto il Tenebroso ha riorganizzato le sue forze e un nuovo Drago è nato, ma il suo destino non è scritto: potrà opporsi al nemico o schierarsi al suo fianco, facendo precipitare l’Universo nel caos.
La potente Aes Sedai Moiraine Damodred (Rosamund Pike) e il suo Custode al’Lan Mandragoran (Daniel Henney) si mettono dunque alla ricerca del Drago rinato e giungono al villaggio dei Fiumi Gemelli, dove ben 5 giovani potrebbero incarnare questa mitica figura: Rand al’Thor (Josha Stradowski), Egwene al’Vere (Madeleine Madden), Perrin Aybara (Marcus Rutherford), Mat Cauthon (Barney Harris), e Nynaeve al’Meara (Zoë Robins). Dopo un lungo viaggio, in cui i protagonisti scoprono di avere ciascuno un ruolo fondamentale per il destino del mondo, Rand al’Thor si svela come Drago rinato e con l’aiuto di Moiraine pone temporaneamente un freno al ritorno del Tenebroso, che si prepara però all’ultima grande battaglia.
La seconda stagione
Si basa principalmente sugli avvenimenti narrati nel secondo volume della saga letteraria, “La Grande Caccia”, e in parte sul terzo, “Il Drago rinato”; i primi minuti della nuova stagione sono stati recentemente inseriti come bonus video al termine dell’ultimo episodio della prima serie, un omaggio alla consuetudine di Robert Jordan di proporre ai lettori, alla fine dei suoi romanzi, un’anteprima dei volumi seguenti. Si tratta di un adattamento del prologo de “La Grande Caccia” intitolato “Darkfriend Social”, in cui il Tenebroso propone un’interessante riflessione sul significato della parola “mostro” e, in generale, sull’ambiguità del male, concetto con cui tutti i protagonisti della vicenda sono obbligati a confrontarsi nel loro percorso.
Rand, in quanto Drago rinato, ha chiesto a Moraine -rimasta senza poteri- di mentire e di riferire ai suoi amici che è morto nello scontro con il Tenebroso; nel suo esilio volontario, il ragazzo si ritrova a subire il fascino di Logain Ablair (Álvaro Morte), sfuggito alle Aes Sadai nella prima stagione e denominato “Falso Drago” per le sue capacità di incanalare il potere, pratica che conduce gradualmente gli esseri di sesso maschile alla follia. Perrin e Mat (interpretato in questa serie da Dónal Finn), che già hanno sperimentato il lato oscuro del Potere, si trovano a combattere con i loro demoni interiori, mentre Egwene e Nynaeve intraprendono l’addestramento alla Torre Bianca delle Aes Sedai, alla scoperta della grandezza e della forza del loro Potere, finora espresso solo in parte.
Una lunga saga
La serie è stata già rinnovata per una terza stagione: lo showrunner Rafe Lee Judkins ha confermato un approccio rispettoso della materia letteraria, che è stato apprezzato dai fan nonostante gli inevitabili cambiamenti apportati nell’adattamento; la cura con cui il mondo de “La Ruota del Tempo” è stato ricreato, infatti, evidenzia le diverse fonti di ispirazione di Jordan, che interpreta i canoni del genere fantasy contaminandoli attraverso elementi tratti da saghe epiche e mitologiche provenienti da tradizioni culturali diverse. La multiculturalità, non a caso, rappresenta uno degli aspetti più affascinanti della serie, che tratta con originalità anche delicate questioni di genere: si pensi al rapporto tra le Aes Sedai e i loro Custodi uomini, ma, in generale, alla frattura dell’Unico Potere in una metà maschile, corrotta da un eccesso di presunzione, e in una femminile, attualmente detentrice dell’ordine, ma non priva di complessità e trappole.
Tra “La Ruota del Tempo” e “Gli Anelli del Potere“, gli Amazon Studios confermano di voler investire su prodotti di genere fantasy ad alto budget, tratti da saghe letterarie tanto amate da suscitare, a ogni nuova stagione, un traffico di commenti, reazioni e condivisioni che uniscono, e spesso dividono, appassionati di tutto il mondo: in definitiva, sembra davvero che l’Unico Potere esista e sia quello delle grandi storie che, sotto il velo di avventurose epopee, sono capaci di raccontare le nostre stesse vite.
