“Quando ho saputo di aver vinto il Premio Lussu quasi non ci credevo, e ho ricordato ogni minuto vissuto a casa sua. Sono davvero molto felice, mi dispiace solo di non essere proprio lì con voi”. Bloccata a casa per motivi di salute, la scrittrice Edith Bruck in collegamento video con la Sala Castello dell’hotel Regina Margherita, ha salutato con parole commosse il pubblico della VII edizione del festival Premio Emilio Lussu, che sabato 2 ottobre, le è stato conferito dalla giuria internazionale presieduta da Guido Conti e composta da Miruna Bulumete, Manuela Ennas, Bruno Quaranta, Raniero Speelman. Un riconoscimento avvenuto all’unanimità per i contenuti del libro “Il pane perduto” edito da La nave di Teseo.
Nelle motivazioni della commissione, il romanzo rappresenta “una grande sintesi narrativa del mondo di questa scrittrice, che ha sputo raccontare, attraverso gli occhi di una tredicenne, la gioia dell’infanzia, l’orrore e il dolore della guerra nei campi di sterminio di Auschwitz, il ritorno a casa, e la ricostruzione di una intera esistenza, con un capitolo finale, quello della lettera a Dio, che impone al lettore infinite domande sul nostro essere qui, nel mondo, sul male e il silenzio di Dio. Edith Bruck ha testimoniato nella sua lunga carriera, e continua a testimoniare con questo romanzo, il valore della letteratura che non è solo romanzo, ma impegno etico e civile, memoria personale e collettiva di un periodo della nostra storia che non si deve dimenticare, soprattutto per le future generazioni. Il romanzo è perfettamente in linea con i valori etici dello scrittore Emilio Lussu e della sua letteratura”.
Il volume ha ricevuto numerosi giudizi positivi anche nei gruppi di lettura che lavorano in collaborazione con il premio, con le redazioni dei lettori della rivista “FuoriAsse” e del Cisle di Torino e del Cisesg – Centro Studi Sirio Giannini di Seravezza, in provincia di Lucca.
A ritirare la Menzione speciale Premio giovani per la Narrativa edita, visibilmente emozionata, è stata invece la scrittrice sassarese originaria di Pozzomaggiore, Ilenia Zedda, per il romanzo d’esordio “Nàccheras”, edito da DeA Planeta Libri, 2020. Un romanzo nato dall’incontro con Chiara Vigo, che come ha dichiarato l’autrice le “ha completamente sconvolto l’esistenza adolescenziale, parlando di amore universale e particolare. Il suo romanzo – è stato detto – pone domande sulle storie e i racconti di un certo modo di fare narrativa delle nuove generazioni di trentenni, più volta verso il passato che sul presente, e che rappresenta una costante al di là delle mode editoriali e del gusto dei lettori”.
Primo classificato per la Narrativa edita a fumetti è stato il fumettista genovese Andrea Ferraris, per la graphic novel “Una zanzara nell’orecchio. Storia di Sarvarì” Einaudi 2021, che ha ricevuto il premio dalla giuria internazionale composta da presieduta da Àngel De La Calle e composta da Mario Greco, Sandro Dessì e Massimo Spiga, “per aver illustrato con tratto delicato, efficace e coinvolgente, una storia di paternità, senza scadere nel retorico, ma restituendola con una piena carica emozionale ed espressiva. Per l’originalità stilistica del disegno, godibile a più livelli di lettura, arricchita dalla capacità di aver saputo fondere tradizioni figurative e codici narrativi, Ferraris ha anche reso omaggio a grandi interpreti e personaggi del mondo del fumetto, da Miyazaki a Calvin & Hobbes di Bill Watterson”.
La serata, introdotta dal direttore artistico del festival, Alessandro Macis, ha preso il via con l’omaggio al grande Leonardo Sciascia per i cento anni dalla nascita, in un confronto tra Matteo Collura, Daniela Marcheschi e Mario Patané, che di questo straordinario protagonista della letteratura del Novecento, “socialista senza partito e cristiano senza chiesa”, hanno in particolare modo evidenziato l’attività di scrittura come azione morale.